Non solo versi nella raccolta Il verde è sommerso in nerazzurri, testi dello scrittore Vittorio Sereni commentati dallo studioso Alberto Brambilla
di Enzo Palladini
Il verde è sommerso in nerazzurri. Vittorio Sereni e lo sport: 1947-1983
Autore: Vittorio Sereni
Curatore: Alberto Brambilla
Editore: Nomos
Anno edizione: 2020
Genere: Sport
Pagine: 128
Consigliato ad appassionati di sport che amano la bella scrittura.
Quasi tutti hanno sentito parlare di Vittorio Sereni (1913-1983) come poeta, scrittore e anche traduttore, pochi forse sono a conoscenza della sua grandissima passione per lo sport, che Il verde è sommerso in nerazzurri racconta in maniera dettagliata e documentata.
Il titolo riprende il primo verso di una poesia che Sereni compose ad appena 22 anni su una partita del 1935 tra Inter e Juventus. Non si fa cenno del risultato finale, ma per sgombrare subito il campo dai dubbi occorre dire che il poeta era fortemente interista. A un certo punto della sua vita, decise addirittura di stabilire la sua residenza in via Paravia a Milano, proprio perché si trova a brevissima distanza dallo stadio di San Siro, collocazione topografica che gli consentiva di essere sempre puntuale alle partite della Beneamata. Ma a parte questo interismo spinto, Sereni amava molto il ciclismo e tifava per Fausto Coppi con altrettanta passione.
Il libro si divide in tre parti. La prima è un’antologia poetica commentata da Alberto Brambilla, studioso del rapporto sport-scrittura, che ci aiuta a inquadrare le parole di Sereni all’interno del momento storico, sia pure semplicemente sportivo. Nei componimenti poetici qui proposti, Sereni – che definiva se stesso “tifoso-letterato o letterato-tifoso” – non rivela del tutto le sue preferenze, ma seguendo in parte l’esempio del grande amico Umberto Saba, prova a descrivere la bellezza dello sport in generale e del calcio in particolare, ne racconta la magia e le emozioni. Poesia vera, dunque.
Altrettanto significativo è il commento di Brambilla, che diventa coprotagonista dell’opera. La seconda parte è una lunga introduzione alla produzione in prosa di Sereni, in cui scopriamo che per un lungo periodo ha collaborato con una rivista svizzera scrivendo di sport, solo perché si trovava in un periodo di ristrettezze economiche e veniva ben pagato.
La parte più godibile è senza dubbio la terza, in cui sono raccolti gli scritti in prosa originali di Sereni sullo sport. Qui scopriamo che il suo idolo assoluto era Giuseppe Meazza, descritto quasi come un eroe mitologico, come un campione irripetibile e inarrivabile: “Meazza aveva questo di diverso dagli altri giocatori: non dava mai l’impressione dello sforzo, minimo era in lui lo scarto tra intenzione ed esecuzione. Quando falliva non perdeva la linea, aveva una sua eleganza nel cadere, nel rinunciare a rincorrere la palla troppo lunga”.
Nel brano intitolato “Piede Freddo”, Sereni s’immedesima nello stesso Meazza raccontandone le emozioni e gli stati d’animo, sia quando scendeva in campo sia quando fu costretto a fermarsi, per l’appunto, a causa della cosiddetta malattia del “piede freddo”, una sindrome che gli bloccava la circolazione impedendogli di calciare bene.
Nel testo “Il fantasma nerazzurro”, Sereni analizza invece nei minimi dettagli il suo essere interista, cercando di dare una spiegazione a quella che lui intende come una scelta di vita. Ma alla fine di tutto in pratica si arrende: “All’origine c’è un oscuro fatto personale, o piuttosto una predilezione, la scelta di un colore fatta una volta per tutte e non veramente motivabile, che si è oscuramente mutato in fatto personale, con tutto l’orgoglio e le ansie e le viltà piccole e grosse di questo”.
Certo l’elevatissimo linguaggio di Sereni rischia di non essere molto apprezzato dal lettore medio dei siti web che si occupano di sport e hanno scelto dei codici molto più accessibili per essere fruibili in qualunque luogo e in qualunque momento della giornata. Però se qualcuno avesse voglia di capire com’era il calcio (ma anche il ciclismo) tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta, in queste pagine può trovare tanti documenti interessanti, perché Sereni, va detto, non guardava le partite (dell’Inter ma anche del Milan) dalle tribune d’onore o da posizioni privilegiate. Andava nei distinti, che adesso non esistono più, nella parte bassa di una curva, insieme ad alcuni amici letterati e tifosi quanto lui. Il suo è un calcio raccontato e vissuto come lo potrebbe raccontare e vivere un tifoso qualunque. Con la differenza che Sereni lo racconta con la forza della sua arte.
Il libro in una citazione
«L’Italia, una sterminata domenica. Le motorette portano l’estate, il malumore della festa finita.»
19 ottobre 2023
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