di Elisa Vuaran
POP. Come la cultura giapponese ha conquistato il mondo
Autore: Matt Alt
Illustratrice copertina: Lucrezia Viperina
Editore: add
Traduttore: Simone Roberto
Anno edizione: 2023
Anno prima edizione: 2020 (USA)
Genere: Società
Pagine: 432
Consigliato a chi è cresciuto con il mito di Space-Invaders, del walkman o di Gundam; chi è nato quando tutto questo esisteva già e ha abbracciato la cultura giapponese; chi, pur non essendo un appassionato di anime e videogiochi, vuol conoscere meglio la storia economica del Giappone e le sue radici dal secondo Dopoguerra ai giorni d’oggi.
Se ci guardiamo attorno nelle nostre case, o se pensiamo alle attività in cui ci siamo impegnati anche solo nell’ultimo mese, abbastanza sicuramente salterà fuori qualcosa che abbia un legame con il Giappone. Magari sull’autobus abbiamo ascoltato la musica con gli auricolari: sono nati con il walkman, invenzione Sony del 1979. Per la serata cinema in famiglia, qualcuno ha scelto un titolo del colossale Studio Ghibli, come La città incantata, primo film d’animazione orientale a vincere, del tutto inaspettatamente, un Premio Oscar (2003). Abbiamo visto passare alla televisione l’ennesima replica di Dragon Ball del dopo pranzo, ripensando, chissà, agli anime che hanno segnato la nostra infanzia o a quelli che da adulti accompagnano le nostre giornate. Di sfuggita è sfilato davanti al nostro inconscio il rassicurante faccione di Hello Kitty, o banalmente abbiamo fatto una partita alla PlayStation, forse anche tornando con la memoria al periodo di Final Fantasy VII e dei forum online di nicchia, o ancora prima, ai cabinati di Pac-Man.
Magari riportiamo le origini del nostro film di animazione preferito e gli antenati degli strabilianti effetti speciali dell’ultimissimo videogioco lanciato sul mercato indietro fino agli anni Ottanta, ma in realtà le radici di questi prodotti affondano ancora più indietro nel passato e sono il risultato di un’incredibile cascata di cause ed effetti più o meno accidentali.
POP. Come la cultura giapponese ha conquistato il mondo si ripromette di raccontare questa storia straordinaria, riuscendo molto bene nell’intento, a partire dal racconto dalle jeep di latta del giocattolaio Kosuge, primo articolo a spianare la strada al successo nelle esportazioni di prodotti culturali, e dalla faticosissima ripresa dal secondo Dopoguerra nell’aspro clima del Giappone occupato.
Ogni capitolo sviluppa un tema, raccontando con un’ordinata logica temporale la storia dei prodotti più iconici che hanno segnato – e cambiato – la storia, e soprattutto delle loro creatrici e dei loro creatori e lo fa senza risparmiarsi nel demarcare insieme ai lati positivi anche quelli più controversi e la loro evoluzione (come dimenticare che la creatrice di Hello Kitty si ritirò dal lavoro appena venticinquenne, in un’affermata tradizione che vedeva le donne rinunciare a ogni forma di carriera al momento di mettere su famiglia).
Si parte dai giocattoli e si arriva ai videogiochi, dal rituale collettivo del cabinato all’esperienza privata della console domestica e poi portatile; si va dai manga destinati ai bambini alla rivoluzione degli anime come specchio delle sentite rivolte studentesche; dal karaoke al walkman, dalla moda del kawaii (carino) e all’espansione dei giorni nostri sui social network, analizzando anche fenomeni sociali di portata globale e dagli sviluppi imprevisti (cosa potrebbero centrare le campagne di Trump con un format di community online di origine giapponese?).
La penna di Matt Alt, scrittore e traduttore statunitense che vive a Tokyo, è precisa ed avvincente; la sua ricostruzione storica si lascia leggere con entusiasmo dagli appassionati di storia, società ed economia come dai patiti del retrogaming e di Evangelion: da non perdere.
Il libro in una citazione
«In un Paese i cui bambini erano stati privati dei loro eroi – e di ogni altra cosa – Kosuge tramutò l’esercito occupante nel suo personale brand: ogni jeep alleata che sfrecciava sulle strade faceva involontaria promozione al suo prodotto.»
20 giugno 2023
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