Jean Diwo si conferma all’altezza delle aspettative nell’ultimo libro della trilogia sugli ebanisti di Francia
di Marta Peroni
Il genio della Bastiglia
Autore: Jean Diwo
Editore: 21lettere
Traduttrice: Luisa Rigamonti
Anno edizione: 2023
Genere: Romanzo storico
Pagine: 755
Consigliato a chi ha voglia di perdersi tra le pagine della Storia francese e di sentirsi parte di una bellissima famiglia tra cadute e risalite, amori e lacrime, e la passione sempre viva per l’arte del legno.
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Le dame del Faubourg e Il letto di acajou, rispettivamente primo e secondo volume della trilogia di Jean Diwo (21lettere editore) sugli ebanisti di Francia
Con Il Genio della Bastiglia si conclude la trilogia che lo scrittore francese Jean Diwo ha dedicato al quartiere di Parigi in cui è nato: il Faubourg Saint-Antoine. Un’epopea famigliare che parte dal 1471 con l’arrivo del giovane compagnon Jean Cottion e che, attraverso una serie di eventi, rivoluzioni, cambiamenti di mode, stili e regnanti, arriva fino al 1925, anno dell’Esposizione internazionale delle arti decorative.
Un’opera scritta in sei anni, nel complesso lunga più di duemila pagine, per ricostruire la vita di un sobborgo nei suoi dettagli più quotidiani.
In questo terzo volume possiamo ritrovare personaggi già conosciuti nel precedente romanzo – Il letto di acajou: dal trovatello Ethis che, insieme alla sua Marie, ha costituito una nuova famiglia, a suo figlio Bertrand II che – tornato a casa dopo aver fatto un tour in Francia come compagnon, portando con sé il famoso bastone di Jean Cottion – è inviato quasi subito in Inghilterra per poter visionare nuovi macchinari concepiti per rendere il lavoro del legno molto più veloce e pratico. Ed è in questa occasione che l’ebanista, che si diletta anche nella poesia, incontra Louise, una ragazza che lavora al servizio di una nobildonna inglese e che, in breve tempo, si unirà al gruppo costituito attorno a Place d’Aligre, dimora di Antoinette, l’ultima dama del Faubourg.
Louise verrà subito accolta in famiglia e nel suo carattere determinato e fiero si potranno scorgere alcune sfumature dell’indimenticabile Antoinette. Sarà lei, infatti, a prendere in mano le redini dell’attività dei Valfroy-Caumont, cercando possibili acquirenti e facendo conoscere la nobile arte del legno anche al di fuori del Faubourg.
Louise e Bertrand avranno anche una bambina: Élisabeth, nata lo stesso giorno della posa della prima pietra della Colonna di luglio, dedicata ai combattenti delle tre gloriose giornate del 1830. Sette anni dopo, verrà inserita sull’apice una statua di Auguste Dumont: il Genio della libertà, ben presto conosciuto da tutti come Genio della Bastiglia, pronto a vegliare dall’alto sulla comunità del legno.
Diwo prosegue dunque la storia di questa famiglia – conosceremo anche nuovi personaggi oltre a quelli citati – colpita da lutti e gioie, preda degli eventi della storia, e delle mode, sempre pronta a rialzarsi nonostante tutte le cadute.
Se un tempo il vento della grande Storia arrivava quasi come una sorta di eco nel Faubourg, ora gli artigiani del legno lo vivono di persona. Percorriamo insieme a loro gli anni delle rivoluzioni del 1830 e del 1848, delle barricate e delle violenze, del boom economico del Secondo impero francese, nonché della guerra del 1870 tra Francia e Prussia, il conseguente assedio di Parigi e l’istituzione della Comune. Riviviamo anche il secolo delle grandi esposizioni universali, che possono far conoscere l’arte del legno e far ottenere preziosi riconoscimenti, e scopriamo i diversi stili ai quali, piano piano, è opportuno adeguare la lavorazione, come il lirismo floreale dell’Art Nouveau, quello della Belle Époque e dell’Art Déco. Arriviamo poi al terrore della Grande guerra e, finalmente, a un nuovo periodo di pace.
