di Sonia Vaccaro
Il custode di Elias. Il toccante legame tra un bambino ebreo e il suo cane nella Germania del 1945
Autrice: Giorgia Penzo
Illustratore: Lorenzo Sangiò
Editore: Il battello a vapore
Età di lettura: da 9 anni
Anno edizione: 2022
Genere: Romanzo storico
Pagine: 281
Note: Libro ad alta leggibilità, accessibile anche a bambini con disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali.
In questo libro trovi amicizia fraterna, coraggio, speranza.
Consigliato a
tutti i bambini e tutte le bambine dell’età giusta
genitori e educatori che cercano le parole adeguate per raccontare gli orrori della guerra e della Shoah ai più piccoli.
Il giorno in cui Elias deve fare il gioco che mamma Lene gli ha spiegato tante volte è arrivato. Si deve nascondere in una botola ricavata nel pavimento della camera da letto e dovrà uscirne solo quando non sentirà alcun rumore. La mamma saluta Elias baciandogli la manina che le tende e risponde con un sorriso quando le chiede se si rivedranno presto. Poi abbassa il portello, copre l’apertura con un tappeto e si dirige verso Caleb. Lo prende in braccio e lo sistema sotto il lavello, dentro a una cesta che un tempo serviva per conservare le patate. A Caleb mamma Lene affida quanto ha di più caro.
Il custode di Elias non lesina emozioni a bambini e adulti sin dalle prime pagine. Con questo esordio nella narrativa per ragazzi l’educatrice Giorgia Penzo – già in libreria nel 2018 con il romanzo Ogni giorno come il primo giorno – scrive del toccante legame tra un bambino e il suo cane nella Germania del 1945 senza alcuna pretesa storica, ma con l’intento di rendere un tributo a tutti coloro che la guerra ha privato di un’infanzia gioiosa.
La storia la fa raccontare a Caleb, il Border Collie, insolitamente bianco e marrone, che è al fianco di Elias sin dal giorno in cui mamma Lene lo ha dato alla luce immobile e l’amica Ilse è riuscita a farlo strillare. La stessa Ilse che, amorevole e discreta, cercherà di essere comunque presente nella sua vita.
Con lo sguardo di Caleb osserviamo gli stivali lerci di fango che portano via i genitori di Elias nonché il mondo là fuori, che è ben diverso da quello che il bambino ha sempre visto. Da quel mondo Caleb vuole proteggerlo a costo della vita, proprio come gli ha chiesto mamma Lene e come farebbe un fratello maggiore responsabile.
Lo proteggerà quando s’inoltreranno nel bosco per raggiungere il campo dove mamma e papà avranno finalmente trovato lavoro come contadini e dove anche Elias potrà dare una mano per risollevare le condizioni economiche della famiglia, precipitate dopo che papà ha perso il posto da maestro elementare. Nel bosco Elias, con la stella a cinque punte al braccio, e Caleb, armato di un olfatto eccezionale, incontreranno Konrad, un quasi quindicenne tedesco con la stessa divisa delle SS, che emana però un odore diverso dal loro.
Caleb ed Elias intraprenderanno un viaggio pericoloso, durante il quale vedranno coi loro occhi gli orrori della guerra – in cui tutto può cambiare per un respiro, migliaia di persone muoiono massacrate e altre fingono di non vedere perché non vogliono immischiarsi.
Uscito di casa a otto anni appena compiuti, col sorriso bucherellato come quello dei suoi coetanei, Elias dovrà crescere molto in fretta per resistere. Però conoscerà anche il significato della vera amicizia. Chi gli starà accanto ritroverà la forza di lasciarsi andare in un abbraccio e anche uno scopo di vita troppo presto smarrito.
Quella di Caleb ed Elias è una bella storia, delicatamente illustrata ad acquerello da Lorenzo Sangiò, che nei giorni scorsi è rientrato tra gli ottanta illustratori selezionati sui 4.345 candidati per la prestigiosa mostra della sessantesima edizione della Bologna Children’s Book Fair.
Giorgia Penzo trova le parole giuste, senza cadere nella trappola di edulcorare la realtà per renderla accessibile ai più piccoli. La racconta piuttosto per quella che è, dosando sapientemente il detto con il non detto e riuscendo così a predisporre anche i più giovani all’inenarrabile. Dopo aver raggiunto il climax, lancia un messaggio di grande speranza che solo chi guarda al futuro – senza dimenticare quanto di più atroce è accaduto in passato – può cogliere con consapevolezza.
Particolarmente efficace la scelta di affidare la narrazione a Caleb. Essendo accanto a Elias sin da prima che nascesse, il cane può permettersi di inserire flashback nel racconto in presa diretta, non privo delle sue stesse emozioni e arricchito da dialoghi vividi e mai prevedibili, in cui chi chiede sente l’urgenza di sapere e chi risponde cerca di non ferire senza mentire.
Se lo sguardo di Caleb su ciò che lo circonda non può che rivelarsi innocente per alcuni aspetti – come peraltro è giusto che sia in un testo concepito per bambini e ragazzi – il suo olfatto restituisce talvolta una realtà aumentata: è proprio lui ad accorgersi della vicinanza del campo – ovviamente non segnato sulla mappa – quando percepisce un odore mai avvertito, un miscuglio di mille istanti tutti insieme, imponente, penetrante, fragile, lacerante.
Tra le immagini più nitide che l’esperienza di lettura imprime nella mente c’è sicuramente quella di Elias e Caleb che giocano felici correndo su un prato, col battito dei loro cuori ritmato in sincrono per la gioia e non per la paura che tante volte li divora nel loro viaggio. Un battito che siamo invitati a sentire anche dai notissimi versi liberi che Penzo sceglie per l’esergo, quelli della poeta polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996. “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore”, scrive Szymborska in Ogni caso, componimento che sembra essere il pentagramma su cui Penzo ha deciso di scrivere il suo brano, riproponendone in prosa motivi e parole. Penzo compone, riprende, amplifica con naturalezza e rende il testo veicolo di emozioni, che colgono anche chi non è più in età scolare.
Il libro in una citazione
«La melodia fischiata da Elias mi ricorda il mio destino, che devo salvarlo. Devo farlo perché gli voglio bene, perché ho promesso, perché in tanti hanno fatto di tutto per tenerlo al sicuro, perché non permetterò alla guerra di prendersi un altro bambino.»
24 gennaio 2023
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