Attraverso la storia di Giulia, che si racconta dopo il suo funerale, l’esordio narrativo di Alessandra Pagani ridà la parola a chi ne viene ingiustamente privata e affronta il tema della violenza contro le donne con grande delicatezza
di Chiara Boccardo
Resta solo la tua voce
Autrice: Alessandra Pagani
Editore: Morellini
Anno edizione: 2024
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 176
Consigliato a chi cerca una narrativa emotivamente intensa, capace di affrontare temi delicati come la violenza di genere; chi ama riflettere sulla complessità delle relazioni umane e sull’impatto delle convenzioni sociali.
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Resta solo la tua voce, pubblicato nel 2024 da Morellini Editore nella collana Varianti, affronta con una sensibilità straordinaria temi di grande attualità come la violenza di genere, lo stalking e le dinamiche oppressive della provincia italiana. Scritto da Alessandra Pagani, editor e autrice al suo esordio narrativo, il romanzo s’ispira a fatti di cronaca e allo stesso tempo si presenta come un racconto profondamente umano, emotivo e universale.
Giulia è una giovane donna cresciuta in un piccolo paese del Nord Italia, la cui vita si è interrotta tragicamente nel 1992 a causa della violenza maschile. Anche dopo la morte, però, la ragazza riesce a raccontare la propria storia, ricostruendo gli eventi che l’hanno portata al tragico epilogo. La sua voce diventa il filo conduttore che guida il lettore in un viaggio tra i ricordi, i legami famigliari e il senso di ingiustizia che permea la sua esperienza.
La vicenda si apre con il funerale di Giulia. Sin dalle prime righe, il lettore si trova immerso nel racconto postumo della protagonista, che osserva con distacco la cerimonia e riflette sulla sua vita e sui rapporti umani che l’hanno segnata.
Giulia e la sorella gemella, Diana, sono cresciute in una famiglia tradizionale e in un ambiente provinciale soffocante, dove le aspettative sociali e le convenzioni di genere definiscono rigidamente i ruoli delle donne. Mentre Diana sogna di sfuggire a quel mondo e costruire una vita diversa, Giulia sembra più incline ad accettare le dinamiche del contesto, almeno inizialmente.
La svolta nella vita di Giulia arriva con l’incontro con Paolo, un uomo che si presenta come affettuoso e premuroso, ma che presto rivela un lato possessivo e violento. La relazione tra Giulia e Paolo diventa una spirale tossica di controllo e paura, fino a culminare in un epilogo tragico: l’omicidio di Giulia per mano dell’uomo che professava di amarla.
Nel frattempo, Diana affronta il proprio percorso di emancipazione e, dopo la morte di Giulia, si trova a dover elaborare il dolore e a confrontarsi con una comunità che tende a minimizzare la violenza subita dalla sorella. La narrazione alterna i ricordi di Giulia, le riflessioni di Diana e una descrizione critica del mondo che le circonda.
Il romanzo affronta con grande profondità il tema della violenza di genere e dello stalking, rappresentati attraverso la tormentata relazione tra Giulia e Paolo. Questo tema centrale viene esplorato attraverso una narrazione che scava nelle dinamiche psicologiche che caratterizzano i rapporti basati sugli abusi, mettendo in luce come il controllo emotivo e lo stalking siano comportamenti spesso minimizzati o ignorati, non solo dalle vittime ma anche da una società spesso incapace di riconoscerli e affrontarli. La protagonista, Giulia, incarna la realtà di molte donne che si trovano intrappolate in relazioni tossiche, spesso inconsapevoli della pericolosità di questi legami fino a quando non diventa troppo tardi. Attraverso il suo racconto, l’autrice – che è stata peraltro perseguitata da uno stalker per più di dieci anni – offre una testimonianza intensa e coinvolgente delle conseguenze devastanti che la violenza domestica può avere non solo sulla vittima diretta ma anche su chi le sta accanto. La narrazione diventa così uno strumento di denuncia e di sensibilizzazione, invitando il lettore a riflettere sul bisogno urgente di riconoscere e combattere questo tipo di violenza.
