Gelosia, violenza, dolore e perdono sono tra i temi del sorprendente esordio cui Carla Madeira ha lavorato per oltre quattordici anni e che l’ha trasformata in un fenomeno della narrativa brasiliana
di Enzo Palladini
L’amore è un fiume
Autrice: Carla Madeira
Traduttore: Daniele Petruccioli
Editore: Fazi
Anno edizione: 2024
Anno prima edizione: 2014 (Brasile)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 180
Consigliato a chi è interessato sia a un racconto erotico elegante sia a un sentimentalismo acceso.
È (sembra) un amore totale quello tra Venâncio e Dalva. Si conoscono fin da quando erano ragazzini, si sono corteggiati, cercati, amati, poi è arrivato il matrimonio. Anche qui la felicità ha riempito le loro giornate. Alle loro spalle c’è un passato complicato: per Venâncio il peso tremendo di un padre troppo rigido dal quale ha finito per scappare insieme alla madre; per Dalva il trauma famigliare è avvenuto proprio quando i genitori hanno scoperto la sua innocente relazione con Venâncio. La madre Aurora è stata comprensiva, ma il padre Antonio è andato su tutte le furie. Però, alla fine, Venâncio è riuscito a farsi accettare e il matrimonio procede, suscitando l’invidia dei vicini per la passione così intensa che traspare da ogni atteggiamento della coppia.
Un giorno succede però la tragedia. Venâncio dimostra in varie occasioni il suo grave limite: la gelosia. Un sentimento negativo, che diventa violento nel momento in cui Dalva dà alla luce il loro primogenito, Vicente. Quando Venâncio vede il figlio succhiare il latte dal capezzolo di Dalva, perde completamente la testa. Picchia la moglie selvaggiamente e scaraventa il neonato a terra, poi prova a raccoglierlo, lo vede diventare viola, esce di casa e va a consegnarlo, per evitarsi la pena di seppellirlo, a una donna che vive ai margini della città, conosciuta da tutti per la sua carità e la sua pazienza. Dalva decide di non rivolgere mai più la parola a Venâncio e di vivere sola con il suo dolore.
Nella vita di Venâncio prova a entrare un’altra donna. Si chiama Lucy, fa la prostituta ed è conosciutissima in tutta la zona per la sua bellezza considerata irresistibile. Ci troviamo in una piccola città del Brasile, non meglio identificata e mai nominata nel testo, probabilmente a metà del secolo scorso. Gli uomini fanno la fila alla Casa di Manu, il bordello dove Lucy esercita, ben sapendo che non tutti possono usufruire dei suoi servizi. Decide lei, consapevole del potere che ha sul genere maschile. Anche alle spalle di Lucy c’è una storia complicata: ha perso i genitori quando era molto piccola; ha vissuto con una zia che, dopo averla accolta, la trattava come una servetta; ha sedotto lo zio Brando e, per questo, è stata cacciata di casa. Ora fa la prostituta per vocazione e non per costrizione. Per motivi incomprensibili, Lucy s’innamora in maniera insana di Venâncio. Quando lo vede in attesa alla Casa di Manu, tenta in tutti i modi di averlo per sé, ma si scontra con una serie infinita di rifiuti, finché avviene qualcosa che sconvolge la vita sia di Lucy sia di Venâncio, sia di Dalva.
Ci sono due piani paralleli sui quali l’autrice brasiliana Carla Madeira si muove nell’Amore è un fiume, ottenendo alla fine un risultato omogeneo che regala emozioni assortite. Ognuno di questi due piani presenta un linguaggio specifico, ed è come avere un doppio romanzo all’interno dello stesso libro. La prima parte fa pensare a una storia puramente erotica. Al centro dell’attenzione c’è Lucy, ragazza spregiudicata che usa gli uomini a suo totale piacimento. Madeira ne racconta le gesta amatorie con un linguaggio altamente esplicito, addentrandosi in particolari piccanti, ma senza mai oltrepassare il sottile confine tra erotismo e pornografia. È probabile che questa prima parte possa essere più apprezzata da un pubblico maschile, ma si tratta solo di avere pazienza, lasciar scorrere un po’ di pagine. Nella seconda parte il focus è completamente spostato sui sentimenti. Viene infatti raccontata la nascita dell’intensissimo amore tra Dalva e Venâncio, ma anche quello di mamma Aurora per la figlia Dalva. Si trattano temi sempre attuali come la gelosia, l’invidia, il rapporto tra genitori e figli. Viene dato spazio anche al dolore fortissimo: quello di Dalva, quello di Venâncio, quello di molti altri personaggi. Un altro romanzo, in pratica. E c’è il momento della commozione. Il sentimentalismo, che emerge piano piano dal forte contenuto sensuale dei primi capitoli, raggiunge qui un apice elevatissimo.
Si arriva finalmente a comprendere il perché del titolo L’amore è un fiume: è l’andamento generale del libro. Comincia leggero, come l’acqua che sgorga da una sorgente, poi diventa via via sempre più intenso, fino ad arrivare all’impeto di una conclusione inattesa, a fortissime tinte emotive, che assomiglia tanto al momento in cui il fiume, alla fine del suo corso, diventa una parte di mare.
Per Madeira, sessantenne di Belo Horizonte, questo è il romanzo d’esordio dopo una lunga carriera di giornalista e pubblicitaria. Lo ha pubblicato in lingua originale nel 2014 (Tudo è rio) dopo quattordici anni di lavoro. Un successo straordinario, che l’ha portata nel 2021 a essere la seconda autrice nelle classifiche di vendita del Brasile, alle spalle del pluripremiato Itamar Vieira Junior. Il regista Bruno Barreto ha contattato l’autrice per realizzare un adattamento cinematografico di quest’opera, ma la risposta è stata negativa: non c’era chiarezza sullo sviluppo del film e soprattutto Madeira avrebbe gradito che la versione cinematografica fosse realizzata da una donna.
Il libro in una citazione
«Se c’è una cosa che non manca al mondo è la gente destinata a non incontrarsi mai. Si nasce in paesi lontani e non ci si incrocia nemmeno per caso. Un vero spreco.»
4 agosto 2024
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