di Manuela Mongiardino
La nipote
Autore: Bernhard Schlink
Editore: Neri Pozza
Traduttrice: Susanne Kolb
Anno edizione: 2022
Anno prima edizione: 2021 (Germania)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 323
Consigliato a chi ha un interesse particolare per la storia e società tedesca del secondo millennio.
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Il cielo diviso di Christa Wolf. Traduzione di Maria Teresa Mandalari. Ed. e/o 2012.
Pur trattando una storia d’amore, questo romanzo sottolinea il cambiamento sociale ed esistenziale in un mondo che si prepara a una svolta epocale.
Birgit e Kaspar si incontrano a Berlino Est nel maggio 1964. Sono due persone appartenenti a mondi diversi, che riescono però a trovare il loro completamento uno nell’altro, o almeno così credono.
È con la loro storia che inizia La nipote, l’ultimo libro di Bernhard Schlink, scrittore tedesco che è stato particolarmente apprezzato in Italia e in tutto il mondo con il romanzo Il lettore, dal quale è stato anche tratto un film diretto nel 2008 da Stephen Daldry. In entrambi Schlink tratta il problema delle responsabilità dei genitori o degli avi nei confronti delle generazioni future: nel Lettore, pubblicato in edizione originale nel 1995, la natura della questione è storico-politica; nella Nipote è più che altro famigliare, poiché si affronta più da vicino il tema della responsabilità che un genitore dovrebbe assumersi nei confronti di un figlio.
Birgit e Kaspar si sposano, ma col trascorrere del tempo lei si chiude in se stessa e trova conforto nell’alcol invece che nel confronto col marito. Per lei l’unico momento positivo della giornata è rappresentato dalla scrittura: Birgit trascorre infatti molto tempo isolata nella piccola mansarda a scrivere. Solo in seguito Kaspar leggerà i suoi manoscritti e capirà cosa abbia condotto la moglie verso la depressione e l’alcolismo.
La possibilità che Birgit aveva avuto, come ragazza della Germania Est, di vivere finalmente nell’Ovest, si è difatti rivelata piena di ostacoli e incomprensioni. Le sue difficoltà sono dovute ad alcune problematiche che si è portata dietro, questioni irrisolte, che continuano a scavare dentro di lei.
Kaspar e Birgit hanno avuto l’occasione di scoprire in presa diretta cosa c’era dietro il Muro. Tutti i giovani – ci fa capire Schlink – devono avere l’opportunità di comprendere cosa celano le apparenze, di saper giudicare autonomamente, senza agire secondo un modello imposto dall’alto. La verità va cercata, ma bisogna anche volerla e saperla trovare.
Ben diversa dalla Birgit che viveva nella Berlino Est è Sigurn, la nipote. Sigurn – la ragazzina con i riccioli rossi, vestita in modo tradizionale – assomiglia molto alla nonna, ma è una persona forte e determinata, non solo quando impara a suonare il pianoforte, ma anche quando deve decidere l’impronta da dare al proprio futuro.
Le vicende narrate nel testo nascono dal dissidio tra il desiderio di abbandonare la Germania Est e la speranza di potersi lasciare alle spalle tutto quello che questa rappresenta. Nell’Ovest Birgit molto presto si sente sradicata, come se si trovasse in un Paese totalmente straniero. È incapace di integrarsi in una nazione in cui si parla la sua stessa lingua, in cui si sente diversa dagli altri, non accettata, e viene anche considerata comunista nonostante si sia deliberatamente allontanata da quel modello politico.
Il narratore adotta la voce di Schlink giurista, che racconta la società tedesca prima e dopo la riunificazione. Come accadeva nel Lettore, anche in questo romanzo c’è una traccia autobiografica: l’autore parte sempre da problematiche storico-giuridiche, che rientrano nel suo lavoro da accademico.
Schlink trova fuorviante imputare alla DDR – in quanto comunista – l’incapacità di comprendere la democrazia, quando invece non si riesce a vedere o rimediare alla deriva che in quei luoghi ha poi avuto l’estrema destra. La seconda delle tre parti del libro tratta proprio di questo contrasto socialismo-nazionalismo e approfondisce temi non così comunemente affrontati, come quello delle comunità völkisch, che vivono in gruppi secondo il principio dell’etno nazionalismo praticando l’odio xenofobo.
A leggere Schlink non si sbaglia mai: i suoi libri hanno una trama avvincente e si soffermano sui diritti, sulla società tedesca vista dall’interno con particolari storico-sociali mai scontati.
La lettura è agevole, facilitata da capitoli brevi, linguaggio colloquiale e giusto equilibrio tra dialoghi e parti narrate.
Il libro in una citazione
«Ci sono cose per le quali ti devi affidare agli altri. Se ti ammali vai dal medico, se hai un guasto alla macchina vai dal meccanico. Ma non affidarti agli altri quando puoi scoprire da te come stanno davvero le cose.»
4 aprile 2023
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