di Enzo Palladini

Lincoln Highway
Autore: Amor Towles
Editore: Neri Pozza
Traduttrice: Alessandra Maestrini
Anno edizione: 2021
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 634
Consigliato a chi ama il sovrapporsi delle storie, i ritratti umani incrociati tra di loro.
Prima di tutto serve una spiegazione del titolo. La Lincoln Highway è una strada americana transcontinentale, che attraversa tutti gli Stati Uniti da New York a San Francisco, meno mitizzata della Route 66, ma resa altrettanto affascinante da questo romanzo esaltante.
Tutto comincia quando Emmett Watson, un ragazzo del Nebraska, torna a casa dopo avere scontato un periodo di detenzione presso un centro correzionale a Salina. La realtà che si trova ad affrontare è tutt’altro che piacevole: il padre di Emmett è appena morto lasciando una valanga di debiti, la banca sta pignorando la fattoria che il genitore aveva acquisito anni prima e poi portato avanti con mille errori di percorso. Poi c’è Billy, il fratellino minore di Emmett, grande appassionato di lettura e molto più maturo dei suoi otto anni e mezzo. Appena rientrato a Morgen, la cittadina di residenza, Emmett decide insieme al piccolo Billy di partire al più presto per andare a cercare la madre, fuggita otto anni prima e stabilitasi verosimilmente in California dopo avere percorso, appunto, la Lincoln Highway.
Da queste premesse, già molto attraenti per un potenziale lettore, si sviluppa una storia che ne racchiude innumerevoli altre. La prima è quella di un ragazzo che ha fatto amicizia con Emmett a Salina e che viene indicato con il curioso soprannome di “Duchessa” (del quale poi verranno date diverse spiegazioni). Per evadere dal riformatorio, Duchessa si è nascosto nel bagagliaio del poliziotto che ha riportato a casa Emmett insieme a Woolly, un ragazzo con problemi psichici che arriva da una famiglia originariamente benestante. Duchessa prende “in prestito” l’auto che Emmett si è comprato con i risparmi di un’estate di lavoro e parte con Woolly verso est, per cercare suo padre (un attore fallito) a New York, scatenando la reazione dello stesso Emmett, che senza un dollaro in tasca e con il piccolo Billy puntualmente al suo fianco, cerca di andare a recuperare la tanto amata vettura saltando da un treno all’altro. Questo viaggio ovviamente porta i quattro ragazzi a interagire con decine di altri meravigliosi personaggi, tutti tratteggiati con grande estro e una cura che li rende assolutamente reali all’interno di un contesto anni Cinquanta.
Lo stile dello scrittore statunitense Amor Towles è straordinariamente coinvolgente. Tanto per dare un’idea, ogni capitolo viene titolato con il nome di uno dei personaggi (non necessariamente uno dei principali di cui si è appena scritto ma anche altri minori) e tutto il suo contenuto viene raccontato dal punto di vista di quel preciso personaggio. Ammirevole anche la struttura della narrazione: ogni passaggio termina sì in sospeso, ma viene ripreso in seguito, quando tutto il focus del racconto ritorna sul medesimo soggetto.
Nonostante le oltre seicento pagine all’inizio possano spaventare, questo romanzo si fa leggere con avidità soprattutto nelle ultime centocinquanta, capaci di costringere a una full immersion senza respiro. Ciò che entusiasma di più è lo straordinario campionario di vicende umane e di tipi psicologici, che si muovono in un’America che – come tutto il mondo – sta cercando di risollevarsi dalle tragedie della Seconda guerra mondiale, e che allo stesso tempo vive di infinite contraddizioni tra ricchi e poveri, tra metropoli e campagna, tra lo stile di vita che siamo abituati a immaginare quando pensiamo agli Stati Uniti e quello che gli stessi americani percepiscono quando pensano a loro stessi.
Il libro in una citazione
«Lascia che la strada ti venga incontro, dicono gli irlandesi, ed è quello che stava succedendo agli intrepidi viaggiatori sulla Lincoln Highway: la strada stava andando incontro a ognuno di loro, che fosse diretto a est, a ovest, o girasse in tondo.»
28 dicembre 2022
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