Nell’ultima raccolta di tavole il celebre disegnatore francese racconta al giornalista Marc Lecarpentier la concezione della fanciullezza che lo ha sempre ispirato
di Elisa Vuaran

Infanzia
Autore: Jean-Jacques Sempé
Editore: 21lettere
Traduttore: Dylan Rocknroll
Anno edizione: 2023
Anno prima edizione: 2011 (Francia)
Genere: Fumetti & Graphic Novel (Memoir)
Pagine: 272
Consigliato a quegli adulti che non hanno mai perso la capacità di meravigliarsi, e a quelli che la vogliono ritrovare; a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a Sempé.
Guardando le illustrazioni di Jean-Jacques Sempé, in cui bambine e bambini dispettosi spesso scorrazzano incuranti, regalano smorfie e saltano nelle pozzanghere, ci si immagina che l’infanzia dell’autore sia stata tutta scherzi e spensieratezze. Come invece a volte accade per certi grandi artisti, anche in questo caso la realtà è stata ben altra. In questa conversazione con il giornalista Marc Lecarpentier – già interlocutore di Sempé in Sincere amicizie, primo volume della collana dedicata al fumetto da 21lettere – il celebre illustratore francese torna a parlare di sé e del suo tema preferito.
In maniera molto intima, Sempé – scomparso nel 2022 all’età di quasi novant’anni – racconta la concezione di infanzia che da sempre ha guidato la sua matita sul foglio; lo fa in modo molto concreto, attraverso la propria personalissima esperienza, perlopiù attraverso aneddoti e riflessioni a posteriori – e non con l’astrazione che invece permeava Sincere amicizie: quel che ne risulta è, a fronte delle moltissime immagini, un testo ben più corposo, emozionante e coinvolgente.


In quella che sembra quasi una seduta psicanalitica, con le pungenti e incalzanti domande del giornalista e le acute risposte del disegnatore, Sempé descrive un’infanzia vivace ma segnata dalla povertà, con un padre alcolista che costringeva la famiglia a continui traslochi, in cui – come spesso capita a chi si ritrova in situazioni di questo genere – lui, bambino, aveva forzatamente sviluppato un sesto senso per le sfuriate dei genitori e una spiccata abilità nell’arte del mentire per sopravvivere e per farsi degli amici.
In questa situazione così caotica, il disegno diventa la naturale via di fuga da una realtà scomoda. I bambini ritratti sono un po’ il bambino che l’autore avrebbe voluto essere: amati in modo più disciplinato (come quelli costretti a infiniti esercizi al pianoforte o altri strumenti musicali), liberi, sereni, circondati da altri bambini simili a loro. Tuttavia, l’autore riconosce ai genitori di aver fatto del loro meglio, e senza nascondere i momenti più delicati alterna riflessioni amare a momenti di dolcezza e ironia.


Sempé racconta poi dell’ossessione per la radio e per la musica, dell’amore per lo sport e per il calcio in particolare, di improbabili fughe d’amore che diventano gare di triathlon, dell’arruolamento nell’esercito per sentirsi – paradossale – finalmente padrone di sé; ormai cresciuto, attraverso i suoi disegni il vignettista fa ancora emergere un’altra idea di fanciullezza, in cui bambino è anche l’adulto che, annoiato, si immagina pilota da corsa a cavallo della sua bicicletta al ritorno dal lavoro: chiunque lasci spazio al sogno, in quel momento, vive un po’ di infanzia.
Il volume, rilegato in copertina rigida, presenta numerosissime pagine di sole illustrazioni (di cui moltissime a colori), una minoranza delle quali si ritrova anche in Alcuni bambini, altro illustrato pubblicato da 21lettere a inizio anno. Curata e profondamente toccante, Infanzia è la raccolta dedicata a Jean-Jacques Sempé più completa pubblicata sinora dalla casa editrice modenese.
Il libro in una citazione
«- Si è abituati a dire che c’è stato un momento nell’infanzia in cui si è diventati adulti. Lei sa quando è diventato adulto?
– Le darò una risposta un po’ furba, che mi piace, ma che sfortunatamente è vera: non sono mai diventato adulto. Mi è capitato di diventare, a momenti, ragionevole, ma adulto mai. E non è una situazione invidiabile. Non è così bello come viene raccontato nei libri “Ah, che bello quando gli adulti rimangono eterni bambini!” No, per niente. È come per coloro che si vantano di essere stati… non dico dei fannulloni ma delle pesti, questo mi ha sempre infastidito. Non c’è nulla di cui vantarsi.»
31 ottobre 2023
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