Michele Masneri sceglie lo sguardo dell’osservatore disincantato per raccontare la storia di un giovane giornalista freelance alle prese con le conventicole mondane di una calda estate romana e farci riflettere sui vizi e le stravaganze che possono albergare in noi
di Sabrina Colombo
Paradiso
Autore: Michele Masneri
Editore: Adelphi
Anno edizione: 2024
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 187
Consigliato a chi vuol leggere un romanzo brillante che fotografa alcuni aspetti dell’Italia contemporanea.
Se ti interessa, leggi anche
Villa Metaphora di Andrea De Carlo, Bompiani 2012.
Che la festa cominci di Niccolò Ammaniti, Einaudi 2009.
Enigma in luogo di mare di Fruttero & Lucentini, Oscar Mondadori 1993.
Federico Desideri, giovane freelance, in una torrida estate milanese, a un passo dalle agognate ferie agostane, riceve dal direttore della rivista per cui scrive – il magazine di nicchia Comic Sans – l’incarico di partire per Roma, dove intervisterà il regista Premio Oscar Mario Maresca, genio della cinepresa assurto agli onori della cronaca per il pluripremiato America Latrina, liberamente ispirato dalla vita del giornalista e scrittore Barry Volpicelli.
Federico parte, lasciando al fidanzato architetto – infaticabile lavoratore e maniaco del controllo – il compito di organizzare le rituali vacanze di gruppo a Stromboli.
Giunto nella capitale, Federico viene catapultato nell’estate romana della buona società, fatta di palazzinari in odore di camorra, nobili decaduti, intellettuali annoiati, sottosegretari festaioli, aspiranti attori in cerca di un aggancio in Rai.
Maresca è sfuggente, si divide tra Capalbio e Sabaudia, dribbla con abilità i tentativi di intervista: in compenso Federico si imbatte proprio in Volpicelli, l’uomo la cui parabola esistenziale avventurosa e scapigliata è diventata di dominio pubblico grazie al film che ha consacrato Maresca nell’olimpo dei cineasti.
Barry è un tipo speciale, ha passato diversi anni in America, dove ha assorbito la cultura beat, raccontandola dal di dentro. Tra un aneddoto su Lawrence Ferlinghetti e una battuta salace sullo stile di vita losangelino, Barry seduce intellettualmente Federico. Quest’ultimo diventa la mascotte di Volpicelli, che lo scarrozza per Roma e dintorni a bordo della sua Rolls gialla e scalcinata, targata California. Un’auto iconica, proprio come il suo proprietario, che l’ha portata con sé di ritorno dagli States. Come Barry, anche la Rolls ha visto tempi migliori, quando un giovane e motivato Volpicelli scorrazzava alla ricerca degli scorci di selvaggia bellezza del Big Sur o della Silicon Valley, facendosene ispirare. Barry diventa il Virgilio che introduce Federico nel sancta sanctorum del potere capitolino, le mitiche terrazze con vista sui colli o sulle sacre stanze dei palazzi apostolici, dove si incontrano i nomi che contano.
Ma la vera scoperta è il cosiddetto “Paradiso”, un comprensorio turistico sul litorale laziale che sente il peso degli anni ma ha comunque un suo fascino blasé, frequentato da un gruppo di vacanzieri terribilmente grotteschi. Tra principesse decadute, vecchie signore di casa presso il Vaticano ai tempi di Ratzinger, un ambasciatore in quiescenza col pallino dei buoni sconto al Sidis, un ginecologo a riposo votato all’allevamento di galline da esposizione, un’influencer filippina e diversi social media manager privi di scrupoli, Federico scoprirà quanto squallore si nasconde dietro la patina dorata delle conventicole mondane. Non solo: con l’occasione, prenderà coscienza dello stato della sua relazione sentimentale con Martino e assumerà alcune decisioni fondamentali per il suo futuro, umano e professionale.
La prosa è spiritosa: si osservano frequenti incursioni nell’inglese, o meglio negli inglesismi che infarciscono – spesso in maniera assolutamente inappropriata – la quotidianità dei dialoghi in questi nostri tempi votati all’esterofilia, al livellamento del linguaggio secondo i canoni social e alla superficialità. Chiaramente, è una scelta autorale consapevole, volta a enfatizzare il contesto narrativo.
Le atmosfere sono a metà strada fra l’onirico felliniano e la commedia all’italiana di Dino Risi o di Steno. Il romanzo si gioca sul filo degli ambigui dualismi e degli stereotipi – Nord contro Sud, Milano/città nevrotica e produttiva contro Roma/capitale splendida e decadente – e sulla contrapposizione povero/ricco, nobile/parvenu, in un continuo susseguirsi di comparse goffe, equivoche e sgraziate. In questo senso, l’opera pone il focus su questioni su cui già altri autori – particolarmente attenti e sensibili ai cambiamenti della società – hanno avuto modo di esercitarsi, da ultimo Nicolò Ammaniti ma anche Andrea De Carlo o Fruttero & Lucentini. Tuttavia, tra il ruolo del censore dei malcostumi italici e quello del disincantato (a volte, allibito) osservatore, Masneri sceglie il secondo approccio, risultando – se non innovativo – convincente e senza la presunzione di fornire soluzioni facili.
Reso in terza persona, l’uso del presente indicativo pone il lettore nella condizione di osservatore privilegiato – in presa diretta – delle rocambolesche avventure del protagonista.
Luogo esclusivo e inavvicinabile, il Paradiso che Masneri immagina è un crocevia di destini mal assortiti: i freak che lo abitano sono di fantasia eppure realistici, nella loro stravaganza “arrivano al lettore” e lo inducono alla riflessione. Sono verosimili gli abitanti del villaggio? Sono così lontani dalla realtà i protagonisti del “microcosmo” che ci racconta Masneri? E soprattutto: non è che – anche in piccola parte – ciascuno di noi condivide involontariamente i vizi, la ristrettezza nel pensiero e le stravaganze di questa strampalata congrega di maschere bislacche?
Michele Masneri (Brescia, 1974) è giornalista del Foglio ed è al suo secondo romanzo, dopo Steve Jobs non abita più qui, pubblicato da Adelphi nel 2020. Con Paradiso si è aggiudicato il Premio Cortina d’Ampezzo 2024.
Il libro in una citazione
«Qualche tempo fa ho letto di alcuni coccodrilli che quando arriva l’inverno restano bloccati nel ghiaccio delle paludi o dei laghi in cui vivono. Tengono fuori solo le narici solo per respirare, azzerano tutte le funzioni vitali, e aspettano. Brumazione, mi pare si chiami. Ecco voi qua al Paradiso mi sembrate un po’ così, in attesa, anche se non so bene che cosa state aspettando…»
18 luglio 2024
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