Col suo promettente esordio, la giornalista francese Maud Ventura scava sotto l’ingannevole superficie delle apparenze e indaga con acume le manie di controllo e possesso di una moglie verso il padre dei suoi figli
di Chiara Boccardo
Mio marito
Autrice: Maud Ventura
Traduttore: Mauro Cazzolla
Editore: SEM
Anno edizione: 2022
Anno prima edizione: 2021 (Francia)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 224
Consigliato a chi vuole approfondire le analisi delle dinamiche interpersonali e i meccanismi psicologici che governano le relazioni e agli appassionati di narrazioni che creano tensione e inquietudine.
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L’amore fatale di Ian McEwan. Einaudi 2005. Traduzione di Susanna Basso.
… per esplorare le conseguenze della follia attraverso la storia di una coppia, la cui vita cambia dopo un incontro con un estraneo che sviluppa un’ossessione per uno dei protagonisti.
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Gone Girl. L’amore bugiardo di David Fincher (film drammatico-thriller psicologico Usa 2014)
… per esplorare la manipolazione e le dinamiche oscure all’interno di un matrimonio all’apparenza perfetto.
Mio marito di Maud Ventura è un romanzo pubblicato in edizione originale nel 2021 e ha subito suscitato interesse nel panorama letterario francese per il suo tema psicologico intenso e per la sua originale esplorazione della complessità emotiva in un matrimonio apparentemente perfetto.
Il romanzo ruota attorno a una donna senza nome. Lei e suo marito formano quella che potrebbe sembrare la coppia ideale: una famiglia di classe media, con un coniuge premuroso, due figli, una bella casa e una vita sociale rispettabile. Tuttavia, la perfezione è solo una facciata: la protagonista è ossessionata da suo marito in modo quasi patologico. Non si tratta solo di una fissazione amorosa, ma di un bisogno di controllo, una volontà di sottomettere l’uomo che ama, di sapere ogni suo pensiero, ogni suo desiderio, di anticiparlo e tenerlo stretto nel suo dominio. Ogni giorno, tutte le azioni della protagonista sono pensate in funzione del marito, e l’intera sua esistenza ruota intorno a lui in una maniera soffocante e inquietante.
Attraverso i capitoli, ci addentriamo sempre più in questa mania ossessiva: vediamo come la donna manipola ogni aspetto della sua vita e di quella del marito, nascondendo le proprie emozioni e i propri timori dietro una maschera di calma e perfezione. In questo modo, Ventura riesce a trasformare momenti quotidiani – un pranzo in famiglia o una passeggiata – in scene cariche di tensione e di aspettative, che ci mostrano quanto lei sia tormentata dai dettagli e dal controllo. Per esempio, durante una cena fra amici, osserva attentamente ogni interazione del marito, analizzando minuziosamente i suoi gesti e le sue parole per cogliere eventuali segnali di disinteresse o affetto. È proprio questa costante vigilanza a trasformare situazioni ordinarie in fonti di tensione e aspettative, evidenziando la sua necessità di controllo e la paura di perdere l’amore del coniuge.
Il luogo e l’anno di ambientazione non sono dichiarati in modo esplicito, questo per creare un contesto abbastanza universale e atemporale che permette al lettore di concentrarsi sull’introspezione psicologica dei personaggi. L’ambientazione potrebbe essere quella di un’ordinaria cittadina francese, ma i dettagli spaziali rimangono volutamente vaghi, spostando l’attenzione dalle coordinate geografiche al mondo interiore della protagonista.
Anche la scelta di non dare un nome alla protagonista sottolinea il carattere universale del suo vissuto e delle sue emozioni, rendendo il suo conflitto interiore ancora più rilevante e impersonale.
Uno dei temi centrali in Mio marito è l’ossessione, che si manifesta come una dedizione totale e una gelosia soffocante. Questa ossessione non è espressa apertamente, ma traspare nei gesti, nei pensieri e nelle azioni quotidiane che rivelano il bisogno di controllo assoluto, quasi patologico, su ogni aspetto della vita del marito della protagonista. La gelosia, inoltre, non riguarda altre donne o potenziali rivali, ma l’autonomia stessa dell’uomo, la sua capacità di avere una vita interiore ed emotiva che sfugga alla comprensione e al dominio della moglie. Quest’ultima infatti non sopporta l’idea che il coniuge possa avere spazi mentali e affettivi a lei inaccessibili, e tale sentimento sfocia in una gelosia possessiva, che è un misto di amore e di desiderio di controllo.
