Nel romanzo La tessitrice, la scrittrice senese Alessandra Cotoloni racconta la storia di una vedova che ridona vita a sé e a un piccolo villaggio delle Alpi Apuane intrecciando i fili delle relazioni umane
di Enzo Palladini

La tessitrice
Autrice: Alessandra Cotoloni
Editore: San Paolo
Anno edizione: 2023
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 192
Consigliato a chi crede ancora che la vita possa sempre darci una seconda possibilità.
Filomena è una vedova di 58 anni che vive sola in un podere delle colline senesi. Il marito è morto giovane, i due figli hanno formato le loro famiglie e gli spazi di casa cominciano a essere eccessivamente dilatati per le sue necessità. Non sta male dove sta, semplicemente ha bisogno di cambiare, di dare una svolta. Decide così di trasferirsi in un’abitazione di dimensioni più contenute, situata in un piccolo villaggio delle Alpi Apuane, in provincia di Carrara.
In realtà, non è solo il paesaggio circostante che deve cambiare nella vita di Filomena: occorre una metamorfosi anche nello stile di vita. Ecco allora che l’elemento fondamentale del trasloco diventa un vecchio bellissimo telaio perfettamente funzionante, che era appartenuto a sua madre. Poco importa per il resto degli arredamenti e delle suppellettili: Filomena pensa che lo scopo principale del suo trasferimento sia rimettere in funzione il vecchio strumento di tessitura, arte che da bambina aveva imparato proprio dalla mamma.
I primi tempi nella nuova casa non sono facili per Filomena. Il borgo dove stabilisce la sua residenza è un puntino sulle cartine geografiche, ha circa duecento abitanti, tutti con le loro insoddisfazioni e le loro infelicità, tutti intenti nelle occupazioni che svolgono da anni, se non addirittura da decenni. Le donne, in particolar modo, osservano con sospetto la nuova venuta: essendo sola e anche di bell’aspetto, pensano che possa essere una tentazione per qualcuno dei mariti.
Piano piano però scopriamo che Filomena è tutt’altro genere di donna. Le ferite della vita le hanno insegnato a vivere in pace con se stessa e con chi le sta intorno. Inizialmente trascorre le sue giornate da sola a esercitare l’arte della tessitura, poi comincia a instaurare rapporti con il vicinato, prima con le compaesane e poi con i compaesani. Stabilisce le prime amicizie, poi alcune donne le chiedono di tenere un corso di tessitura, richiesta che Filomena accoglie con grande entusiasmo. Con il passare delle settimane e dei mesi, la presenza della Tessitrice – perché così viene ribattezzata Filomena – diventa uno straordinario elemento di aggregazione all’interno del piccolo paese, che in questo modo rinascerà e rifiorirà guadagnandosi anche l’etichetta di meta turistica interessante. In altre parole, Filomena è una tessitrice in tutti i sensi, non solo di stole ma anche di rapporti, a proposito dei quali non dimenticherà certo se stessa.
La definizione più azzeccata per questo romanzo la leggiamo nella postfazione di Lucia Giannini, che di mestiere fa – non a caso – la tessitrice: “Una favola moderna”. Ogni pagina è foderata di ottimismo e di buoni sentimenti che la scrittrice senese Alessandra Cotoloni racconta con tutta la dolcezza di cui è capace e che già si poteva apprezzare nelle sue opere precedenti di cui abbiamo scritto (Bagasc e Taxi Milano25).
La vicenda di Filomena si svolge ai giorni nostri e lo possiamo intuire quando una coprotagonista smette di perdere tempo sui social network e dà libero sfogo alla sua passione per il disegno, tirandone fuori prodotti molto interessanti. A ogni modo, la collocazione temporale non è così importante, fondamentali sono i sentimenti che restano in trasparenza tra le righe di ogni pagina. Filomena è la vicina di casa che tutti vorremmo avere, sempre pronta a dare una mano, a regalare un sorriso, a riparare un danno. Ma forse è una persona che, con quel meraviglioso carattere, può esistere solo in una favola moderna, scritta con cotanta passione e dolcezza. Oppure chissà.
Il libro in una citazione
«Un tempo, un tempo molto lontano, le donne non potevano scrivere libri, a loro non era concessa la libertà di esprimersi, e così le donne cominciarono a raccontarsi attraverso la tessitura, ecco perché ogni stola è magica: dentro racchiude le emozioni di chi ha tessuto.»
26 gennaio 2024
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