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Home » “IL NUOVO MONDO” IN UNA VERSIONE INEDITA. L’AMERICA TRA REALTÀ E IMMAGINAZIONE NELL’ESORDIO DI ANDREA MANZILLO

“IL NUOVO MONDO” IN UNA VERSIONE INEDITA. L’AMERICA TRA REALTÀ E IMMAGINAZIONE NELL’ESORDIO DI ANDREA MANZILLO

La copertina del libro "Il nuovo mondo" di Andrea Manzillo (Homo Scrivens)

Il nuovo mondo. La storia vera e falsa di Cristoforo Colombo in viaggio per l’America
Autore: Andrea Manzillo
Editore: Homo Scrivens
Anno edizione: 2022
Genere: Romanzo storico
Pagine: 228

Consigliato a chi ha la forza di immaginare “come sarebbe andata a finire se…”.

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di Enzo Palladini

Nel suo romanzo storico d’esordio, Andrea Manzillo – giovane autore napoletano, decisamente affascinato dall’arte di Jack Kerouac e dalla figura di Cristoforo Colombo – prova a chiedersi come sarebbe andata se quel 12 ottobre 1492, l’ammiraglio genovese non fosse approdato nel continente nuovo. Un po’ come accade nel film Sliding Doors, solo che nel suo libro non c’è in gioco la vita di una sola persona con i suoi amori mancati e le sue occasioni perse, ma il destino di miliardi di individui.

Il nuovo mondo – titolo che ovviamente si riferisce all’America – è diviso in tre parti: il racconto del viaggio delle tre caravelle, una serie di racconti immaginari di un’America popolata quasi completamente dagli indigeni, una parte finale nella quale «la narrazione passa dalla terza alla prima persona e, soprattutto, da un piano storico generale a uno individuale, in cui la voce narrante esce fuori dal testo e racconta se stessa e “la vera storia dell’America” a un ascoltatore più impegnato a dormire (forse tu, lettore?)».

Inizialmente navighiamo insieme ai marinai raccattati da Colombo prima di partire da Palos. Scopriamo che l’ammiraglio strinse un’amicizia sincera con uno dei ragazzi dell’equipaggio, un aiuto cuoco affascinato dai racconti di quel comandante così carismatico e così visionario. Al suo giovane seguace, Colombo regalò un libro fondamentale per l’epoca, Il Milione di Marco Polo, testo che in un primo momento il ragazzo non riuscì a interpretare, innamorandosene poi perdutamente. Tutta questa parte della narrazione si gioca su una dicotomia interessante: Colombo scrive un diario di bordo, su cui annota tutto quello che spera di poter tramandare ai posteri, ma contemporaneamente ha anche un suo diario segreto, in cui scrive ciò che pensa davvero, i suoi dubbi, le sue ansie, il suo modo di vivere la traversata.

Il passaggio dalla prima alla seconda parte è molto brusco. Lasciamo Colombo e i suoi uomini nel momento in cui avvistano terra e rimaniamo con il dubbio: sono arrivati o non sono arrivati? Ci inoltriamo quindi in una serie di racconti immaginari, di come l’America sarebbe stata se quelle tre caravelle non fossero mai giunte a destinazione. Nell’ultimo di questi racconti una guida in un museo spiega tutto ai ragazzi di una scolaresca un po’ troppo vivace e troppo poco interessata alla visita d’istruzione: “Cristoforo Colombo non raggiunse mai le coste del nostro Paese. O meglio, se lo fece, non lo fece da vivo (…). La sua spedizione fu un errore volontario”.

Nella terza parte torniamo a orientarci più decisamente verso la storia che conosciamo, verso il momento dello sbarco nel nuovo mondo. Colombo ha quasi paura di scendere dalla Santa Maria, vorrebbe prendere tempo. Si chiede: dove sei? Ma… “non fece in tempo a darsi una risposta che, volgendo lo sguardo, vide di fronte a sé quella fitta distesa di alberi rigogliosi mutare il suo colore dal verde al blu, al giallo, al rosso, per poi tornare ancora verde. Un gigantesco stormo di pappagalli aveva spiccato il volo”.

Il nuovo mondo parte da un’idea interessante, da un confronto tra la storia così com’è stata tramandata e quella che poteva essere. O forse è stata, chi lo sa. Dopo la prima spedizione in America, Colombo – secondo le biografie ufficiali – ne organizzò altre due meno fortunate. Nell’immaginazione di Manzillo, invece, si schiantò insieme ai compagni di viaggio a causa di una tempesta improvvisa, proprio il 14 ottobre del 1492. Ma l’America è diventata qualcosa di grande, non solo dal punto di vista geografico. E allora, probabilmente, è vera la storia che hanno scritto i vincitori.

Il libro in una citazione
«Ho temuto di non farcela, ho temuto che questo viaggio sarebbe durato all’infinito, ho temuto che fossimo morti senza essercene accorti, che la morte avesse accarezzato silenziosa le nostre teste (…).»

16 maggio 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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