Benché la prima edizione sia stata pubblicata quasi un decennio fa, il libro del giornalista britannico Tim Marshall offre ancora oggi una disamina geopolitica che può aiutare anche i non addetti ai lavori ad avere una visione più globale della realtà
di Raffaele Nuzzo
Le 10 mappe che spiegano il mondo
Autore: Tim Marshall
Traduttore: Roberto Merlini
Editore: Garzanti
Anno edizione: 2020
Anno prima edizione: 2015 (Gran Bretagna)
Genere: Società, Storia
Pagine: 315
Consigliato a chi è interessato a geografia, geopolitica, politica, storia e ha una base di studi in tali discipline; a chi desidera approfondire gli aspetti storico-geografici-politici di un determinato luogo; a studenti universitari e docenti di discipline umanistiche.
Molti si appassionano alla geografia semplicemente con un mappamondo avuto in regalo da bambini, meglio se di quelli che s’illuminano e fungono da abat-jour. Poi fanno scorrere il dito su quella strana palla, leggono i nomi delle città e delle nazioni e, più che la lampadina, si accende un vero e proprio interesse verso questa materia. Una volta nata la passione, chiedono in dono uno strumento più accademico: l’atlante geografico, col quale possono soddisfare molte più curiosità sul mondo e valicare con la fantasia le mura della casa in cui sono è cresciuti.
Non a caso si parla di “geografia”, parola dall’etimologia greca che deriva da geō (Terra) e graphía (scrittura, descrizione). In pratica, una scienza che studia la “scrittura” della Terra che, a pensarci bene, è davvero un romanzo infinito che racconta luoghi, climi, montagne, laghi, mari, oceani e anche sterminati deserti di sabbia o distese di neve nonché ghiacci perpetui. E soprattutto storia, perché in ambienti anche diametralmente opposti e difficili per le condizioni di vita, l’uomo si è insediato e ha fondato civiltà e imperi millenari.
Geografia è sinonimo di avventura ed esplorazione. Un accanito viaggiatore non può non apprezzare questa disciplina. Se poi a essa si accosta la politica, ecco nascere la “geopolitica”, che indica concretamente “arte o tecnica della città”, parola anch’essa di etimologia greca derivante da polis e techne.
Sinteticamente, i geopolitici analizzano le interconnessioni tra la morfologia di un territorio e il suo governo, gli usi, i costumi e la storia. E capita sovente che le scelte politiche siano operate tenendo conto dei fattori fisici di un territorio. Anche i meno esperti, visti i drammatici accadimenti di questi ultimi tempi, comprenderanno benissimo l’enorme importanza della geopolitica.
La materia è assai complessa e reperire un testo che possa fornire le basi per un buon approccio a essa non è affatto facile. Le 10 mappe che spiegano il mondo che Tim Marshall ha scritto nel 2015 può essere considerato un libro di questo tipo ancora oggi.
Se il lettore è un novizio della geopolitica, è necessario che non sia completamente digiuno di storia e attualità. Se però ha questi requisiti, la scelta di questo saggio può essere azzeccatissima.
Tim Marshall ha maturato un’esperienza trentennale come giornalista degli affari esteri per BBC e Sky News e ha svolto il pericoloso compito di inviato in diversi teatri di guerra tra Balcani e Medioriente. Ha scritto per autorevoli testate quali The Sunday Times, The Guardian, The Times e The Indipendent e dirige il sito di analisi politica internazionale Thewhatandthewhy.com. Quindi, vanta un curriculum che attesta indubbiamente la sua padronanza della materia.
“Non c’è storia senza geografia” recita la sinossi dell’editore. Parafrasando: la storia di un popolo o di una civiltà è pesantemente influenzata dalla sua conformazione orografica e fisica che quindi, oltremodo, ne condiziona anche le scelte politiche e militari. Nelle 10 mappe che spiegano il mondo Marshall ci spiega brillantemente come questo avviene.
L’autore compie infatti una disamina geopolitica intorno alla Terra, in ogni suo continente e, pur utilizzando un registro prettamente tecnico, il libro risulta di lettura scorrevole e di facile comprensione anche ai non addetti ai lavori. Difatti Marshall rivela i meccanismi e i retroscena che hanno causato guerre e conflitti nel passato e, sulla base dei dati in suo possesso, azzarda lucidamente pronostici su quelli che potrebbero potenzialmente insorgere. Interpreta in modo assolutamente asettico e imparziale le frizioni e gli attriti fra le varie potenze, mondiali e non. Il suo certosino lavoro di divulgazione è anche condito da interessanti cenni di storia su alcuni popoli, sunti di memorabili battaglie e analisi strategico-militari.
Marshall riesce a delucidare le complicate equazioni e gli equilibri di potere, svela le mire espansionistiche e gli interessi economici ed energetici, individua i prepotenti deus ex machina che, mai come oggi, tirano le fila e sconvolgono gli equilibri mondiali. Spulcia dieci mappe sotto il profilo geopolitico, toccando ogni continente nei suoi punti deboli, tastandone i nervi scoperti e anticipando quelli che potrebbero scoprirsi a breve. Riporta alla luce vecchie ruggini tra entità statuali confinanti e dissotterra le radici dell’odio tra nazioni e popoli. Insomma, scrive un trattato articolato, che illumina le intricate trame politiche di piccoli mondi.
Quest’opera può senza dubbio essere un manuale da studiare per aspiranti politici, insegnanti di storia e geografia e per tutti coloro che vogliono avere una visione più globale e integrale della realtà in cui viviamo.
Chi sceglierà di leggerlo con attenzione e consapevolezza si sentirà mentalmente più aperto e, soprattutto, infinitamente più cittadino del mondo. In effetti, tanti spigoli potrebbero essere smussati se, tra le altre cose, ci fosse una maggior comprensione delle diversità altrui. Questo meraviglioso pianeta potrebbe essere davvero un posto migliore se tutti comprendessimo l’importanza della sua conformazione. Anche la geografia ci ha aiutato a essere come siamo.
Il libro in una citazione
«Nel bene o nel male, il mondo moderno nasce dall’Europa. Questo avamposto occidentale della grande massa continentale eurasiatica diede origine all’Illuminismo, che portò alla Rivoluzione industriale, da cui deriva ciò che vediamo tutti i giorni intorno a noi. Dobbiamo ringraziare – o maledire, a seconda dei punti di vista – la collocazione geografica d’Europa.»
20 agosto 2024
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