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Libri per chi ama davvero leggere

Josif 1957, un gorilla d’acciaio nello Spazio

Nato come mascotte di Cartoomics, il forzuto primate è diventato protagonista di un “manghwò” che rivisita gli intrighi della Guerra fredda in versione umoristica e fantascientifica

di Elisa Vuaran

La copertina del libro "Josif 1957" di Davide Barzi, Fabiano Ambu e Rosa Puglisi (!t Comics)

⭐⭐⭐⭐

Classificazione: 4 su 5.

Josif 1957
Autore: Davide Barzi
Illustratori: Fabiano Ambu (disegni), Rosa Puglisi alias Vorticerosa (colore)
Editore: !t Comics
Anno edizione: 2023
Genere: Fumetto & Graphic Novel (fantascientifico, storico, umoristico)
Pagine: 108

Consigliato a chi è affascinato dagli intrighi della Guerra fredda, ma non ne disdegnerebbe una rivisitazione fantascientifica e umoristica.

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DELL’ASSOCIAZIONE !T COMICS

Russia, piena Guerra fredda. Nei loro laboratori segreti, gli scienziati vivono in un precario equilibrio tra quanto suggerirebbe il loro lato umano e quanto si deve fare per la gloria della patria. La corsa allo Spazio non deve essere fermata: la missione della cagnetta Laika (il cui vero nome era Kudrjavka… cioè “Ricciolina”) è fallita. Serve una nuova prova di forza: e quale prova potrebbe dimostrare più forza che spedire nel cosmo un gigantesco primate?

Josif – al secolo Josif Vissarionovic Dzugasvili – sembra proprio essere il soggetto perfetto per questa missione. Nato in una notte tempestosa da un programma di avanguardistiche sperimentazioni volte a creare superuomini e superanimali, il forzuto gorilla prende il suo nome dal leader Stalin, che la leggenda vuole fosse morto proprio nel momento in cui lo scimmione vedeva la luce. Calmato solo dalla voce della dottoressa Ozimov, veterinaria e sua madre putativa, l’animale è incontenibile al limite del pericoloso – limite che spesso oltrepassa. La nuova missione spaziale diventa così l’occasione perfetta per raggiungere ben due obiettivi: dimostrare agli americani chi ha ragione, e liberarsi di lui.

Josif 1957, pagina interna
Josif 1957, pagina interna

La storia di Josif non inizia qui, e nemmeno nelle foreste del Congo, come viene raccontato nel corso del fumetto: prima di diventare protagonista di quest’avventura (e di una miniserie in quattro volumi pubblicata dalla stessa casa editrice), il “gorilla d’acciaio” era già stato (dal 2014) la mascotte di Cartoomics, l’annuale fiera milanese dedicata alla cultura del fumetto. Oltre i confini italiani, Josif è approdato anche in Francia, in un grande formato, e negli Stati Uniti, con Cex Publishing.

!t Comics, associazione culturale no profit e realtà editoriale attenta alla narrazione grafica non convenzionale, propone questo albo come la risposta italiana al manga, chiamandolo “manghwò”: scelta provocatoria, e – considerato anche che nel resto dell’aspetto grafico e narrativo rispecchia più gli stilemi occidentali – apparentemente immotivata (come le istruzioni fornite a inizio volume per la sua lettura: si legge come un manga al contrario, cioè allo specchio, cioè… come un qualunque fumetto occidentale), di cui si può però apprezzare l’originalità. La casa editrice sottolinea anche, attraverso il marchio HC – made with Human Creativity – che viene donato a chiunque ne faccia richiesta, come quest’opera sia stata realizzata senza l’ausilio di intelligenza artificiale, a tutela della sperimentazione artistica umana.

Josif 1957, pagina interna

La sceneggiatura di Davide Barzi è sagace e, oltre a strappare diverse risate e a suscitare riflessioni su diversi temi (storia, etica, animalismo tra gli altri), chiama in causa diversi personaggi realmente esistiti: Pavlov e il suo cane (protagonisti di varie disavventure e discendenti del Pavlov scienziato e del cane che lo rende ancora oggi celebre tra i banchi delle scuole medie), Stachanov e il presidente americano Hoover (presentato insieme ai suoi replicanti) vengono visti in una nuova luce dissacrante e fantasiosa.

L’aspetto grafico rende bene, nei disegni di Fabiano Ambu, la dinamicità e l’energia (che si traduce nella più classica violenza “da fumetto”, con pugni incredibili e balzi spettacolari) delle scene. Ogni capitolo si apre con il disegno di un francobollo russo, simbolo di forza (e forse metafora dello “spedire nello Spazio”), e la palette di colori scelta da Vorticerosa (Rosa Puglisi) ricorda quelle dei manifesti sovietici.

Josif 1957 è un’ottima scusa per ripassare un po’ di storia divertendosi.

Il libro in una citazione
«“Solo il Conte di Montecristo ci ha messo più tempo a costruire la sua vendetta.”
“Sì, ma almeno nel frattempo aveva visto il mare, Marsiglia, Roma e Parigi.”»

13 febbraio 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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