Nel romanzo di formazione con cui ha conquistato la prestigiosa onorificenza statunitense, Barbara Kingsolver fa rivivere la storia di David Copperfield in un ragazzo degli Appalachi alle prese con povertà, dipendenza dagli oppioidi, fallimenti istituzionali e tracollo morale
di Sabrina Colombo

Demon Copperhead
Autore: Barbara Kingsolver
Traduzione: Laura Prandino
Editore: Neri Pozza
Anno edizione: 2023
Anno prima edizione: 2022 (USA)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 654
Consigliato a chi ama i romanzi di formazione e quelli sociali, a chi vuole approfondire il tema della tossicodipendenza nelle periferie povere e quello degli affidi di minori in condizione di abbandono negli Stati Uniti.
Se ti interessa, leggi anche
David Copperfield, Charles Dickens, trad. di Enrico Piceni, Mondadori Oscar, 2019
e romanzi di formazione “dickensiani”, con una forte impronta sociale (narrativa angloamericana contemporanea) come
Il giovane Mungo, Stuart Douglas, trad. di Carlo Prosperi, Mondadori 2022
Storia di Shuggie Bain, Douglas Stuart, trad. di Carlo Prosperi, Mondadori 2020
Le regole della casa del sidro, John Irving, trad. di Pier Francesco Paolini, BUR 2018
Lee County, Southwest Virginia. Sono gli anni Ottanta e in una piccola cittadina degli Appalachi vive Demon Fields, soprannominato Copperhead – come l’omonimo serpente – per il colore ramato dei capelli.
Il padre del giovane protagonista è nativo americano della popolazione dei Melungeon ed è morto poco prima che Demon venisse al mondo; la madre è una ragazzina tossicodipendente e disperata, che passa da una rehab a un lavoro poco gratificante da Walmart, sotto l’egida dei servizi sociali che vigilano sulle sue capacità genitoriali.
Demon ha una passione e un talento – disegnare supereroi – e realizza strisce di fumetti che sono delle rivisitazioni in chiave “graphic novel” delle vicende che lo coinvolgono.
Se non fosse per i vicini di casa – la famiglia Peggot – che lo adottano quasi fosse uno dei numerosi nipoti, Demon vivrebbe allo sbando: quando la madre sposa Stoner, un tanghero tutto muscoli e poco cervello, le cose si mettono male e alla povertà si aggiunge la violenza domestica. Demon viene allontanato e posto in affido. Di male in peggio: il ragazzo viene collocato presso un fattore vedovo, che si intasca il contributo di mantenimento e lo impiega nella raccolta del tabacco. Lì conosce altra violenza, patisce la fame e viene iniziato alla dipendenza da farmaci.
Morta la madre, Demon entra a pieno titolo nel novero dei minori affidabili e si trova ad affrontare inenarrabili avventure che lo porteranno a viaggiare tra Virginia e Tennessee in cerca dei parenti in linea paterna rimasti e – in ultima analisi – di un posto sicuro in cui mettere radici. Molti saranno gli ostacoli da affrontare e, accanto a persone di buon cuore e solidali con le sue sofferenze, si troverà a dover fronteggiare il male che alberga in alcuni animi, inclini all’odio, all’invidia, alla ferocia.
Il romanzo di Barbara Kingsolver, che trae apertamente spunto da David Copperfield, capolavoro di Charles Dickens, si pone l’obiettivo di raccontare l’America povera dei giorni nostri, con un focus sul tema delle dipendenze da stupefacenti e delle cause ultime di questa piaga, attribuite – nella tesi dell’autrice – alle politiche sociali inesistenti a livello statale e federale e alle manovre commerciali delle lobby della farmaceutica.
Più volte si rimarca il ruolo delle grandi industrie nel determinare il progressivo impoverimento della regione appalachiana, attraverso lo sfruttamento delle ricchezze minerarie e la deforestazione selvaggia. Il risultato è presto detto: gli abitanti sono sempre più poveri e disperati a fronte degli enormi profitti percepiti dalle compagnie.
A questa inesorabile parabola discendente il governo non ha saputo fare fronte se non favorendo la diffusione del trattamento farmacologico del disagio della popolazione. Con il placet implicito delle autorità locali si è incentivato l’abuso di psicofarmaci e antidolorifici, prescritti impropriamente da medici prezzolati dalle case farmaceutiche, per sedare il dolore laddove la mancanza di adeguata copertura sanitaria impedisce l’accesso a terapie più appropriate.
L’impronta dickensiana permette a Barbara Kingsolver – con uno stile di scrittura moderno, realistico e brutale a volte, che fa uso della prima persona – di far luce sulla situazione d’indigenza materiale, morale, culturale in cui versa una fetta sempre crescente di americani, oppressi, abbruttiti, diseredati, privati di qualunque opportunità di emancipazione.
Demon è un personaggio che racchiude in sé le contraddizioni della sua gente – gli hillybilly, gli zotici bianchi poveri e ignoranti – e della sua epoca, l’ultimo scorcio di XX secolo in cui il sogno americano è definitivamente declinato di fronte al fallimento delle politiche di welfare. Il ragazzo saprà riscattarsi grazie al coraggio e alla vicinanza di alcuni indimenticabili coprotagonisti, nati dalla fantasia dell’autrice ma che molto assomigliano ad alcuni eroi del quotidiano – gli stessi disegnati da Demon – che sfidano ogni pronostico e seminano speranza e bellezza anche laddove la speranza è diventata un lusso quasi inaccessibile.
Del carosello di attori di questo dramma moderno non si dirà oltre per non togliere il piacere della lettura e della scoperta dei caratteri che l’autrice ha voluto rappresentare senza cedimenti al pietismo o alla retorica. Una menzione particolare va però a Mr Dick, colto e raffinato parente di Demon, costretto a vivere su una sedia a rotelle a causa di una malattia invalidante: egli affida al vento gli aquiloni di carta che costruisce personalmente e su cui annota frasi di William Shakespeare e Charles Dickens, metafora della forza della letteratura, e dell’arte in generale, che si libra al di sopra della meschinità e della cattiveria e che è in grado di innalzare l’uomo a un livello di conoscenza superiore di sé e del mondo, assolvendolo dal peggiore dei peccati: l’indifferenza.
Un plauso particolare va a Neri Pozza per avere pubblicato l’edizione italiana con una copertina di grande impatto grafico ed emotivo, in cui si riproducono disegni e schizzi di oggetti che si riferiscono a episodi precisi del romanzo, richiamando nel contempo la passione del giovane protagonista per il disegno.
Con Demon Copperhead l’autrice si è aggiudicata il Premio Pulitzer 2023 per la narrativa.
Il libro in una citazione
«Ai bambini che ogni giorno si svegliano affamati in questi luoghi oscuri, che hanno perso le loro famiglie per povertà e oppioidi, affidati ad assistenti sociali che continuano a perdersi le loro pratiche, che si sentono invisibili oppure vorrebbero esserlo: questo libro è per voi.»
Tratto dai Ringraziamenti finali dell’autrice.
22 gennaio 2024
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