Attraverso Francesca e Maddalena, Beatrice Salvioni ci consegna una riflessione potente sulla condizione femminile, sul significato della libertà e sulla capacità dell’umanità di sopravvivere anche nei momenti più oscuri
di Chiara Boccardo

La Malacarne
Autrice: Beatrice Salvioni
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2024
Genere: Romanzo storico
Pagine: 488
Consigliato a chi ama la narrativa storica e a chi apprezza storie di resistenza e ribellione femminile, che esplorano la condizione delle donne nell’Italia fascista.
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Le assaggiatrici di Rossella Postorino. Feltrinelli 2018
… per chi vuole leggere della Seconda guerra mondiale attraverso lo sguardo di una donna costretta ad assaggiare i pasti di Hitler per sventare un eventuale avvelenamento del Führer.
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… il racconto di un’amicizia complessa tra due ragazze nella Napoli degli anni Cinquanta, dominata da violenza e patriarcato.
Roma città aperta di Roberto Rossellini (film drammatico/di guerra, Italia 1945)
… ambientato durante l’occupazione nazista a Roma, narra della resistenza femminile e del sacrificio di donne comuni contro l’oppressione.
Ambientato nell’Italia fascista degli anni Quaranta, La Malacarne di Beatrice Salvioni racconta la vita di Francesca e Maddalena, due giovani che si muovono tra le macerie emotive e sociali di un’epoca segnata dalla repressione e dalla paura. La vicenda si apre con Francesca, ormai sedicenne, che ha abbandonato la casa famigliare per vivere con Noè Tresoldi, un uomo misterioso e malvisto dalla comunità. Francesca è etichettata come “Malacarne” dalla madre, un termine che condensa il giudizio morale e la condanna di una società patriarcale nei confronti di chi non si piega alle sue regole.
Il passato, però, è una ferita che non si richiude. Anni prima Maddalena, la sua migliore amica, è stata internata in un manicomio per il suo comportamento anticonformista. Questo evento, che ha stravolto entrambe, torna prepotentemente a galla quando Maddalena riappare. Segnata profondamente dal trauma dell’internamento, la ragazza non è più la stessa, ma il legame tra le due amiche riesce a superare persino il dolore, riaccendendo una scintilla di speranza.
Con l’Italia sull’orlo del baratro a causa della Seconda guerra mondiale, le due ragazze si ritrovano a fronteggiare non solo i fantasmi personali ma anche le devastazioni portate dal conflitto. Le scelte morali diventano il terreno su cui Francesca e Maddalena lottano per ritagliarsi un’esistenza che non sia schiacciata dalle convenzioni sociali e dall’orrore della guerra.
Attraverso il loro legame, le protagoniste cercano di riscoprire il valore dell’amicizia e di trovare un senso di libertà in un mondo sempre più oppressivo.
La narrazione culmina in un intreccio di scelte dolorose e azioni coraggiose, che mettono alla prova i limiti della loro forza e della loro lealtà reciproca. Francesca e Maddalena, tra segreti e sacrifici, sfidano sia il regime fascista sia i pregiudizi che le circondano, rivelandosi simboli di resistenza e sopravvivenza.
Nel romanzo di Salvioni, il racconto delle vicende personali si intreccia con quello della realtà storica, dando vita a una riflessione profonda sulla condizione umana in tempi di crisi.
Il rapporto tra Francesca e Maddalena, fondato su una fiducia assoluta e un’intimità che sfida le convenzioni, rappresenta un rifugio sicuro, un luogo in cui trovare il coraggio di affrontare le difficoltà. In un contesto segnato dalla guerra e dall’oppressione, la loro solidarietà diventa una forma di ribellione silenziosa ma potente, dimostrando come l’affetto possa essere un’ancora di salvezza anche nei momenti più bui.
La guerra, più che un semplice sfondo storico, è una forza che sconvolge ogni aspetto della loro esistenza. Fame, paura e distruzione dominano il quotidiano, ma il conflitto diventa anche un’occasione di cambiamento. In una società rigidamente controllata dal fascismo, il caos bellico incrina le gerarchie e apre spazi di libertà inaspettati. Per Francesca e Maddalena, questa frattura rappresenta la possibilità di sfuggire ai ruoli imposti, di conquistare un’indipendenza che sarebbe stata loro negata in tempi di pace. La guerra esterna si riflette così nella loro lotta personale: non solo sopravvivere, ma resistere, non piegarsi a un sistema che tenta di spegnere ogni forma di dissenso.
In questo contesto, il giudizio sociale si abbatte con violenza sulle protagoniste. Il termine “Malacarne”, che dà il titolo al romanzo, non è solo un marchio d’infamia, ma uno strumento di repressione utilizzato per zittire chi esce dai confini della morale dominante. La società fascista esercita un controllo asfissiante sul corpo e sulla mente delle donne, riducendole a oggetti da conformare o punire. Eppure Francesca e Maddalena incarnano una ribellione ostinata, pagata a caro prezzo ma mai spenta del tutto. Maddalena diventa il simbolo della brutalità del sistema e della possibilità di ricostruirsi. Il suo ritorno dal manicomio, segnato da fragilità e dolore, è anche una dichiarazione di forza: le cicatrici lasciate dal trauma non sono solo segni di sofferenza ma anche testimonianze di una resistenza che non si lascia spezzare.
Attraverso un intreccio narrativo denso e stratificato, l’autrice trasforma la storia delle due protagoniste in una riflessione universale sul potere dell’amicizia, sul peso delle convenzioni sociali e sulla capacità di rinascere dalle macerie, siano esse fisiche o interiori. La loro lotta viene combattuta sia contro un nemico esterno sia contro un intero sistema, che le vorrebbe piegate e mute. Eppure, nel loro legame, nella loro resilienza e nella loro volontà di non arrendersi si intravede la possibilità di un futuro diverso, in cui anche chi è considerato “malacarne” possa finalmente trovare il proprio spazio nel mondo.
Salvioni si conferma una narratrice di rara sensibilità e talento. La sua prosa è evocativa, capace di ricreare le atmosfere soffocanti dell’Italia fascista con una precisione quasi cinematografica. Ogni scena è arricchita da dettagli sensoriali che immergono il lettore nella realtà delle protagoniste: l’odore della polvere nei rifugi antiaerei, il rumore sordo delle bombe in lontananza, il sapore amaro della fame.
La narrazione in prima persona, affidata a Francesca, offre un accesso diretto ai suoi pensieri e alle sue emozioni, rendendo la lettura intensa e coinvolgente. I dialoghi, incisivi e pieni di sottintesi, riflettono la complessità dei rapporti umani, rivelando molto più di quanto detto esplicitamente.
La Malacarne è un romanzo che lascia il segno, una storia di resistenza e amicizia che si intreccia con la grande Storia. L’autrice ci consegna una riflessione potente sulla condizione femminile, sul significato della libertà e sulla capacità dell’umanità di sopravvivere anche nei momenti più oscuri. Attraverso le vicende di Francesca e Maddalena, il lettore è invitato a confrontarsi con le proprie paure, a riscoprire il valore della solidarietà e a riflettere su come, persino nelle tenebre, possa nascere una luce di speranza.
Il libro in una citazione
«Non esiste persona al mondo che non sia, almeno un po’, spezzata. O solo incrinata. La vita non risparmia nessuno.»
26 febbraio 2025
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