
GLOTTIDALE
«Non riusciva a capire quanti uomini ci fossero in linea, ma erano molte le voci nel buio. Alcune come la sua, nel pesante glasgowiano glottidale, altre invece arrivavano da parti lontane della Scozia, voci cantilenanti o raffinate, indotte per vergogna o buona istruzione a pronunciare le vocali correttamente.»
Il giovane Mungo di Douglas Stuart. Traduzione di Carlo Prosperi. Mondadori, 2022. Pag. 271
Ho scelto la parola glottidale perché in questo romanzo ricorre spesso il riferimento alla parlata scozzese della classe operaia, che tende a modificare il suono della lingua inglese standard, “arrotondando” le finali e accentuando alcuni fonemi. L’autore vuole sottolineare la limitata capacità espressiva dei protagonisti, che va di pari passo con la scarsa scolarizzazione degli stessi.
Sabrina Colombo
glottidale
agg. e s. f. [der. di glottide]
Relativo alla glottide. In fonetica, occlusiva, fricativa g., consonante articolata mediante l’intervento dei due margini della glottide (come s. f., una […] glottidale); vibrazioni g., le vibrazioni dei due margini della glottide per la produzione della voce.
Vocabolario on line – Treccani.it
glòttide
s.f. Der. del gr. g✄lottís -ídos, da g✄lòtta “lingua”
[FME] Organo della fonazione; è l’apertura superiore della laringe: v. fonazione: II 669 c.
Dizionario delle scienze fisiche – Treccani.it
24 gennaio 2024
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