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Home » BERNARDO ATXAGA E “IL FIGLIO DEL FISARMONICISTA”, L’AUTORE BASCO FA TRASUDARE DALLE PAGINE L’AMORE PER LA PATRIA

BERNARDO ATXAGA E “IL FIGLIO DEL FISARMONICISTA”, L’AUTORE BASCO FA TRASUDARE DALLE PAGINE L’AMORE PER LA PATRIA

La copertina del libro "Il figlio del fisarmonicista" di Bernardo Atxaga (21lettere)

Il figlio del fisarmonicista
Autore: Bernardo Atxaga
Traduzione: Paola Tomasinelli
Editore: 21 Lettere
Anno edizione: 2021
Anno prima edizione: 2003 (Spagna)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 540

Consigliato a chi vuole sapere qualcosa di più sulla ricchissima cultura popolare basca.

Se ti interessa, leggi anche
Il figlio del padre di Victor Del Árbol. Elliot, 2022

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di Enzo Palladini

Quando il lettore fa la conoscenza del protagonista, il figlio del fisarmonicista è un signore in età quasi pensionabile, sposato con un’americana, ha due figlie minorenni e vive – lottando con problemi di salute – in un ranch californiano. Ha appena seppellito lo zio Juan, la persona che anni prima gli ha dato la straordinaria possibilità di trasferirsi negli Stati Uniti, di avere un lavoro, di entrare in possesso di beni immobili e di formare una famiglia.

Ma alle spalle, David – questo il nome del protagonista – si lascia una vita ricca di eventi e colpi di scena. È nato a Obaba, un villaggio dei Paesi Baschi in mezzo alle montagne, non lontano da San Sebastián. Nella sua campagna ha trascorso infanzia e adolescenza, periodi nei quali è stato costretto suo malgrado a imparare a suonare la fisarmonica. È uno strumento che non gli piace affatto, ma che ha dovuto maneggiare sotto la spinta del padre, che invece è un fisarmonicista appassionato al limite della mania. Eppure l’imposizione musicale non è l’unico motivo di forte attrito tra David e il padre Angel, che vive sostanzialmente separato dalla moglie e madre di David, Carmen, ma che spesso torna a casa. Attraverso un quaderno trovato in una soffitta, il ragazzo scopre che il padre ha sulla coscienza la fucilazione di vari repubblicani durante la guerra civile. O almeno, questa è la conclusione a cui David arriva senza chiederne conto al genitore, che però non ha mai fatto mistero delle sue simpatie franchiste. La storia di David si dipana parallelamente allo sviluppo della lotta armata organizzata che ha caratterizzato i Paesi Baschi negli anni Settanta: forse proprio per contrasto alle simpatie reazionarie e franchiste del padre, David si trasforma in un convinto indipendentista. Una scelta che gli creerà non pochi problemi, compreso un periodo di detenzione in carcere.

Il figlio del fisarmonicista, romanzo che ha vinto numerosi premi tra cui gli italiani Grinzane Cavour e Mondello, si rivela un vero gioiello nel finale. David viene raggiunto in California dall’amico Joseba – nel frattempo divenuto scrittore di successo – che gli legge una parte del libro che sta scrivendo. In particolare, si sofferma su tre capitoli riguardanti altrettante immaginarie confessioni: quella dello stesso Joseba, quella di David e quella di un terzo amico, Agustin, arrestato insieme a David e Joseba durante la militanza nella lotta armata, rilasciato insieme a loro dopo quattrodici mesi e trasferitosi in seguito a Montevideo per aprire un ristorante.

Non è un caso se Bernardo Atxaga è considerato il più grande scrittore basco contemporaneo. Dalle sue pagine trasuda un infinito amore per la sua terra e per la sua patria, ma anche la capacità di coinvolgere il lettore (soprattutto straniero) in una filosofia di vita poco conosciuta. Bisogna penetrare bene il pensiero e la cultura basca per capire il senso della lotta, della voglia di essere una nazione a parte. La traduzione di Paola Tomasinelli riesce a farci immedesimare in quella situazione regalandoci un po’ della terminologia utilizzata dal popolo basco. Così possiamo renderci conto di quanto quella lingua sia diversa non solo da tutte le lingue neolatine, ma anche da qualunque altro idioma venga parlato in Europa.

Il libro ha proprio questo andamento: impiega un po’ di tempo prima di decollare, forse perché Atxaga vuole essere sicuro che il lettore sia coinvolto; poi però lo fa in maniera perentoria, e a quel punto è impossibile smettere di seguire le vicende di David, delle sue fidanzate vere o di quelle mancate, dei suoi amici di Obaba e dello zio Juan, che è una specie di stella cometa della sua vita.

Il libro in una citazione
«Ma la parola detta – come il latte versato, come la pietra scagliata – è difficile da raccogliere.»

28 aprile 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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