Una vicenda di emarginati e fanatismo del secolo scorso, che conferma la grande abilità dell’indimenticato autore statunitense nel portare alla luce le contraddizioni della storia americana
di Sabrina Colombo
La terra della magia
Autore: Russell Banks
Traduttore: Gianni Pannofino
Editore: Einaudi
Anno edizione: 2023
Anno prima edizione: 2022 (Usa)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 429
Consigliato a chi ama la narrativa americana, i romanzi sociali, a chi è interessato alla storia delle sette religiose americane del XX secolo.
Se ti interessa, leggi anche
Sul tema delle sette:
L’educazione di Tara Westover. Trad. di Silvia Rota Sperti (Feltrinelli, 2018).
Sul tema dell’America dei cosiddetti white trash:
Il giardino delle delizie di Joyce Carol Oates. Trad. di Francesca Crescentini (Il Saggiatore, 2017); Uomini e topi di John Steinbeck. Trad. di Michele Mari (Bompiani, 2016).
Sul tema del rapporto fra uomo e ambiente e sulla “frontiera americana”:
Butcher’s Crossing di John Williams. Trad. di Stefano Tummolini (Fazi, 2020).
Florida, i primi del secolo scorso. Il giovane Harley Mann e la sua famiglia, poco dopo la morte improvvisa del padre, si trasferiscono a New Bethany, una comunità religiosa di shaker nei pressi di St. Cloud, Contea di Osceola, nel punto in cui attualmente sorge il parco Disney World. La signora Mann, aderendo alla fede, ottiene la possibilità di far crescere i suoi cinque figli in un ambiente sicuro e relativamente sereno.
La dottrina degli shaker, che ha origini in Francia e poi in Inghilterra nel XVII secolo, si fonda sulla vita comunitaria ed eremitica e sull’austerità dei costumi: la proprietà privata non è praticata, i mezzi produttivi sono condivisi e ciascuno collabora secondo le proprie capacità e inclinazioni alle necessità quotidiane. Uomini e donne, quand’anche coniugati, conducono un’esistenza all’insegna della castità, nel rispetto dei principi estrapolati dalle Sacre scritture, avendo a modello Gesù Cristo così come Madre Ann Lee (Manchester, 1736-Watervliet, Albany, New York, 1784), figura profetica considerata la nuova incarnazione di Dio in vesti femminili.
Chi si unisce alla setta lascia il “Mondo”, rinunciando ai beni personali e trasferendone la titolarità giuridica alla “famiglia spirituale”, guidata dai decani; anche i figli vengono separati dai genitori per essere educati dal gruppo piuttosto che dai parenti biologici. Il celibato stretto cui si attengono impone agli shaker di attingere dalla società civile per ampliare le fila dei lavoranti necessari a mantenere la colonia, composta da fattoria, allevamenti, botteghe artigiane: per questo accettano l’accesso – in qualità di novizi – anche di persone di non stretta ortodossia, ex galeotti, poveri, vedove e orfani.
In questo contesto i ragazzi Mann si adattano molto velocemente: il cambiamento non è così evidente se si è passati da un collettivismo ateo a uno religioso e confessionale. I Mann, infatti, provengono dalla comune di Graylag, nei dintorni di Indianapolis, i cui membri si ispiravano alle teorie anticapitalistiche dell’inglese John Ruskin (Londra, 1819-Brantwood ,1900), riformatore sociale geniale e utopistico, nemico dell’utilitarismo nonché critico dei mali della civiltà industriale.
Harley a New Bethany cresce in una sorta di paradiso terrestre – The Magic Kingdom nel titolo originale, che rimanda sia al contesto bucolico e idilliaco della colonia shaker sia al parco di divertimenti che anni dopo ne prenderà il posto: lì, tuttavia, Harley si trova a dover barattare la propria indipendenza con la certezza di un tetto, cibo e protezione. L’adolescenza è alle porte e l’incontro con Sadie Pratt, il primo vero amore, spariglia ogni certezza. New Bethany diventa un guscio scomodo: le regole che scandiscono la giornata si trasformano in vuoti simulacri, privi di senso, una lunga serie di prescrizioni tese a ingabbiare la volontà degli aderenti, sottraendo loro il libero arbitrio e la possibilità di essere felici.
La terra della magia è scritto in prima persona: l’autore utilizza l’escamotage letterario del ritrovamento di una serie di nastri, risalenti al 1971, in cui Harley Mann ormai ottantenne, divenuto un uomo d’affari nel settore immobiliare, racconta la propria infanzia e giovinezza da shaker, ripercorrendo gli eventi principali che lo hanno condotto, in un certo momento, a prendere le distanze dal gruppo.
La prosa è densa ma scorrevole, un flusso continuo di pensieri, considerazioni, ricordi. L’uso del discorso diretto è saltuario e funzionale a rimarcare gli snodi principali dell’opera.
Il romanzo, pur essendo di finzione, trae spunto da fatti realmente accaduti e catapulta il lettore in un contesto particolare e poco noto, quello delle comunità puritane dell’America rurale.
Il focus, come spesso nell’opera di Banks, è sulle condizioni di vita delle classi più disagiate, sugli emarginati e in questo riecheggia analoga letteratura americana, da John Steinbeck con Furore, Uomini e topi, La valle dell’Eden (tutti editi da Bompiani) fino Joyce Carol Oates, che nel suo Il giardino delle delizie (Il Saggiatore, 2017) racconta l’epopea americana dal punto di vista dei proletari bianchi.
Protagonisti della Terra della magia insieme a Harley sono anche i membri dell’insediamento, in primis il decano John Bennett – ex mezzadro del Kentucky e poi secondino in una prigione di Stato prima di diventare pastore di anime – una figura carismatica ricca di ombre, con alle spalle un passato non immacolato, in più occasioni allettato dalle lusinghe di quel “Mondo” dal quale in teoria non avrebbe dovuto farsi corrompere. E, da ultimo, un ruolo da comprimario spetta all’ambiente selvaggio, indomabile, lussureggiante e terribile, sferzato da eventi climatici e sismici magistralmente descritti a dimostrazione del fatto che brutalità e bellezza coesistono nel Creato, il palcoscenico sul quale un essere superiore – Dio o Madre Natura che dir si voglia – si arroga il diritto di deviare il corso delle esistenze per prendersi l’ultima parola.
Lo sguardo compassionevole di Russell Banks (Newton, Massachusetts 1940 – Saratoga Springs, New York 2023) sui suoi personaggi fa di quest’opera – l’ultima pubblicata prima della sua scomparsa – un romanzo potente e delicato, che scava nella storia americana per portarne alla luce le contraddizioni, e che – con il suo realismo estremo – ancora una volta non lascia indifferenti.
Il libro in una citazione
«… mi ricordo ancora adesso, dopo tanti anni, gli insegnamenti del decano John e degli altri. Venivano inculcati e ribaditi e rimarcati ogni giorno, conversando durante il lavoro nei campi e nei mulini e nei fienili, e ogni domenica da tutti gli shaker, ma in particolare dal decano John, dalla decana Mery Glynn e dai confratelli, uomini e donne che vivevano a New Bethany. Potrei citarli ancora oggi a menadito, come se fossero incisi nella mia struttura cellulare.»
13 novembre 2023
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