L’ultimo romanzo della scrittrice irlandese coglie l’attimo che intercorre tra un passato indelebile e un futuro tutto da costruire attraverso la storia di due fratelli alle prese con la perdita del padre
di Sabrina Colombo
Intermezzo
Autrice: Sally Rooney
Traduttore: Norman Gobetti
Editore: Einaudi
Anno edizione italiana: 2024
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 421
Consigliato a chi ama le letture delicate e sentimentali, con il focus puntato sull’interiorità dei personaggi.
Peter e Ivan Koubek sono fratelli, in lutto per la recente scomparsa del padre. Peter, trentadue anni e una carriera da avvocato ben avviata, sfoga nelle dipendenze la propria infelicità. Si divide fra due relazioni: da un lato la studentessa Naomi – che vive di espedienti e gli s’installa in casa dopo lo sgombero del suo ultimo domicilio – e dall’altro Sylvia, con cui ha fatto coppia fissa per tutto il periodo dell’università, fino a un tragico incidente da cui è uscita con problemi di salute permanenti. Ivan, ventidue anni, si è appena laureato in fisica, ma sogna di affermarsi nel mondo degli scacchi, dove ha già dato ottima prova di sé, arrestandosi a un passo dai grandi riconoscimenti internazionali.
Due personalità opposte e complementari – Peter estroverso e brillante, Ivan timido e privo di competenze sociali – uniti dal disorientamento per la perdita e dal senso di estraneità nei confronti dell’unico genitore rimasto, la madre Christine.
Il tempo del dolore e dell’accettazione si complica a causa di nuovi incontri. Ivan inizia a uscire con Margaret, trentaseienne divorziata, alle spalle un matrimonio fallito; Peter, invece, cerca di recuperare i sentimenti che lo legano a Sylvia, ma si ritrova a barcamenarsi in un rapporto poliamoroso frustrante, in cui è difficile trovare un’esatta collocazione per la giovanissima Naomi: non vuole rinunciare a nessuna delle due.
I fratelli non si capiscono, si scontrano, anche fisicamente, riportano a galla vecchie ruggini, fraintendimenti, delusioni.
Intermezzo di Sally Rooney racconta la confusione che segue un cambiamento e precede le grandi scelte, quando la nostalgia scava profondi solchi nell’anima di chi si è visto strappare definitivamente una persona amata: il passato non può essere modificato, il futuro è totalmente da scrivere.
È il tempo dell’attesa quello che stanno attraversando i fratelli Koubek, prima che la forza della vita li conduca – volenti o nolenti – a riprendere in mano il proprio destino.
La prosa è delicata, intima, resa in terza persona con repentini cambi di prospettiva. L’uso del flusso di coscienza è frequente. Le frasi si susseguono a un ritmo che cambia con il variare dell’umore dei protagonisti, della loro predisposizione emotiva a razionalizzare gli eventi o a farsene travolgere. Le descrizioni dei sommovimenti interiori sono suggestive: vengono rese con frasi brevi o tronche, in cui è omesso il verbo e gli aggettivi vengono giustapposti senza segni di interpunzione o congiunzioni, l’effetto complessivo è di realismo particolarmente efficace.
Coprotagonista è l’ambiente circostante: in primis Dublino, fascinosa e decadente nel pieno dell’autunno, una grande città con un cuore verde e silenzioso, i cui lussureggianti spazi pubblici di St. Stephen’s Green fanno da contrappunto al caos quotidiano. Si contende il ruolo di scenario topico anche la campagna irlandese: i declivi erbosi a picco sul mare, la nebbia che fende il cielo, la potenza della risacca delle onde, il salmastro che sembra uscire dalle pagine. Sensazioni visive e uditive si compenetrano con notevole autenticità.
In quest’ultimo lavoro la prosa di Rooney è più matura perché più matura è l’autrice. Gli strumenti espressivi contemporanei – sms, mail, abbreviazioni del linguaggio, emoji, che nei romanzi precedenti entravano prepotentemente nel testo – sono ancora presenti: si amalgamano alla scrittura “tradizionale” in maniera più sfumata e meno pervasiva, complessivamente il risultato è più armonioso.
Le riflessioni in cui si attardano Peter e Ivan sono commoventi, Rooney mette su carta le complessità dell’amore, dell’amicizia e in generale delle relazioni umane nell’epoca dei social, in cui i ruoli si scambiano, i rapporti si smaterializzano, diventano più rarefatti, talvolta incorporei, ma non per questo sono meno impegnativi da coltivare. Quell’educazione sentimentale dei millenial, di cui l’autrice si è fatta portavoce nella sua precedente produzione, è – una volta ancora – ben rappresentata, attraverso scambi di battute plausibili, aderenti al quotidiano.
Se in Parlarne tra amici, opera di esordio, Rooney puntava sui dialoghi per metterci a parte delle idiosincrasie postadolescenziali delle nuove generazioni, incuriosite dalla fluidità dei legami, in questo ultimo romanzo c’è maggior equilibrio fra scambi verbali e discorso indiretto.
Se in Persone normali tutto ruotava attorno alle peripezie sentimentali e alla crescita come coppia dei liceali Marianne e Connell, qui il focus è sulle connessioni fra generazioni diverse.
Infine, se in Dove sei, mondo bello Sally Rooney sembrava essersi un po’ incartata su se stessa, mettendo in scena situazioni in cui si era propensi – come lettori – a identificare la vita stessa dell’autrice e le sue insicurezze, con Intermezzo le riflessioni si percepiscono come meno “ombelicali”, più universali e aperte alla ricerca del senso del vivere e all’analisi del bisogno di spiritualità che pervade questi nostri anni incerti, in cui sono crollate le ideologie e le persone si ritrovano sempre più prive di punti di riferimento etici e culturali.
Sally Rooney è nata a Castlebar, in Irlanda, nel 1991. Il suo esordio Parlarne tra amici (2018) è diventato in poco tempo un caso letterario – tradotto in venti lingue – per la freschezza della scrittura e la capacità di raccontare i ventenni. Nel 2019 ha pubblicato Persone normali. Dai due romanzi sono state tratte le omonime serie tv prodotte dalla Bbc, di grande successo internazionale. Nel 2022 è uscito il suo terzo libro, Dove sei, mondo bello. Tutte le sue opere sono state portate in Italia da Einaudi.
Il libro in una citazione
«L’amante fedele traditore, il cinico idealista, l’ateo che prega. Ogni cosa letteralmente mescolata, ogni cosa che fuoriesce dai suoi confini, nulla al suo giusto posto. Lei, l’altra, lui. Anche Christine, Ivan, quella ragazza sposata. Il padre: dall’oltretomba. Collasso concettuale di una cosa nell’altra, di ogni cosa in una. No. Rispondere prima a una domanda semplice: dove dormire stanotte. Sposami. Ti amo. A che ora a casa.»
10 dicembre 2024
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