Nel libro di Elia Barceló la pittrice Helena deve affrontare la storia oscura della sua famiglia, che riaffiora anche nei suoi dipinti
di Enzo Palladini
Il colore del silenzio
Autore: Elia Barceló
Traduttori: Pierpaolo e Andrea Marchetti
Editore: elliot
Anno edizione: 2023
Anno prima edizione: 2017 (Spagna)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 470
Consigliato a chi ama le profonde analisi psicologiche.
Ci sono tutti gli estremi per definire Helena Guerrero una donna di successo. Nata in Marocco da genitori spagnoli, vive in Australia ed è una pittrice di fama internazionale. Questo è ciò che appare. Ma dietro questo volto pubblico c’è qualcosa che potremmo definire come Il colore del silenzio, espressione criptica che può essere compresa pagina dopo pagina, nello svolgersi della storia. In ogni suo quadro, Helena inserisce un’ombra, che non è una cifra stilistica calcolata né un semplice marchio di fabbrica. Indica invece una forte inquietudine per accadimenti del passato, di stampo altamente traumatico, eventi di cui la protagonista non ha mai parlato. Appunto: quelle ombre rappresentano il colore del silenzio che ritroviamo anche nel titolo del romanzo di Elia Barceló.
Lungo il percorso delle 470 pagine, che scorrono con una velocità supersonica, scopriamo tutti i motivi delle turbe di Helena. Ultima di tre figli, ha perso il fratello di mezzo, Goyito, quando era ancora un bambino, ucciso da una meningite fulminante. Ha perso anche la sorella maggiore, Alicia, stuprata e poi finita da un’overdose di eroina a Rabat, mentre a casa Guerrero, una villa chiamata “La Mora” situata a poca distanza dalla capitale marocchina, si stava tenendo una bellissima festa per la celebrazione dello sbarco dell’uomo sulla luna, nel luglio del 1969. È proprio di questo passato che Helena non ha mai voluto parlare con Carlos, il compagno che gli ha dato stabilità sentimentale in età matura. Non ha mai voluto parlare e soprattutto non ha mai voluto sapere.
La svolta arriva quando Helena intraprende un viaggio da Adelaide a Madrid per partecipare alle nozze della nipote Almudena, figlia di Alvaro, nato da un breve e precedente matrimonio di Helena. Un figlio con cui lei ha convissuto per pochissimo tempo.
Durante i preparativi per la cerimonia, Helena riceve dalla cugina Amparo una serie di documenti che Blanca, la mamma di Helena, ha destinato esplicitamente alla figlia superstite. Il passato si ripropone violentemente nel presente e, con l’aiuto del dolcissimo Carlos, Helena piano piano ricostruisce la storia dalla sua famiglia. Scopre che Alicia non era sua sorella naturale, ma era stata adottata in maniera poco ortodossa. Scopre che il padre, Gregorio, non solo è stato un militare e un agente dei servizi segreti strettamente legato a Francisco Franco, ma ha anche sulla coscienza parecchie vite umane. Rivede Jean-Paul, il vedovo di Alicia, che – per inciso – è stato anche suo amante. Attraverso tutti gli indizi forniti dai documenti della mamma e dai racconti di Jean-Paul – ricoverato in fin di vita in una clinica di Madrid – alla fine Helena riuscirà a scoprire anche il nome dell’assassino di sua sorella e la successiva brutta fine del medesimo.
In questo lavoro, Elia Barceló, scrittrice spagnola della regione di Alicante, dà il meglio di se stessa e regala ai lettori una storia che si può definire “ipnotica”, che induce a immedesimarsi in diversi dei suoi personaggi, tutti tratteggiati con una penna elegante, analitica, intinta a volte nel miele e altre nel curaro.
Helena ha due volti, uno durissimo, menefreghista e individualista, forse ereditato dal padre Gregorio; uno dolcissimo, capace di sentimenti forti, di slanci affettivi, di ricordi commoventi.
L’indimenticato Luis Sepúlveda, prima di lasciare questo mondo a causa del Covid, ha fatto in tempo a definire il romanzo in questo modo: “L’affascinante viaggio di una donna attraverso il territorio di un passato condiviso”. Il bello dello stile di Elia Barceló è che questa condivisione include anche il suo lettore. Il dubbio è che l’io narrante non prenda sufficienti distanze dalla figura di Gregorio Guerrero, il padre di Helena, efferato criminale franchista. Ma può essere che sia solo un espediente narrativo. Elia è perdonata, Gregorio pure, Helena può essere tranquillamente etichettata come un’eroina moderna e anomala.
Il libro in una citazione
«Quella curiosa mania degli esseri umani di cercare il senso delle cose, quell’impulso che ci fa vedere figure sulle nuvole in estate, nelle macchie sul soffitto di una stanza, sulle crepe delle pareti, fino alla superficie della luna. Pareidolia si chiama.»
18 settembre 2023
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