di Sabrina Colombo
Oro puro
Autore: Fabio Genovesi
Editore: Mondadori
Prima edizione: 2023
Genere: Romanzo storico
Pagine: 437
Consigliato a chi non smette di sognare, a chi ama i viaggi, il mare aperto, le avventure, i romanzi storici e di formazione.
Se ti interessa, leggi anche Il calamaro gigante di Fabio Genovesi. Feltrinelli 2021
Palos (Spagna), agosto 1492. Il giovane Nuno, appena sedicenne, si imbarca sulla Santa Maria, la caravella ammiraglia della flotta che i sovrani di Castiglia hanno concesso a Cristoforo Colombo insieme alle due imbarcazioni cadette, capitanate dai fratelli Pinzòn, per compiere il più pericoloso dei viaggi: il periplo verso le Indie partendo da Occidente, solcando il Mare Tenebroso con l’obiettivo di raggiungere il Catai e le altre ricchissime terre visitate due secoli prima dal mercante veneziano Marco Polo e abilmente descritte nel Milione.
La sua non è una scelta: in fuga dal villaggio di origine come molti ebrei che non accettano di convertirsi forzatamente al cattolicesimo, secondo l’editto di Torquemada, Nuno finisce a fare il mozzo senza avere nessuna esperienza o preparazione. Inizia così l’esplorazione che lo porta a conoscere luoghi, habitat naturali, popoli con antiche tradizioni, al seguito del Comandante Cristoforo Colombo, che lo assegna al ruolo di suo personale scrivano, incaricato di redigere sotto dettatura il resoconto della traversata.
Tra mille peripezie, burrasche, improvvise bonacce e altri eventi atmosferici mai registrati prima, il drappello giunge miracolosamente nelle nuove terre, senza tuttavia che ci si avveda che l’Oriente è ben lontano. L’approdo nelle Americhe non è subito percepito come tale. Colombo e i suoi temerari compagni hanno altre preoccupazioni, e fra tutte la più importante è verificare la consistenza dei giacimenti di materie preziose e spezie, essenziali per il commercio ma in primis per la conferma della supremazia della Corona spagnola sugli altri Paesi occidentali aperti alle esplorazioni.
Nuno ci racconta l’approccio alle tribù indigene, la dolcezza e arrendevolezza degli Indios, questi ultimi non ancora consci che in pochi decenni verranno sterminati proprio dagli europei, che inizialmente credono essere dèi scesi dal cielo e che invece faranno scempio – senza scrupoli di sorta – delle loro ricchezze e annienteranno la loro millenaria cultura attraverso l’imposizione di una nuova religione.
Quello di Nuno sarà un percorso attraverso il mare, ma anche un viaggio interiore, di presa di coscienza delle proprie origini e del vero significato dell’amore, che si declinerà nei dolci occhi e nelle fattezze perfette di un’indigena di cui perdutamente si innamorerà.
Scritto in prima persona dal punto di vista del giovane mozzo, Oro puro è un romanzo storico di avventura e di formazione, in cui gli elementi naturali sono protagonisti tanto quanto i personaggi, egregiamente caratterizzati, fra tutti il Comandante Colombo, che diventa una figura epica, picaresca e contemporanea, simbolo dell’uomo che vuole superare i limiti e agguantare i propri sogni, non importa quanto smisurati siano.
Fabio Genovesi (Forte dei Marmi, 1974) – già vincitore dello Strega Giovani nel 2015 con Chi manda le onde – come sempre si trova a perfetto agio nei panni del cantastorie, si mette al servizio dei lettori, e lo fa con semplicità, profondità e sensibilità, dando voce agli innocenti e ai puri di cuore: quelli che sanno emozionarsi di fronte alla bellezza del creato e all’energia dirompente dei sentimenti.
Il romanzo – che ha avuto una lunga gestazione – ha richiesto lo studio dei diari di navigazione di Cristoforo Colombo. Proprio da lì è partito lo spunto per la figura di Nuno: sul filo ideale di una concisa annotazione del navigatore genovese, l’autore ha plasmato personaggi principali e comprimari, visitando di persona i luoghi interessati dalla vicenda e addirittura compiendo la traversata oceanica alla ricerca delle parole giuste per raccontare questa avventura frutto della sfrontatezza di un uomo solo, che ha cambiato il destino dell’intera umanità.
Ancora una volta, il protagonista dei libri di Fabio Genovesi è un ragazzo, inesperto, fragile e sgangherato come siamo stati tutti – non importa in quale epoca si sia vissuti. E insieme al ragazzo, coprotagonista è il mare, elemento ricorrente nella poetica dell’autore, simbolo di vita ma anche dei pericoli che si pongono sul cammino e dei misteri che occorre svelare per progredire nella costruzione di sé.
Un cammino, il nostro, con nessuna certezza se non quella di essere in balia di forze che ci sovrastano – a volte ostacolandoci nei progetti, altre conducendoci a esiti inimmaginabili – e ci insegnano che “non sappiamo nulla” e dobbiamo esserne felici, “perché vuol dire che davvero ogni attimo e ogni angolo della vita possono sorprenderci, travolgerci e portarci là dove succede qualsiasi cosa, tranne la noia”.
Il libro in una citazione
«…è strano e buffo, scalpitiamo sempre per la voglia di andare, allontanarci e trovare chissà cosa, ma quello che più cerchiamo è ciò che era nostro, e che abbiamo lasciato all’inizio del viaggio. Forse la vita è questo, una corsa senza respiro, sperando di arrivare un giorno dove siamo partiti.
Questo era l’isola davanti a noi. Forse la terra dei Caniba, forse un’altra delle migliaia prima del Catai, ma soprattutto era casa nostra. Anzi, ancora meglio: non era casa nostra come l’avevamo lasciata all’inizio di agosto, ma com’era quando eravamo bambini, quel posto libero e smisurato che resta per sempre lo sfondo dei nostri ricordi più belli. E magari non è esistito davvero, magari ce lo siamo dipinti con la fantasia, ma allora siamo pittori bravissimi, perché è il luogo più splendido che ci sia, e sta dentro ognuno di noi.
Quel mattino, però, ce l’avevamo davanti.»
5 luglio 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA