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Libri per chi ama davvero leggere

Lars Elling, la scrittura salva e le storie rinsaldano i legami

Costretto a rinunciare alle mostre a causa della pandemia, il pittore norvegese ha riversato tutta la sua creatività nell’acclamato romanzo d’esordio I principi dello Stagno Finn, in cui la narrazione di trascorsi famigliari ha il potere di ricucire il rapporto tra un nonno e un nipote e di indagare le dolorose ragioni di un allontanamento tra fratelli

Intervista di Sonia Vaccaro

Lars Elling, autore del romanzo "I principi dello Stagno Finn" (21lettere)

Nel 1985 nonno Arnstein e suo fratello Truls vivono a Bekkelaget, quartiere di Oslo, in due abitazioni separate solo da una staccionata, eppure non si parlano dall’estate 1914. Sarà Filip, il giovane nipote di Arnstein che insegue il sogno di diventare artista, a farci scoprire lo sconvolgente motivo dell’allontanamento dei due fratelli un tempo tanto uniti. Attraverso una storia epica e avventurosa, che fa leva su una prosa ricca di immagini evocative, I principi dello Stagno Finn – romanzo d’esordio del pittore e illustratore norvegese Lars Elling che in patria ha riscosso ampio consenso tra lettori e critici e in Italia è stato pubblicato da 21lettere nella traduzione di Andrea Romanzi – esplora la complessità dei rapporti famigliari e ricorda l’importanza di preservare la capacità di meravigliarsi, solitamente causata da un intenso desiderio di attiva partecipazione al mondo circostante.

Lars Elling, lei è un pittore e un illustratore rinomato. Filip è alla costante ricerca di una linea che sembri reale. Ci sono tratti autobiografici nel percorso formativo del personaggio?
Filip è un autoritratto mal nascosto. In effetti, Turid (sua sorella, ndr), con l’irruenza e l’ironia, e Filip, con l’ipersensibilità, costituiscono le due metà della mia personalità.

I principi dello Stagno Finn indaga le ragioni per cui il rapporto quasi simbiotico tra nonno Arnstein e suo fratello Truls si è guastato. Da dove ha tratto ispirazione per la loro storia?
Arnstein e Truls sono vagamente ispirati a mio nonno e a suo fratello minore. Io sono cresciuto con loro: condividevano una staccionata che separava le rispettive proprietà, e il silenzio gelido che regnava tra i due era un fatto ineluttabile della vita. Il romanzo esplora una possibile causa dell’allontanamento.

La copertina del libro "I principi dello Stagno Finn" di Lars Elling (21lettere)

I principi dello Stagno Finn
Autore: Lars Elling
Traduttore: Andrea Romanzi
Editore: 21lettere
Anno edizione: 2025
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 442

Consigliato a chi ama leggere storie dal forte potere visuale, in cui le parole si trasformano in immagini per suscitare emozioni.





Il padre di Arnstein e Truls, oltretutto soprannominato “il Kaiser” ovvero “l’Imperatore”, segue metodi educativi che oggi sarebbero considerati a dir poco discutibili. Per fortificare i suoi figli, d’estate li manda a vivere da soli nella foresta di Nordmanka. Tutta la famiglia pagherà a caro prezzo la sua durezza. Cos’è la paternità per lui?
Il Kaiser è un uomo saggio. Ama i suoi ragazzi e vuole offrire loro il dono dell’autoconservazione in un mondo incerto. Ha buone intenzioni, ma esagera – va troppo oltre.

Per sopravvivere nella foresta, Arnstein e Truls sottomettono più volte la natura con la forza. Qual è il limite che non dovrebbe essere oltrepassato?
I ragazzi restano comunque soggiogati dall’onnipotenza della natura. Sopravvivono e talvolta danno il meglio di sé grazie alla propria forza e ingegnosità. Solo negli ultimi anni la natura è diventata un parco per il tempo libero e il divertimento. La foresta era il granaio, il grande datore di lavoro, la dispensa.

I principi dello Stagno Finn è parzialmente ambientato nell’estate 1914, alla vigilia della Prima guerra mondiale e di tanto in tanto il Kaiser esprime il suo punto di vista sugli eventi storici. Con quali occhi guarderebbe all’Europa dei nostri giorni?
Il Kaiser si rende conto che viviamo sempre tra due guerre. Penso che riconoscerebbe i nostri tempi come molto simili ai suoi. Forse prevede il coinvolgimento della Norvegia e la possibile occupazione da parte di potenze straniere, allo stesso modo in cui l’Europa ha recentemente assistito inerte alle peggiori azioni della Russia.

