di Elisa Vuaran
I dieci amori di Nishino
Autrice: Kawakami Hiromi
Editore: Einaudi
Traduttrice: Antonietta Pastore
Anno edizione: 2018
Anno prima edizione: 2003 (Giappone)
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 154
Consigliato a chi già apprezza lo stile narrativo giapponese e a chi lo vuole scoprire, a chi vorrebbe leggere storie d’amore senza smancerie, a chi ricerca il raccoglimento della malinconia.
Yukihiko Nishino, difficile parlare di un uomo come lui. Qualcuna delle tante donne cadute ai suoi piedi mette subito le mani avanti: era un ragazzo strano. Un tipo affascinante, di cui è facile innamorarsi; eppure, quando si sta insieme a lui, a volte si avverte una sensazione strana, come un’interferenza radio, un problema di sintonizzazione.
Non si fatica a capire di che tipo si tratti: perennemente alla ricerca di un amore che possa colmare i suoi vuoti, pur provandoci disperatamente non riesce mai a innamorarsi davvero, a lasciarsi andare; e, non appena – periodicamente – la malcapitata di turno se ne rende conto, le strade si separano, lasciando una dolce sensazione di malinconia nella vita di ciascuna delle molte donne che hanno incrociato il suo cammino.
I dieci amori di Nishino raccoglie i ricordi di alcune di loro, in ordine sparso, dalle scuole medie alla vecchiaia, dall’età adulta a ciò che è rimasto dopo la sua morte. Donne sposate, compagne di classe, madri e figlie, signore “di età indefinibile” che tengono corsi di cucina economica, vicine di casa, superiori di lavoro, studentesse: ognuna di loro descrive una delle parti dell’ineffabile Nishino attraverso le proprie sensazioni, gli episodi di vita condivisi, un oggetto che li ha legati. Un dolce particolare, un termometro, un grappolo d’uva. Un’abitudine, un modo di fare, un luogo d’incontro o di immaginazione. Eppure solo ad alcune di loro Nishino è riuscito a raccontare di quell’estate che sembra avere stravolto per sempre il corso dei suoi pensieri.
Nishino viene decostruito e ricostruito nelle diverse epoche della sua vita nel tentativo di interpretare i suoi veri sentimenti e le sue ragioni. Voltando però l’ultima pagina, si ha la sensazione di aver capito qualcosa di quest’uomo, forse addirittura si è entrati in empatia con lui, ma appare chiaro come le vere fondamenta della narrazione siano i ritratti delle dieci donne che, nel ricordare lui, raccontano molto di più di se stesse, offrendo altrettanti spaccati di vite molto lontane tra loro, condotte nel Giappone contemporaneo.
Lo stile di Kawakami Hiromi, in apparenza freddo e distaccato nel descrivere allo stesso modo sentimenti e quotidianità, avvolge ogni capitolo in un impalpabile velo di dolcezza, in una nebbiolina malinconica che si posa attorno al lettore; la lettura è una carezza delicata e leggera che in certi punti si trasforma in una presa decisa e invita a godersi il brevissimo libro poche pagine alla volta, immergendosi nella sua atmosfera e lasciandola depositarsi prima di percorrere un nuovo passaggio.
Per l’ambientazione, i fraseggi asciutti, i temi della crescita, dell’amore vissuto e raccontato a volte con distacco e altre volte quasi con morbosità, il libro potrà senz’altro essere apprezzato dai fan di Murakami Haruki (e non manca, seppur molto limitato, l’elemento surreale), ma anche da chiunque altro voglia leggere una (anzi, dieci – e notevolmente diverse tra loro) storie d’amore senza fronzoli ed eccessivi sentimentalismi.
Il libro in una citazione
«Sì, Nishino era la personificazione dell’uomo poco affidabile. Il suo cellulare squillava spesso dopo le dieci di sera. Erano sempre ragazze a chiamarlo. A tutte parlava in modo tenero e affettuoso.
Una volta gli ho chiesto di spegnere il telefono almeno quando veniva a casa mia.
– Lo farò quando ti fidanzerai con me.»
13 febbraio 2023
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