Le parole nei libri
METEMPSICOSI
«“È la metempsicosi” disse Sonja, che studiava sempre con impegno e ricordava tutto.
“Gli Egizi credevano che le nostre anime fossero state anime di animali, e che poi sarebbero tornate di nuovo negli animali.”
“No, sai io non ci credo che siamo stati degli animali” disse Natasha […] “invece so per certo che prima eravamo angeli, là da qualche parte, e che siamo stati anche qui, e per questo ricordiamo ogni cosa.”»
Guerra e pace di Lev Tolstòj. Curatela di Igor Sibaldi. Mondadori, 2017. Pag. 553
Una delle parole più usate nell’Ottocento; la troviamo in Lev Tolstòj, ma è anche citata molte volte nei racconti di Edgar Allan Poe. Una parola che collega mondi distanti, le nuove scoperte in campi come la medicina o la psicologia, che molte volte assumevano per i più un valore misterioso ed esoterico.
Manuela Mongiardino
metempsicosi
Dal gr. μετεμψύχωσις, comp. da μετά (prep. che indica il trasferimento), ἐν («dentro») e ψυχή («anima»). Credenza propria di alcune dottrine religiose secondo cui, dopo la morte, l’anima trasmigra da un corpo all’altro, fin quando non si sia completamente affrancata dalla materia. Originaria dell’antica India e attestata già nelle Upaniṣad (in cui è connessa alla teoria del karma), questa dottrina fu accettata in parte e perfezionata dal buddismo.
In Occidente la dottrina della m. si ritrova nella religione mistica degli orfici (da cui è poi passata nella filosofia greca), per la quale la m. non termina, come nel buddismo, con l’annientamento dell’individualità umana, ma con il trionfo completo dello spirito – concepito come eterno – sulla materia, nella quale era stato imprigionato (σῶμα=σῆμα) e da cui riesce finalmente a liberarsi.
Il termine m. è tardo e compare per la prima volta negli scrittori della prima età cristiana (per es., in Alessandro di Afrodisiade, De anima, 27, 18; Porfirio, De abstinentia, IV, 16; Proclo, In Platonis Rempublicam, ed. Kroll, II, 340); talvolta la credenza è indicata con il termine – ritenuto più corretto da Olimpiodoro (Commento al Fedone, 81, 2) – «metensomatosi», che si legge in Plotino (Enneadi, I, 1, 12; II, 9, 6; IV, 3, 9). […]
Treccani.it – Dizionario della filosofia, 2009.
7 febbraio 2023
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