Donatella Di Pietrantonio scava nell’anima di personaggi che devono dare una direzione definitiva alla loro vita e racconta la dimensione del borgo cogliendo appieno il senso del vivere ai margini
di Sabrina Colombo
L’età fragile
Autrice: Donatella Di Pietrantonio
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2023
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 192
Consigliato a chi ama le storie di famiglia, con ambientazione nella provincia italiana.
Lucia è una cinquantenne separata, vive in un paesino del Pescarese e fa la fisioterapista. Ha avviato il proprio studio privato con l’aiuto dei genitori, gente semplice che ha risparmiato per farla studiare e garantirle stabilità.
Lucia è inquieta. Amanda, la figlia, a pochi mesi dal trasferimento a Milano per seguire i corsi della Statale e rincorrere il sogno della grande città – approfittando del lockdown – rientra in Abruzzo, senza dare troppe spiegazioni. Non parla, non frequenta i vecchi compagni, non vuole più impegnarsi sui libri. Qualcosa si è rotto nel suo precario equilibrio di giovane donna, “qualcosa” è successo nei mesi di lontananza da casa, che Lucia ha sottovalutato derubricandolo a mero episodio spiacevole.
Nel frattempo, il padre di Lucia insiste per donarle un terreno montano presso il Dente Del Lupo, sul massiccio del Gran Sasso, dove trent’anni prima sorgeva un fiorente campeggio. Quel luogo è ormai negletto, dopo essere assurto agli onori della cronaca nazionale quale scena del crimine di un efferato omicidio plurimo a sfondo sessuale. Il tempo trascorso è visibile nel degrado delle strutture, la natura ne ha ripreso possesso, ma alcuni speculatori edilizi sono interessati a mettere le mani sul comprensorio.
Lucia ripercorre le tappe dell’estate in cui tutto cambiò per lei, in cui l’amicizia con Doralice – una delle vittime dell’aggressione presso il Dente del Lupo – s’interruppe, schiacciata sotto il peso dei reciproci sensi di colpa. Non solo. La crisi d’identità di Amanda diventa l’occasione per riflettere sul passato e sul presente. L’isolamento dovuto alla pandemia, l’allontanamento progressivo del marito – trasferitosi a Torino – la nostalgia per gli anni in cui Amanda era una bimba di cui comprendeva stati d’animo e problemi, la presa di coscienza dell’avanzare dell’età del padre, che col suo gesto ha voluto simbolicamente passare il testimone della storia famigliare, il senso di vuoto dopo la scomparsa della madre, devastata dalla perdita della memoria negli ultimi momenti: sono tutte tappe di un viaggio intimo cui la protagonista non si sottrae, affrontando per la prima volta i demoni che non le danno pace. Sotto il peso soverchiante delle responsabilità Lucia vacilla, si sente persa.
L’età fragile non è un momento preciso e classificato della vita, è quello in cui – dopo aver perso l’innocenza – si prende atto che è necessario spingersi un po’ più in là, afferrare le redini e imprimere una direzione netta al proprio percorso esistenziale, con la consapevolezza che indietro non si può tornare. È ciò che fanno i protagonisti del romanzo, chi per un verso chi per l’altro, travolti dall’istinto di sopravvivenza che impone loro di non piegarsi anche di fronte al più profondo dei dolori.
L’età fragile – ispirato a un fatto realmente accaduto negli anni Novanta – è un romanzo breve, intimo, abitato da personaggi di cui l’autrice approfondisce l’interiorità con poche e scarne pennellate, che tuttavia si imprimono nella memoria dei lettori. Scritto in prima persona dal punto di vista di Lucia con una prosa asciutta, alterna il passato e il presente.
Donatella Di Pietrantonio è a pieno titolo annoverabile fra gli autori italiani che raccontano la dimensione del borgo: la vita nei piccoli centri, lontani anni luce – non solo geograficamente – dalle città, località anonime con una loro particolare bellezza, dove i rapporti umani si intessono inestricabilmente in una serie di vincoli famigliari e amicali indissolubili. Un filone ricchissimo della letteratura contemporanea, che coglie gli aspetti identitari, li riorganizza e li fa assurgere a teatro di narrazione e topos letterario: da Sacha Naspini a Roberto Camurri, passando per Fabio Genovesi, Daniele Mencarelli, Silvia Avallone, Marco Balzano e altri, tanti sono gli scrittori che hanno scelto di mettere il focus sulla provincia, cogliendo appieno il senso del vivere ai margini: dove non succede niente eppure succede tutto.
L’età fragile ha per protagonista anche la montagna abruzzese, mantenuta viva da contadini e pastori la cui sussistenza dipende dalla natura madre e matrigna, che come dà il sostentamento lo può togliere con una stagione avversa, una siccità prolungata, un’epidemia nelle greggi.
Il racconto dell’Appennino, delle valli scoscese, dei terrazzamenti strappati dalla fatica dei contadini ai pendii incolti, dei crinali pericolosi sui quali uomini e donne si avventurano a proprio rischio e pericolo diventa un tutt’uno con la vicenda dei protagonisti, che sembrano allontanarsi – spronati dalla volontà di emanciparsi da questa terra povera – ma che finiscono per tornare, a fare i conti con i propri traumi e le proprie umane debolezze.
Di Pietrantonio è nata ad Arsita (Teramo), è medico e autrice di numerosi romanzi che hanno ottenuto riconoscimenti, fra cui Mia madre è un fiume (Premio John Fante Opera Prima 2012), L’arminuta (Premio Campiello 2017 e Premio Napoli 2017); è stata finalista al Premio Strega nel 2021 con Borgo Sud; ha vinto, insieme a Monica Zapelli, il David di Donatello 2022 per la miglior sceneggiatura non originale tratta dall’Arminuta.
Il libro in una citazione
«Eravamo giovani, ma non invincibili. Eravamo fragili. Scoprivo da un momento all’altro che potevamo cadere, perderci, e persino morire.»
26 marzo 2024
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