Questo ci porta a un secondo tema fondamentale del romanzo: il contrasto tra apparenza e realtà. All’esterno, il matrimonio appare impeccabile, quasi un modello da emulare, ma sotto la superficie si nasconde una realtà d’insoddisfazione, paura e dipendenza emotiva. Ventura esplora in modo sottile questa dualità, mostrando come l’immagine di perfezione che la coppia presenta al mondo nasconda in realtà un disagio profondo. La vita della protagonista è costruita su una maschera di normalità e felicità, che la isola e la intrappola in un circolo di segreti e di menzogne. Questo conflitto tra ciò che viene mostrato e ciò che realmente si vive è un tema ricorrente, che porta il lettore a riflettere su quanto spesso l’apparenza possa ingannare.
Infine, assume rilievo anche la riflessione sull’identità femminile e sul ruolo di moglie e madre. La figura principale sembra costruire la propria identità esclusivamente intorno al marito e alla sua posizione all’interno della famiglia, come se la sua esistenza avesse valore solo attraverso di lui. Ciò la porta a trascurare le proprie esigenze e desideri, a sacrificarsi in modo quasi patologico. Ventura ci mostra come questa donna sia intrappolata in un’immagine tradizionale della femminilità, che la costringe a trovare la propria realizzazione esclusivamente attraverso il matrimonio. Solleva quindi domande profonde sull’autonomia e sul valore dell’individualità femminile all’interno delle relazioni, portando alla luce le difficoltà e le complessità di un ruolo spesso limitante.
L’autrice sceglie di narrare la storia in prima persona, dando al lettore accesso diretto ai pensieri e alle emozioni della protagonista. Questa scelta narrativa rende il romanzo estremamente intimo, permettendo al lettore di immergersi nella mente disturbata del personaggio principale. Attraverso questa prospettiva, vediamo il mondo così come lei lo percepisce, distorto dalla sua fissazione e dalla sua gelosia. La lettura può dunque risultare affascinante e, al tempo stesso, angosciante, poiché ci obbliga a confrontarci con i pensieri più oscuri della donna, senza alcun filtro.
Le descrizioni di Ventura sono precise e dettagliate: ogni gesto e ogni sguardo sono rappresentati con attenzione, come se fosse fondamentale per comprendere la dinamica del rapporto. I dialoghi sono spesso carichi di tensione, a volte brevi e freddi, altre volte intrisi di sottintesi. Ventura riesce a creare un’atmosfera di suspense anche nei momenti più banali, rendendo la lettura avvincente e quasi claustrofobica.
Il racconto ha un impatto potente sul lettore: siamo portati a provare empatia, ma anche disgusto per la protagonista, in un misto di attrazione e repulsione. Questo effetto è il risultato di una narrazione abilmente costruita, che ci porta a esplorare i lati più oscuri delle relazioni umane e delle emozioni.
Mio marito, che oltretutto ha vinto il PrixDu Premier Roman, è un romanzo che merita di essere letto e che non lascia indifferenti: la sua esplorazione dell’ossessione e del controllo all’interno di una relazione coniugale è affascinante e disturbante allo stesso tempo.
L’autrice, esordiente con questa opera, dimostra un’abilità straordinaria nel rappresentare le sfumature della mente femminile in uno stato di controllo maniacale e di dedizione patologica. Ventura ha lavorato come giornalista e produttrice radiofonica prima di esordire come scrittrice: la sua esperienza nel mondo dei media ha sicuramente contribuito alla sua capacità di osservare e descrivere le complessità psicologiche e le dinamiche emotive che si instaurano nelle relazioni.
È infatti riuscita a creare un’opera unica nel suo genere, che ci porta a riflettere sulla natura dell’amore, della gelosia e dell’identità femminile. Non è un romanzo per tutti, ma per chi apprezza le storie psicologiche intense e i ritratti di personaggi complessi. Ventura ha dimostrato un talento notevole nel catturare le sfumature dell’animo umano, e il suo esordio letterario lascia sperare in altre opere altrettanto profonde e provocatorie.
Il libro in una citazione
«Mio marito non ha più un nome, è mio marito, mi appartiene.»
28 novembre 2024
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