Prosa visiva e stile introspettivo caratterizzano il romanzo d’esordio di Vinicio Marchioni, in cui un quindicenne passa all’età adulta affrontando uno dei momenti più cupi della sua esistenza
di Sabrina Colombo

Tre notti
Autore: Vinicio Marchioni
Editore: Rizzoli
Anno edizione: 2024
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 284
Consigliato a chi ama i racconti di formazione, a chi vuole leggere una storia di educazione sentimentale tutta al maschile, realistica e non stereotipata.
Il 29 novembre 1991 Andrea, appena quindicenne, deve affrontare uno dei momenti più cupi nella vita dei più: la morte del padre, Dante. I due si trovano nella casa di campagna e Andrea – al colmo della disperazione – sottrae le chiavi della vecchia automobile del nonno e si allontana nella notte.
Difficile fare chiarezza nei propri sentimenti quando con tuo padre non ti confronti da tempo: Dante anni prima aveva abbandonato un lavoro ministeriale solido e ben retribuito per intraprendere un’attività di autotrasporto dagli esiti fallimentari. Contemporaneamente si era lanciato in una nuova storia sentimentale a scapito della famiglia: gli incontri con i figli si erano fatti sempre più sporadici, formali, evanescenti.
Andrea, in questa notte di tregenda non se la sente di rimanere al capezzale di un morente – che per certi aspetti sente estraneo a sé – e si rifugia da Martina, la ragazza che ama, bellissima e impetuosa nella sua spontaneità adolescenziale. Dopo avere condiviso parte delle sue frustrazioni con quest’ultima Andrea, ancora ebbro delle tenerezze scambiate, giunta l’alba saluta la Martina, abbandona l’auto, raggiunge con i mezzi il centro di Roma e inizia a bighellonare senza meta. All’imbrunire, riguadagna la strada verso la periferia e si reca a Torresecca, nel locale/ritrovo frequentato da Dante, sperando di rimediare un pasto e un po’ di umana comprensione.
Nel corso di tre notti – dal 29 novembre al 1° dicembre 1991 – Andrea compie un percorso a ritroso nella vita di Dante, aiutato dagli avventori del bar capitanati dal titolare Memmo, memoria storica della compagnia: ne scaturiscono racconti di aspetti a lui sconosciuti della giovinezza del genitore, che lo aiuteranno a fare pace idealmente con il fantasma dell’uomo che lo ha generato e che – pur coi suoi limiti – lo ha amato.
La borgata è coprotagonista: l’autore ci presenta un carosello di personaggi maschili variegato e convincente, fra cui Nerone “il filosofo” – con le sue massime di saggezza – Tiziano il fornaio, Danielino, Giancarlone, “KingKong”, Angioletto, “il Cambogia” e tanti altri – non ultimi – zio Mauro e “Sorcapelata”, i primi omossessuali dichiarati di Torresecca, coraggiosi e sfrontati in anni in cui non era facile ammettere apertamente il proprio orientamento.
I dialoghi sono schietti e veraci, malinconici e sentimentali senza mai essere sdolcinati, e l’uso del dialetto conferisce credibilità agli scambi di opinioni dei frequentatori del più classico dei “Bar dello Sport”, che si stringono attorno al ragazzo con ammirabile istinto all’accudimento, all’empatia e alla sensibilità.
Il romanzo – scritto in terza persona – pone il focus oltre che sulla relazione problematica fra padre e figlio, anche sul concetto di solidarietà declinato al maschile e lo fa fuori da ogni retorica, evitando un approccio “machista” o “paternalistico”.
Gli amici di borgata sono persone semplici, conoscono le regole che governano l’ambiente (a volte difficile) in cui si muovono ma sanno – quando necessario – superare i pregiudizi per guardare a fondo nel cuore delle persone, anche quelle che per scelta si discostano dai canoni consueti e decidono di veleggiare nel mondo portando alto il vessillo della propria unicità. Sono uomini che sanno capire, proteggere e anche perdonare ma, soprattutto, si astengono dal giudicare.
La prosa è molto “visiva”, si intuisce che l’autore ha dimestichezza con la regia e in effetti costruisce il romanzo “per scene” che sembrano pronte per un montaggio cinematografico o per una trasposizione teatrale “in atti”.
Il romanzo, giocato su più piani temporali che si scambiano continuamente, è – lo si intuisce dal titolo – notturno e introspettivo: la penombra è la condizione ideale per riflettere su vita, morte, amore, perdita dell’innocenza.
Andrea sarà traghettato – in questo contesto novembrino, cupo e respingente – dall’adolescenza all’età adulta, quella in cui i castelli in aria cedono il passo alla consapevolezza della transitorietà del nostro esistere e si prende atto che nulla dura per sempre, neppure il risentimento verso chi non ha saputo prendersi cura di noi o lo ha fatto nel modo più sbagliato.
Vinicio Marchioni è nato a Roma nel 1975, è attore di formazione classica, ha recitato in film e opere teatrali di successo, anche a livello internazionale. Ha fondato una casa di produzione, diretto un docufilm e curato regie per il teatro. Tre notti è il suo primo romanzo.
Il libro in una citazione
«Aveva quindici anni.
Aveva appena visto di che colore sono gli occhi della morte, in quelli di suo padre.»
4 giugno 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA