L’esordio di Miranda Cowley Heller è stato acclamato come un ottimo esempio di “romanzo americano”, in cui si intrecciano intrighi famigliari, segreti che riemergono dal passato e urgenza di fare una scelta determinante per la propria vita
di Enzo Palladini
Il palazzo di carta
Autrice: Miranda Cowley Heller
Traduttore: Stefano Beretta
Editore: Garzanti
Anno edizione: 2022
Anno prima edizione: 2021 (Usa)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 394
Consigliato a chi si interessa all’America e ai suoi aspetti meno conosciuti, con un occhio al sentimentalismo.
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Eleanor è una signora sulla cinquantina e sta trascorrendo l’estate in compagnia del marito Peter, dei tre figli e della madre Wallace. Spesso ospitano a cena una coppia di vecchi amici, Jonas e Gina. L’ambiente della loro vacanza è affascinante e molto particolare. Più che una casa è un campo estivo. Si trova a Back Woods, New England, sulla riva dell’oceano. È composto da una parte in muratura, soprannominata Il palazzo di carta, perché è stata costruita dal nonno di Eleanor con un materiale molto fragile. Il soprannome coincide col titolo del romanzo della scrittrice americana Miranda Cowley Heller per un motivo chiaro fin da subito: tutta la vicenda si svolge in questo posto del cuore, compresi i momenti in cui la protagonista rievoca e ricorda il passato.
La creatura del nonno resiste al tempo. Accanto al corpo centrale, occupato soprattutto dalla cucina e dal soggiorno, ci sono delle cabine che vengono utilizzate come camere da letto. Si vive all’aria aperta, a poca distanza dalla spiaggia. Nella proprietà c’è anche uno stagno, una specie di grande piscina naturale, dove Eleanor e sua madre si impegnano in lunghe nuotate distensive. Sembrerebbe un dolce quadretto famigliare, ma una sera, dopo una cena in compagnia, Eleanor decide di concedersi dietro un cespuglio a Jonas, per il quale da diversi decenni prova una forte attrazione fisica.
L’episodio scatena una serie di reazioni nella mente di Eleanor, che ripercorre il cammino della sua vita, dell’infanzia e dell’adolescenza, trascorse insieme alla sorella Anna, entrambe spostate come pacchi postali dopo il divorzio dei genitori e le loro successive convivenze con altri compagni. Iniziamo a scoprire che sia la madre sia la nonna della protagonista, Nanette, hanno avuto una vita sentimentale molto complessa. Eleanor, invece, dopo un rapporto di amicizia-amore giovanile con Jonas, ha sposato Peter. A questo punto, però, si sente prigioniera della sua situazione perché il desiderio di avere accanto Jonas diventa sempre più forte.
Dopo quel momento d’intimità con Jonas, Eleanor vive un periodo di grande difficoltà interiore, assediata da tutti i sensi di colpa possibili. Sente però infiammarsi una passione latente, che diventa una pressione insostenibile. Sono ore in cui la protagonista ci racconta tutto di sé: scopriamo così molti momenti oscuri, il più focale dei quali è l’abuso subito dal fratellastro Conrad – figlio di primo letto della seconda moglie di suo padre – un ragazzo che poi Eleanor vedrà morire affogato davanti ai suoi occhi senza sentire l’impulso di salvarlo. Molto segnante è anche la morte, quasi improvvisa e a causa di un male devastante, di Anna, la sorella alla quale la protagonista era legatissima.
Miranda Cowley Heller ha una storia artistica molto ricca, al di là di questo che è il suo primo (e per ora unico) romanzo pubblicato. C’è un alone di mistero intorno a lei, una data di nascita incerta (1961 o 1962) e l’interrogativo sul come abbia iniziato così tardi la sua attività di scrittrice nel vero senso della parola. Ha lavorato come editor alla rivista Cosmopolitan e come sceneggiatrice all’emittente televisiva HBO. Non a caso questo bestseller è destinato a diventare presto una serie tv prodotta dalla stessa HBO.
Il tema portante è abbastanza ricorrente soprattutto tra gli scrittori nati negli anni Sessanta che hanno attraversato intensi cambiamenti epocali: un grande amore giovanile che, a un certo punto della vita, torna prepotentemente a farsi sentire. Su questo filone, Miranda Cowley Heller innesta non solo una storia famigliare ricchissima di aneddoti e avventure, ma anche una sensualità che viene resa senza mai scadere nel volgare, sempre restando nei limiti del garbo e di una scrittura adeguata a raccontare quelli che sono sentimenti prima ancora di essere atti fisici.
È proprio questa la forza del romanzo: lo stile dell’autrice. Da ogni pagina sgorga delicatezza, sia quando si racconta un evento traumatico come uno stupro o una morte violenta, sia quando si vuole rendere partecipe il lettore della gioia che può trasmettere una sana sensualità. Non è un caso se Il palazzo di carta è stato giudicato benissimo da alcuni grandi scrittori, a partire da Nick Hornby.
Un esordio di alto profilo, un libro che stupisce a ogni capitolo con nuove rivelazioni. Una storia sulla necessità di essere sinceri con se stessi, anche se a volte può far male al cuore. Dolorosa è soprattutto la scelta che Eleanor s’impone a un certo punto del romanzo: entro ventiquattro ore deve (o meglio vuole) decidere se continuare la sua vita coniugale oppure cambiare radicalmente strada e gettarsi tra le braccia di Jonas. E proprio qui si comprende il tema più potente di tutta l’opera, il sottile confine che separa ciò che è giusto da ciò che non lo è.
Il libro in una citazione
«Mi fermo, in piedi sul precipizio della memoria, e desidero disperatamente cadervi dentro, pur sapendo di non poterlo fare.»
13 agosto 2024
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