Il reportage della giornalista Olesja Jaremčuk ci fa entrare nelle case di persone appartenenti alle diverse minoranze culturali che convivono in una delle nazioni più martoriate dei nostri giorni
di Manuela Mongiardino

Mosaico Ucraina. Viaggio dentro le moltleplici identità di un popolo
Autrice: Olesja Jaremčuk
Traduttrice: Claudia Bettiol
Prefazione: Ostap Slyvyns’kyj
Fotografie: Olesja Jaremčuk, Serhij Poležaka, Irina Sereda
Editore: Bottega Errante
Anno edizione: 2022
Anno prima edizione: 2018 (Ucraina)
Genere: Reportage
Pagine: 191
Consigliato a chi vuole capire meglio la composizione etnica ucraina, a chi si interessa di storia e a chi studia geopolitica. Agli studenti che devono affrontare l’esame di maturità, perché gli agganci con la storia del Novecento sono molteplici.
Se ti interessa, leggi anche
La fattoria degli animali di George Orwell. Traduzione di Bruno Tasso, Mondadori, 2003. L’autore si ispirò agli articoli del giornalista gallese Gareth Jones sulla Grande carestia nell’Ucraina sovietica del 1932-1933.
Russia e Ucraina di Tim Marshall. Traduzione di Roberto Merlini, Garzanti, 2022. In questo breve saggio Marshall ricostruisce le ragioni, le ossessioni, la politica e le mire espansionistiche di Vladimir Putin in Ucraina.
Se ti interessa, guarda anche
Our others/Mosaico Ucraina di Oleksandr Fraze-Frazenko (cortometraggio, 2022). Disponibile sul canale YouTube di Bottega Errante Edizioni in lingua originale sottotitolato, il video aiuta a capire meglio la sua ricerca.
Mosaico Ucraina è un reportage che in quattordici capitoli presenta quattordici minoranze culturali; tra queste la comunità ebraica, ivi presente dal 1600, o quella svedese armena e tedesca, dal 1700. Gli insediamenti di queste minoranze furono favoriti dai commerci tra il Mar Nero e il Mediterraneo, e da nuovi popoli che giungevano dal Nord Europa attraverso i grandi collegamenti fluviali.
In ogni capitolo Olesja Jaremčuk riporta il suo colloquio con una persona appartenente a una delle minoranze, che racconta la storia della sua famiglia, strettamente collegata con gli avvenimenti storici del Paese. I piacevoli ricordi degli intervistati sono sempre contraddistinti da una vena malinconica, che riemerge al pensiero delle sofferenze provate a ogni cambiamento politico ed economico.
Considerando il fatto che l’Ucraina si è sempre trovata “nel mezzo”, alcuni territori sono passati di mano in mano più volte nel corso del Novecento: dai russi agli austriaci, agli ucraini, ai polacchi, ai tedeschi, ai sovietici, fino a diventare una repubblica a fine secolo ed entrare in guerra nel 2022.
Olesja Jaremčuk, giornalista e curatrice di testi stranieri che trattano dell’identità culturale del suo Paese, ha pubblicato Mosaico Ucraina nel 2018. Con questo reportage ha vinto il Premio letterario Samovidec’ e il LitAccent of the Year Prize; è stata finalista per l’Adami Media Prize for Cultural Diversity in Eastern Europe e per l’Unesco City Literature Award.
La traduzione italiana del 2022 è stata curata dalla slavista Claudia Bettiol, che si occupa di aspetti socio-politici del periodo postsovietico. Esperta di Russia e Ucraina, scrive per Meridiano 13 e collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso, MicroMega e Valigia Blu.
Mosaico Ucraina è scritto con uno stile colloquiale; vengono intervistate persone di varie provenienze che raccontano la loro esperienza di vita in una terra che li ha sì accolti, ma non ha sempre compreso come integrare tutte le loro sfumature culturali, storiche e linguistiche.
La lettura è scorrevole, ma il testo richiede attenzione. Ogni capitolo è dedicato a una diversa comunità che in Ucraina ha messo fine alle sue peregrinazioni. Tra il sesto e il settimo capitolo, sono inserite diverse foto a corredo del reportage, dove vengono mostrati luoghi, case, tradizioni famigliari. Molto utile anche la cartina all’interno della copertina, per individuare la collocazione geografica delle minoranze linguistico-culturali descritte nel testo. Jaremčuk si avvale della collaborazione di alcune guide e interpreti, specialmente quando si trova a parlare con persone anziane, che conoscono meglio la loro lingua d’origine che l’ucraino.
La prefazione, curata dall’accademico Ostap Slyvyns’kyj, presenta l’Ucraina come un insieme di isole linguistiche, che hanno reso unica questa terra, suo malgrado a ridosso della Russia, della quale faceva parte nel periodo sovietico.
È interessante notare che la traduzione italiana di у крайни (u krajni) sia “al limite, vicino al confine”; è una terra intermedia, un cuscinetto posto al limite dell’Europa centrale. Oggigiorno si tende infatti a considerare l’Ucraina parte integrante dell’Europa centrale, facendo coincidere la sua zona occidentale, dove tra le altre risiedono le minoranze polacche, slovacche e ungheresi, con la Mitteleuropa. Il fatto di poter estendere il concetto a tutto il Paese ha la funzione di spezzare i suoi vecchi legami e farle dimenticare il suo doloroso passato sovietico.
Questa è da secoli l’originalità di questa terra con risorse del sottosuolo, abbondanza d’acqua e grandi spazi per l’agricoltura. Non ha chiesto a nessuno di rimodellare i suoi confini, ma da sempre i suoi abitanti vi sono giunti come profughi e, una volta diventati parte integrante della popolazione, si sono dovuti difendere da austriaci, polacchi, russi, tedeschi che si spartivano il territorio da est e da ovest.
Il titolo del testo in ucraino, Наші Інші. Історії українського різноманіття (I nostri altri. Storie della diversità ucraina), rende in modo più incisivo quello che andiamo a leggere nel libro. L’accuratezza con cui la scrittrice ricerca le fonti ci fanno capire l’amore e la sofferenza che lei prova per la sua terra; la sua scrittura scarna e precisa ci presenta un argomento attuale che forse tutti conosciamo in modo superficiale, ma che è necessario approfondire per farsi un’idea di cosa, ma soprattutto di chi sia l’Ucraina. Il testo pur essendo un reportage – non un romanzo – ci porta in un mondo ai più sconosciuto facendoci entrare nelle case di persone reali che raccontano vicende di famiglia, dietro alle quali scorgiamo la storia che ha fatto e disfatto l’Ucraina nel corso del Novecento e degli ultimi tragici anni del nuovo secolo.
Il libro in una citazione
«Nascosto tra le montagne, il villaggio conduceva una vita tranquilla e armoniosa in un variopinto mosaico di ucraini, polacchi, ebrei e armeni. Questo finché non si misero in azione le macine della seconda guerra mondiale, che ridussero ogni cosa in polvere.»
10 aprile 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA