L’ultimo romanzo di Roberto Cotroneo fa riflettere sul senso di perdita ineluttabile provato da chi deve sopravvivere a un’assenza inspiegabile
di Sabrina Colombo

La cerimonia dell’addio
Autore: Roberto Cotroneo
Editore: Mondadori
Anno edizione: 2023
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 166
Consigliato a chi ama le storie di famiglia.
1976, provincia italiana. Amos e Anna sono sposati e due figlie piccole allietano il loro ménage, fatto di amore e complicità di coppia. Hanno aperto una libreria, il grande sogno di Amos, al quale la giovane moglie si dedica con entusiasmo, rinunciando all’impiego di insegnante in un prestigioso liceo.
Una mattina d’inverno, improvvisamente Amos ha un blackout: per un attimo non riesce a ricordare nulla di sé. Spaesato, ci mette qualche minuto per riprendere il controllo e – su consiglio medico – dopo le indagini di prassi che non segnalano alcuna anomalia, decide di recarsi a Roma per far valutare le analisi a uno specialista. Giunto nella capitale con la moglie e l’amico Alberto, Amos scompare. Non si saprà mai più nulla di lui.
Inizia per Anna la seconda parte della sua vita, quella senza il compagno che si era scelta. Seguiranno parecchi momenti duri, in cui l’assenza di Amos si farà sentire in tutta la sua atroce definitività. Anna tenta di crescere le figlie attutendo il trauma della mancanza paterna e si circonda degli affetti di sempre, da cui trae forza e supporto anche psicologico.
Anna non accetta il dissolversi nel nulla di suo marito: trascorre il tempo in un limbo di disperazione, in cui ogni certezza si sgretola sotto il peso del dubbio. Pur imponendosi di dimostrarsi coraggiosa, rassegnata e razionale, il cuore la spinge a cercare il suo uomo in ogni persona che incrocia: un cliente che entra in libreria, un passante che si sofferma davanti a una vetrina. Finirà per idealizzare Amos, cristallizzandolo in un’immagine non collimante con l’individuo – coniuge ma anche genitore, collega, compagno di studi o di momenti puramente ludici – che in molti hanno conosciuto. L’attesa sarà vana e il senso di sconfitta sarà amplificato a partire dal momento in cui le verrà rivelato un particolare del passato del marito del quale era completamente all’oscuro.
La cerimonia dell’addio riecheggia un recente dolore personale di Roberto Cotroneo – cui quest’ultimo fa esplicito riferimento, con pudore e dignità, in chiusura dell’opera: pervaso di tristezza e solitudine esistenziale, il romanzo induce il lettore a interrogarsi sul senso di perdita ineluttabile che attraversa non solo chi subisce un lutto ma anche chi si trova a dover sopravvivere a un’assenza inspiegabile.
Scritto dal punto di vista di Anna, in alcuni momenti l’autore entra in prima persona nel racconto e dialoga con il lettore, commentando il comportamento dei personaggi, sulle cui sfumature, debolezze, idiosincrasie s’interroga a sua volta, come un padre che abbia a cuore il destino delle sue creature.
Ci sono pagine commoventi, cupe, ricche di citazioni che raccontano l’amore di Cotroneo (e di riflesso degli attori del dramma) per la letteratura e la poesia. La prosa è fluida, evanescente sul finale, quando l’epilogo diventa tutto sommato meno importante rispetto all’assunto che il libro tende a corroborare e cioè che “la scrittura e la vita sono identiche, vengono soltanto svolte con mezzi differenti” (pag. 116): si ricorre all’una per comprendere il senso profondo dell’altra, o viceversa. Sempre che un senso esista.
Il libro in una citazione
«Mi ripeto ogni giorno, con la disperazione di chi ha perso un anello in fondo al mare: devo cercarlo, ovunque mi arrivi un segno. Ma resterò in questo terrore segreto, tra due inaccessibili dolori. Nulla si avvicina davvero e nulla se ne va per sempre.»
11 ottobre 2023
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