Se fino a questo momento gli ebanisti hanno cercato di non rinunciare al proprio estro creativo, adesso devono iniziare a fare i conti con l’introduzione di nuovi macchinari (come la fresatrice), che se da un lato possono accorciare i tempi, dall’altro fanno perdere l’unicità che caratterizzava l’arte dei singoli artigiani. C’è il passaggio concreto all’industria vera e propria, con la lavorazione di prodotti in serie.
Anche l’assetto urbano subisce un vero e proprio cambiamento: Parigi si espande, grazie al grande piano urbanistico diretto dal Barone Haussmann, che in parte modifica anche la fisionomia del Faubourg.
Ma non di solo legno possiamo leggere in queste pagine: c’è anche tanto fermento culturale, arte, poesia, musica. Salotti in cui lasciar emergere il proprio talento, o incontri importanti che possono portare a nuove pubblicazioni editoriali. Siamo di fronte a un periodo storico in cui si riuniscono figure della letteratura che hanno reso famosa la Francia in tutto il mondo. Da Victor Hugo ad Alexandre Dumas, passando poi a Charles Baudelaire, Gustave Flaubert, Joris-Karl Huysmans ed Émile Zola, con il suo famoso J’accuse, il noto articolo pubblicato sul giornale L’Aurore sotto forma di lettera rivolta al Presidente della Repubblica per denunciare i persecutori di Alfred Dreyfus.
Non mancano le donne, ovviamente. Accanto alle creazioni della penna di Diwo, ne possiamo scorgere anche altre realmente vissute, che incontreranno di persona Bertrand e la sua famiglia: come Delphine De Girardin, che scrisse per La Presse, sotto lo pseudonimo di Visconte De Launay, sua madre Sophie Gay e George Sand. L’autore dà spazio anche all’arte con il ritorno di Eugène Delacroix, il cui talento diventa sempre più evidente, e con altri pittori come Léon Riesener e Gustave Courbet; e alla musica, con compositori come Jacques Offenbach e Harry Fragson.
La bellezza di questa trilogia non sta solo nel farci affezionare alla grande famiglia di cui ci vengono narrate le vicende, ma anche nel trasmetterci la sensazione di leggere più che un semplice romanzo, quasi una sorta di saggio sulla Storia francese per nulla pesante, anzi. Estremamente scorrevole e interessante. Un “saggio” narrato dal punto di vista degli abitanti stessi dell’antico e famoso quartiere di Parigi. Ed è con loro che riviviamo non solo tutte le vicissitudini famigliari e personali ma anche diversi eventi storici, descritti in maniera coinvolgente e con uno stile molto evocativo: Diwo ci fa immaginare di essere lì, a passeggiare durante le esposizioni universali, a sentire l’odore del legno e quello più forte della colla, a veder sorgere le barricate o grandi opere architettoniche come quella che poi diventerà il simbolo della città, la Torre Eiffel.
Nella postfazione del Genio della Bastiglia Diwo scrive della nostalgia provata dopo aver concluso la scrittura di quest’ultimo episodio della saga. È lo stesso sentimento che anche il lettore potrebbe avvertire dopo aver voltato l’ultima pagina.
Pur essendo considerato un romanzo che può essere letto indipendentemente dagli altri due, se si decide di iniziare dalle Dame del Faubourg, si avrà modo di apprezzare ancora di più il flusso delle vicende storiche, famigliari e individuali e di godere appieno del grande lavoro di Diwo.
Alla fine cosa resta di quel luogo e dei suoi artigiani del legno? L’autore ci lascia una speranza, ma anche una richiesta: a Faubourg, nonostante il regno isolato delle Badesse con il tempo sia diventato un quartiere alla moda, c’è ancora un gruppo di ebanisti che mantiene la tradizione dei maestri del XVIII e XIX secolo e che andrebbe valorizzato. Basterebbe solo non sacrificare l’arte del legno alla muratura. Una speranza che si spera di non veder svanire.
Il libro in una citazione
«Le famiglie unite sono come grandi querce: saldamente abbarbicate alla vita come se nulla potesse impedire ai loro rami più vecchi di far crescere all’infinito le proprie foglie verso la luce, sembrano immortali finché una tempesta non spacca le fronde più fragili come fossero vetro.»
11 settembre 2023
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