di Sabrina Colombo

Il puma
Autore: Jean Stafford
Traduttrice: Monica Pareschi
Editore: Adelphi
Anno edizione: 2023
Anno prima edizione: 1947 (Usa)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 221
Consigliato a chi vuole leggere un romanzo ricco di suggestioni e mistero sul tema dei legami famigliari e del passaggio dall’infanzia all’età adulta.
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Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson. Traduzione di Monica Pareschi. Adelphi, 2009.
Ralph e Molly Fawcett hanno, rispettivamente, dieci e otto anni e vivono in una cittadina della California, Covina, insieme alla madre e alle sorelle maggiori Leah e Rachel.
Siamo negli anni Quaranta, in una piccola comunità di provincia, dove vigono rigide regole di etichetta: la domenica si partecipa alla messa, ci si fa visita secondo calendari ben precisi, le ragazze sognano di essere invitate al ballo scolastico di fine anno e di fare il Grand Tour in Europa, prima di convolare a nozze con un partito all’altezza delle aspettative materne.
Ralph e Molly – orfani di padre – sviluppano un rapporto simbiotico che li porta ad allearsi contro gli adulti, con cui sono in perenne conflitto. Molly, in particolare, è una bimba delicata, malaticcia, estremamente brillante ed eclettica, il che la rende a volte saccente, intemperante e – fondamentalmente – diversa dai coetanei. Non vanno di certo meglio i rapporti con gli insegnanti e i parenti, che la trovano curiosa, “fuori contesto” e di difficile gestione.
La passione per la scrittura porta Molly a isolarsi per comporre poesie e racconti: il suo panorama esistenziale si limita al rapporto con il fratello Ralph, che finisce per mitizzare, amandolo di un amore tenero e conturbante, come può essere quello di una ragazzina ingenua e immatura.
Dopo l’improvvisa morte del nonno Kenyon i due bambini vengono mandati in Colorado, presso uno dei ranch dello Zio Claude, fratello della madre. Il soggiorno diventerà stabile quando – dopo qualche anno – la signora Fawcett e le figlie più grandi inizieranno un giro per il mondo, al termine del quale verrà annunciato il fidanzamento di una delle due ragazze con un ottimo rampollo della borghesia locale.
Sarà proprio in Colorado – in un ambiente profondamente diverso sotto tutti i punti di vista – che inizierà il processo di graduale distacco fra Ralph e Molly: il primo ormai avviato all’adolescenza accompagnata da turbamenti, fragilità e prime tensioni sessuali verso il genere femminile; la seconda, persa nel gorgo delle continue elucubrazioni sul senso della vita, sul suo futuro come scrittrice e – in ultima analisi – sul suo destino.
Frattanto, tra le montagne che circondano la tenuta Kenyon si aggira uno splendido esemplare di puma femmina, che terrorizza gli abitanti. La fiera diventa l’obiettivo di caccia di Ralph e dello zio, quest’ultimo deciso a condividere l’esperienza della cattura con il nipote, che in quanto unico maschio – nelle intenzioni di Claude – sarà il successore designato del consistente patrimonio accumulato in anni di duro lavoro. Ma l’incontro ravvicinato con il puma – nella natura aspra e selvaggia del Garland Peak – condurrà a un epilogo totalmente imprevedibile, ben al di là della prova di coraggio virile che Claude Kenyon si aspetta dal giovane erede.
Il romanzo, scritto in terza persona, è molto suggestivo: la prosa elegante delinea perfettamente i caratteri salienti dei protagonisti come pure il clima complessivo in cui è immersa la vicenda. Per certi versi, le atmosfere richiamano – anticipandole – quelle morbose e immaginifiche di Shirley Jackson pur differenziandosene per il fatto di introdurre elementi misteriosi e vagamente sovrannaturali più sfumati e rarefatti, che si intravedono soprattutto nei dialoghi fra i due fratelli e nelle risposte che la piccola Molly dà agli adulti, lasciandoli spiazzati di fronte all’insondabilità dei ragionamenti offerti.
Lo stesso puma appare al lettore qualcosa di più di un animale feroce, assumendo – con il finale del romanzo – un significato simbolico molto chiaro, legato al gesto di varcare – tramite uno strappo doloroso la soglia della maturità, con tutto il carico di meraviglia ma anche di responsabilità che ne consegue.
La statunitense Jean Stafford (1915-1979) ha scritto quattro romanzi, di cui uno già pubblicato da Adelphi lo scorso anno, Elephi. Autrice anche di saggi e di narrativa per l’infanzia, Stafford ha vinto il Pulitzer nel 1970 con il volume di racconti The Collected Stories of Jean Stafford.
Il libro in una citazione
«“Io non credo nella felicità” disse Molly.»
27 luglio 2023
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