La giornalista Valentina Mira si rifà al memoir, alla biografia, alla cronaca giudiziaria e alla fiction per raccontare il proprio vissuto in ambienti di estrema destra e la storia oscura di Mario Scrocca, sindacalista accusato del pluriomicidio di via Acca Larentia e morto in carcere
di Sabrina Colombo

Dalla stessa parte mi troverai. L’altra storia di un mistero italiano
Autrice: Valentina Mira
Editore: SEM
Anno edizione: 2024
Genere: Moderna e contemporanea, Storie vere
Pagine: 256
Consigliato a chi vuole conoscere un punto di vista su una pagina oscura della Storia italiana di fine Novecento, a chi legge narrativa con una forte impronta politica.
Il 7 gennaio 1978 due giovani appartenenti al Movimento Sociale Italiano vengono assassinati mentre stanno uscendo da una sezione di partito in via Acca Larentia, nel quartiere Colle Oppio a Roma. Gli autori non vengono individuati ma la rivendicazione è di una formazione armata di sinistra. Ore dopo, nel corso di una manifestazione negli stessi luoghi, cresciuta sull’onda emotiva del grave episodio, un dimostrante missino viene ucciso. Anche in questo caso non vengono accertate le responsabilità. Acca Larentia si trasforma in un simbolo per la Destra romana.
Passano gli anni e il 30 aprile 1987 Mario Scrocca, ventisettenne padre di famiglia, infermiere di professione, sindacalista vicino agli ambienti di Lotta Continua, viene svegliato nella notte e arrestato con l’accusa di essere uno degli esecutori materiali di Acca Larentia. Tradotto a Regina Coeli – in attesa di comparire avanti al tribunale – dopo poche ore viene trovato morto, pur essendo stato sottoposto al regime di isolamento con osservazione e ospitato in una cella definita significativamente “antisuicidio”.
Qualcosa non ha funzionato nelle procedure di controllo.
A carico di Mario Scrocca non esistevano indizi significativi di reità, se non una testimonianza de relato da parte di una ragazza, all’epoca dei fatti quattordicenne, cui non fece seguito il riconoscimento fotografico. Troppo poco per un arresto?
Rossella Scarponi, moglie di Mario, non crede che si sia tolto la vita, ma l’attività investigativa langue, soldi da investire per supplementi peritali non ce ne sono, anche l’iniziale solidarietà dei compagni di lotta politica si sfilaccia e il caso finisce nel dimenticatoio mediatico e giudiziario, fra le pratiche da archiviare non solo nella cancelleria del tribunale ma anche nella memoria collettiva.
Anni dopo, in piena pandemia Covid, la scrittrice e giornalista Valentina Mira, durante una presentazione del suo libro di esordio, conosce Rossella. Ne nasce un’amicizia e con essa la voglia di riportare alla luce i fatti, esaminandoli dal punto dei famigliari. Rossella racconta a Valentina delle questioni lasciate irrisolte dall’autopsia, dei lividi sul corpo del marito, messo a disposizione dei parenti molte ore dopo il decesso, del contenuto di alcuni messaggi scritti ritrovati in cella, che non facevano presagire chiaramente un intento suicidario, dei misteri sulle modalità dei soccorsi e – non ultimo – della mai dimostrata presenza in quella tragica notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 1987 di altri detenuti politici nel braccio in cui Mario era ristretto.
Dalla stessa parte mi troverai è scritto sotto forma di un racconto che Valentina Mira intesse attorno alla figura di Mario Scrocca. Contemporaneamente una seconda linea narrativa mette il focus sull’esperienza personale di lei stessa, ripercorre il periodo in cui si era affacciata alla galassia di estrema destra e aveva frequentato un giovane di quell’area: una relazione sentimentale tossica quest’ultima, da cui era uscita segnata.
L’opera è un ibrido tra il memoir, la biografia e la cronaca giudiziaria. La prosa è asciutta e assertiva, in alcuni punti è un vero e proprio pamphlet. Sono frequenti i richiami alle gravi mancanze dell’organizzazione carceraria e le critiche alla farraginosità del sistema giudiziario.
L’autrice – pescando a piene mani anche dal proprio vissuto – ci offre le sue riflessioni sul rapporto tra reo e persona offesa dal reato, tra colpa e perdono e tra perdono e autoassoluzione.
Il titolo stesso – un verso del cantautore Francesco De Gregori – ci presenta Dalla stessa parte mi troverai come esempio di scrittura militante e ideologicamente orientata, che non nasconde le proprie opinioni, ma che crea un’opportunità di dibattito sul fatto di cronaca, sul clima di sospetto, sul contesto cupo ed esiziale in cui si sono mossi i protagonisti.
Valentina Mira, classe 1991, è giornalista, collabora con Il manifesto e il Corriere della sera, scrive per la Radiotelevisione svizzera e ha esordito con il romanzo a sfondo autobiografico X (Fandango) nel 2021, presto diventato caso editoriale.
Dalla stessa parte mi troverai – selezionato su proposta del giornalista Rai, conduttore televisivo e scrittore Franco Di Mare – è stato inserito nella dozzina del Premio Strega 2024.
Il libro in una citazione
«Eppure nella nostra porzione di mondo non è dove non si guarda che succedono le cose peggiori: è dove si guarda senza attenzione.
Dove si guarda pensando che tanto a te quella cosa lì non capiterà mai.
Che se è capitata a qualcuno è chiaro che se l’è cercata.»
15 aprile 2024
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