di Elisa Vuaran

L’odissea dei geni
Autrice: Évelyne Heyer
Editore: Neri Pozza
Traduttore: Alberto Folin
Anno edizione: 2021
Anno prima edizione: 2020 (Francia)
Genere: Storia
Pagine: 272
Consigliato a chi vuole avvicinarsi alla storia degli esseri umani e scoprire come gli scienziati lavorino per ricostruirla.
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Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni di Jared Diamond. Traduzione di Luigi Civalleri. Einaudi, 2014
Studiando la storia dell’umanità, fin dalle scuole elementari ci siamo tutti più o meno abituati a sentir parlare di Neanderthal, di età del bronzo e di strumenti levigati; e fin dalle scuole elementari tendiamo tutti più o meno ad associarli ai fossili, alle pitture rupestri, a uomini e donne di biblioteca che, forse in qualche caso più fortunato, assomigliavano un po’ anche a Indiana Jones. Chi ha continuato ad aggiornarsi magari potrebbe aver sentito parlare anche degli ominidi di Denisova o dell’estinzione del Diprotodonte (e chi ancora non conoscesse quest’ultimo non rimarrà comunque deluso da una rapida ricerca online).
Negli ultimi anni, però, la storia – e soprattutto la scienza che aiuta a ricostruirla – hanno compiuto enormi passi avanti. Laddove un tempo vi erano soltanto quelli che abbiamo sempre immaginato come musei pieni di rocce polverose, scavi archeologici e fonti da decifrare, oggi compaiono anche scienziati in camice bianco (e pure tra questi non manca chi talvolta veste i panni di Indiana Jones), laboratori di genetica e complessi calcoli statistici.
Il DNA – ammesso che lo si riesca a ottenere – può rivelare dettagli inaspettati sulla storia dell’uomo. E riuscirci potrebbe comunque comportare di doversi recare in villaggi sperduti con permessi speciali, guadando fiumi e marciando su sentieri di montagna, quando non si tratta di reperti risalenti a migliaia di anni fa, non sempre intatti e messi alla prova soprattutto dai climi tropicali.
Mettendo a confronto il codice genetico di più individui si può risalire alla data in cui i primi Homo hanno lasciato il continente africano e scoprire quali percorsi abbiano seguito; si può capire come abbiano fatto gli abitanti del Tibet ad abituarsi a vivere ad alta quota e definire come i Vichinghi si siano stabiliti in Islanda; si può studiare quali malattie siano più frequenti in una certa popolazione e perché, e scoprire se una persona sia imparentata con Carlo Magno (spoiler: se vive in Francia, molto probabilmente lo è).
Svelando il passato, gli strumenti della genetica offrono spunti per parlare del presente: di evoluzione e migrazioni, di alberi genealogici e razze, di test di paternità e di risoluzione di cold case, con tutte le delicate implicazioni etiche che questi temi comportano.
Ne L’odissea dei geni Évelyne Heyer, professoressa di antropologia genetica, parla a tutti: con capitoli brevi, introdotti dalla sua personale esperienza sul campo condotta in tutto il mondo – e in cui non si risparmia nel denunciare le difficoltà incontrate dai ricercatori nei rapporti con le autorità – racconta la storia dell’umanità attraverso i metodi scientifici che hanno permesso di ricostruirla. Agli aneddoti e alle strategie pratiche seguono illuminanti spiegazioni sui ragionamenti e sulle tecniche di cui si serve la genetica, e su come siano state utilizzate per risalire a determinate scoperte.
Sebbene lo stile non sia particolarmente raffinato, i concetti sono accessibili e il libro è godibile sia per la facilità di lettura che soprattutto per l’ampia varietà degli argomenti trattati e rappresenta un buon punto di partenza – accattivante anche se non esaustivo – per approfondire sia i temi di carattere storico-scientifico che quelli di natura etica.
Il libro in una citazione
«Tutte le mie missioni sono state condotte con la collaborazione dell’Accademia delle scienze dell’Uzbekistan. Durante uno dei primi incontri con il suo presidente, quest’ultimo si dichiarò lietissimo di sostenere un progetto che avrebbe permesso di acquisire conoscenze scientifiche solide sulla storia di questa regione del mondo. Aggiungendo poi che una delle caratteristiche del regime sovietico era quella di riscrivere la storia… Un discorso che mi riportò alla mente la famosa citazione di George Orwell: “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.”»
15 marzo 2023
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