Il romanzo si focalizza anche su come il raccontare una storia possa aiutarci a superare conflitti generazionali e a rinsaldare un legame, proprio come avviene tra Filip e suo nonno Arnstein. Come può accadere?
La storia è l’unico possibile legame tra Arnstein e suo nipote. Tutto il resto è perduto. La narrazione unisce il giovane al vecchio secondo un uso oggi raramente praticato, poiché gli anziani spesso vengono ricoverati e le loro storie sono ritenute irrilevanti dai più giovani. Il mio consiglio: fate domande! I vostri genitori presto non saranno più in grado di rispondere.

Gli occhi di Filip sono come raggi X. Questo tratto distintivo si riversa nella precisione delle sue descrizioni. Da dove arriva la sua padronanza nel ritrarre linguisticamente natura e oggetti? Semplice esperienza diretta? Ricerca? O cos’altro?
Ho sempre fatto esperienza del mondo attraverso i miei occhi. E quando il mondo lascia un’impronta nella mia memoria, quella diventa il mio materiale. Durante il processo di scrittura, mi fidavo solo delle frasi che evocavano immagini chiare. È un romanzo scritto da un pittore, nel bene e nel male.

Uno dei punti di forza del suo romanzo è la struttura. I passaggi meno ritmati della narrazione sono collocati in punti così azzeccati da riuscire non solo ad alimentare ma anche a intensificare la suspense. Ha riflettuto molto sulla struttura o le è sgorgata spontaneamente?
Non essendo uno scrittore esperto, bensì un lettore molto esperto, sono sicuro di essere influenzato da autori strutturati. Tuttavia, dal momento che avevo poche aspettative, ho avuto la libertà di improvvisare. Ho seguito il mio cuore, fondamentalmente.

Che tipo di lettore immaginava mentre scriveva?
Come accade anche quando dipingo, non avevo alcuna idea di pubblico. Mi metto all’opera per il mio lettore/osservatore interiore.

La Norvegia di oggi è molto diversa da quella che ha raccontato in queste pagine?
Oslo e la Norvegia di oggi sono lontanissimi da quelli che ho descritto. La Norvegia era un piccolo Paese di economia di sussistenza, colonizzato e schiacciato dai vicini. Dopo la scoperta del petrolio divenne la società socialista dei nouveau riche, che si è gradualmente trasformata nell’attuale Stato sociale.

Nei Principi dello Stagno Finn ci sono anche alcuni riferimenti all’Italia. Oggi che percezione hanno i norvegesi degli italiani?
I norvegesi ammirano immensamente l’Italia e gli italiani. Arte, storia, moda, cibo. Penso che i norvegesi si divertano sempre quando vengono in visita da voi.

Quali libri consiglierebbe di leggere a un italiano desideroso di saperne di più sulla Norvegia?
Pan di Knut Hamsun, Beatles di Saabye Christensen. E il mio, naturalmente!

I suoi Arnstein e Truls sono stati associati a Huckleberry Finn e Tom Sawyer. Lo reputa un paragone appropriato?
Molti critici hanno menzionato Mark Twain. Mi lusinga il paragone, e credo sia appropriato. Dopo aver finito di scrivere, ho riletto Le avventure di Huckleberry Finn e l’ho trovato molto pertinente al mio racconto.

Il suo è un esordio nella narrativa piuttosto tardo. Come ha capito che era il momento giusto? Considerata la ricezione entusiastica che ha ottenuto in Norvegia e all’estero, non le dispiace di aver atteso così tanto? Continuerà a scrivere romanzi?
Non avevo mai preso in considerazione la scrittura finché la pandemia non mi ha impedito di mettere in mostra i miei quadri. Penso di aver iniziato nel momento perfetto. Ero in preda a una costipazione creativa e alla disperazione, e la scrittura mi ha salvato! Proprio ora sto terminando una sorta di prequel sull’infanzia di Filip.

Scrittura o pittura. Quale preferisce dopo questa esperienza?
Scrittura e pittura sembrano impollinarsi a vicenda. Le due discipline si completano, e la mia pittura è migliorata grazie a questa distrazione. È un 1-1.

9 giugno 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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