Rick DuFer, filosofo e podcaster, racconta i mutamenti delle relazioni che intessiamo con il mondo da una prospettiva accessibile a tutti
di Elisa Vuaran

Critica della ragion demoniaca. Quali forze sono al comando della tua vita?
Autore: Rick DuFer
Editore: Feltrinelli
Anno edizione: 2024
Genere: Filosofia
Pagine: 208
Consigliato a chi è ai primi incontri con la filosofia e vuole vederla applicata ai giorni nostri.
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A cosa serve, oggi, la filosofia? Rick DuFer, filosofo veneto e divulgatore della materia molto attivo on line, cerca di spiegarlo tutti i giorni su YouTube e con il suo podcast Daily Cogito. Rivolgendosi ai giovani, ma non solo, riporta i suoi pensieri – supportati da nobili antecedenti – anche nei suoi libri. Il tema di Critica della ragion demoniaca è chiaro: indagare, come sempre hanno fatto i filosofi lo Spirito del tempo. Affiancandosi ai molti saggisti che raccontano oggi i mutamenti nelle relazioni che intessiamo con il mondo da un punto di vista scientifico, psicologico, ingegneristico, politico ed economico, Rick DuFer cerca di darci una prospettiva unificante, filosofica e accessibile a tutti.
L’opera, costituita da capitoli brevissimi, si apre con una parte descrittiva, di diagnosi, quella che seguendo il metodo baconiano è la pars destruens, in cui si prende coscienza di ciò che secondo l’autore è uno dei problemi che la filosofia ha sempre cercato di affrontare e che anche oggi ha il dovere di smascherare: la superficialità, la continua ricerca del divertissement (per il filosofo Blaise Pascal, il divertimento inteso come distrazione, non necessariamente in senso ludico) che impedisce di essere impegnati, attenti, costruttivi e di raggiungere verità, solidità e felicità. Se molti oggi mettono in guardia dai pericoli dalla fruizione smodata di contenuti brevi sui social media, che limita la nostra soglia di attenzione, qui la questione viene riportata in una dimensione storica: il problema non è nato con l’avvento dei reel ed è forse più radicato nell’evoluzione e nella natura umana di quanto crediamo.
Usando la metafora della cittadella interiore, la coscienza, e degli assalti che subisce da parte di continue, potenti distrazioni, il filosofo introduce concetti originali, andando alla ricerca di ciò che ci spinge a lasciarla sguarnita. L’illusione della facile popolarità e l’apparente importanza che vi viene data, la confusione tra mezzo e fine (già nota a Epicuro), la perdita di fiducia nell’interiorità hanno le conseguenze che vediamo oggi riassumersi nel concetto di iperdipendenza, ma sono ben più radicate nella storia.
La seconda parte, la pars construens, si propone di fornire qualche spunto, non esaustivo, per la riconquista del proprio mondo interiore; qualche suggerimento per avvicinarsi alla filosofia ai giorni d’oggi, tra cui l’invito alla lettura e alla scrittura come atti di valorizzazione del proprio tempo e della propria coscienza.
Lo stile è quello diretto e a tratti provocatorio a cui DuFer ha già abituato i suoi ascoltatori, facile da seguire e scandito da rigorosi ritmi logici. Si riconosce, soprattutto nella prima parte, una certa ridondanza, a volte non necessaria ma comunque utile a imprimere i concetti e a portare nuovi esempi tratti dalla storia della filosofia che mettono in luce la profonda conoscenza dell’autore e si intrecciano alla sua ricerca personale.
Il testo riassume bene l’approccio che già si ritrova negli appuntamenti quotidiani con il podcast del filosofo: non è un’esaustiva antologia, ma un ottimo punto di partenza per approfondire la storia del pensiero.
Il libro in una citazione
«Fa sorridere il fatto che Frankl puntasse l’attenzione verso “libri e giornali”, quando sappiamo perfettamente che oggi il rumore dominante va ben oltre. Ma Frankl ancora non sapeva della futura esistenza di TikTok, Netflix e Game Pass. Rimane il punto: quando, al fine di dare un senso al nostro tempo su questa terra, rivolgiamo la nostra attenzione al di fuori di noi stessi, ci disperdiamo e alieniamo in modo irrimediabile. Questo meccanismo di “esternalizzazione” è la naturale conseguenza di chi ha smesso di credere nell’esistenza della propria interiorità.»
19 febbraio 2025
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