Un altro elemento centrale del romanzo è il legame profondo tra sorelle, rappresentato attraverso la relazione tra Giulia e Diana. Questo rapporto, che si configura come uno dei pilastri emotivi della narrazione, viene raccontato in tutta la sua complessità e bellezza. Le due sorelle gemelle, pur essendo profondamente legate, mostrano personalità e aspirazioni divergenti: Diana è più determinata, ribelle e desiderosa di sfuggire alle imposizioni del loro contesto provinciale, mentre Giulia, più fragile, si trova incastrata in un ruolo che non ha scelto, sottomessa alle aspettative altrui e alle dinamiche oppressive che la circondano. La morte di Giulia rappresenta per Diana non solo una perdita devastante e irrimediabile, ma anche un momento di riflessione sulla propria forza e sul significato profondo del loro legame. La narrazione mette in risalto il modo in cui le sorelle, pur nelle loro differenze, rappresentano due lati di una stessa realtà, una dualità che riflette la complessità dei rapporti famigliari e del senso d’identità.
Sul piano sociale, il romanzo offre anche un vivido ritratto della provincia italiana, presentata come un microcosmo soffocante in cui le convenzioni sociali, le aspettative di genere e la rigidità delle dinamiche culturali esercitano una pressione costante, in particolare sulle donne. Questo contesto provinciale diventa quasi un personaggio a se stante, un ambiente che condiziona profondamente le scelte e i destini dei protagonisti. Giulia e Diana, in questo senso, si configurano come due facce della stessa medaglia: una, Giulia, soccombe a queste dinamiche oppressive, mentre l’altra, Diana, tenta di ribellarsi, lottando per affermare una propria identità autonoma e sfuggire alle gabbie sociali che la circondano. Attraverso questo ritratto della provincia, l’autrice affronta tematiche universali come l’oppressione sociale, l’ineguaglianza di genere e il conflitto tra conformismo e desiderio di libertà.
Un altro tema di grande rilevanza è quello della resilienza e del ricordo. Nonostante la morte, Giulia trova la forza di raccontare la propria storia, trasformandola in un atto di denuncia e di resistenza. La sua voce diventa un simbolo potente di speranza, un modo per dare voce a tutte le donne che lottano contro la violenza e l’oppressione, ricordando loro che la resilienza può nascere anche nelle situazioni più tragiche. Il ricordo di Giulia, incarnato nelle parole che lascia dietro di sé, non è solo un modo per mantenere viva la sua memoria, ma anche un mezzo per continuare a combattere, anche dopo la fine, per i valori della giustizia e della dignità. La sua testimonianza diventa così un messaggio universale di speranza e di forza, un invito a non arrendersi mai, anche di fronte alle avversità più grandi.
Questi temi, intrecciati tra loro in maniera magistrale, rendono Resta solo la tua voce una narrazione toccante, profonda e assolutamente necessaria per comprendere meglio le dinamiche della violenza di genere, il valore dei legami famigliari e il coraggio necessario per affrontare e superare le oppressioni sociali.
Lo stile narrativo di Alessandra Pagani è caratterizzato da una prosa limpida e incisiva, capace di trasmettere emozioni profonde senza mai risultare melodrammatica. La scelta di utilizzare la voce postuma di Giulia come narratrice principale – ispirata al notissimo Amabili resti di Alice Sebold – conferisce al romanzo una dimensione unica, permettendo al lettore di entrare in contatto diretto con i suoi pensieri e le sue emozioni.
La struttura del romanzo, che alterna i punti di vista di Giulia e Diana, crea un ritmo narrativo coinvolgente e consente di esplorare la storia da prospettive diverse. L’autrice utilizza spesso descrizioni evocative per rappresentare l’ambiente provinciale e le dinamiche famigliari, riuscendo a rendere il contesto quasi un personaggio a se stante.
Un altro elemento distintivo dello stile di Pagani è l’attenzione ai dettagli psicologici. I personaggi sono delineati con grande precisione, e le loro emozioni sono rappresentate in maniera autentica e credibile. Questo rende il romanzo non solo una lettura avvincente, ma anche un’opera che invita alla riflessione.
Resta solo la tua voce è un romanzo potente, che affronta temi di grande rilevanza con una profondità emotiva e una sensibilità straordinaria.
Con uno stile narrativo intenso e una struttura coinvolgente, il libro riesce a catturare l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina, lasciando un segno indelebile. È un’opera che merita di essere letta e discussa, non solo per la sua qualità letteraria, ma anche per il messaggio di denuncia e speranza che trasmette.
Il libro in una citazione
«Mi hanno ammazzata le stesse persone che dicevano di amarmi. Nessuno è stato condannato.»
9 gennaio 2024
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