di Sabrina Colombo

Insegnare alle ombre. “Dad” the beautiful
Autore: Michele Di Mauro
Editore: Battaglia
Anno edizione: 2022
Genere: Moderna e contemporanea
Pagine: 196
Consigliato a chi è interessato all’attualità e ha la curiosità di conoscere meglio la vita quotidiana nella provincia americana.
Il 13 marzo 2020 il Professor D., insegnante di latino emigrato dall’Italia negli Stati Uniti, saluta i suoi allievi presso la Silvana High School: a causa del Coronavirus le scuole chiuderanno e da lì in poi inizierà un lungo periodo di didattica a distanza.
Siamo a Charlotte, in North Carolina: la città si chiude a riccio su se stessa per difendersi dal morbo. Gli abitanti cercano di adattarsi alla situazione, surreale e distopica, e così pure gli studenti del Professor D. diventano dei visi bidimensionali che si affacciano dalle griglie delle varie piattaforme online grazie alle quali la vita di relazione continua. Il protagonista – con il distacco e l’acume di chi non è nato nel luogo in cui ha scelto di vivere – racconta l’esperienza di insegnante a distanza, e ci offre alcuni spaccati della vita di provincia, lucidi e pieni di sense of humour.
Come un sasso lanciato nello stagno, la narrazione si espande e le riflessioni che porta con sé si sviluppano a cerchi concentrici sempre più ampi. Partendo dalla cronaca del disagio esistenziale dei ragazzi di fronte alla decisione di generalizzare la pratica del distanziamento sociale, il lettore viene accompagnato in un percorso di approfondimento che travalica la questione Covid per raccontare altri temi sociali particolarmente scottanti: l’abbandono delle periferie, l’intolleranza razziale, le proteste del Black Lives Matter, il diritto allo studio negato, la crisi economica devastante, i rigurgiti dell’estremismo di destra, la lotta di chi non vuole rinunciare a dichiarare liberamente il proprio orientamento sessuale.
All’incrocio tra fiction, auto fiction e saggio, Insegnare alle ombre fotografa quasi in tempo reale la società americana, multiforme e ricca di contraddizioni, attonita di fronte a un dramma − la pandemia − che segnerà profondamente l’immaginario collettivo anche negli anni a venire.
Non solo. Tra una traduzione, un rimprovero a chi è disattento e un messaggio inviato via chat, il Professor D. riflette e fa riflettere sulla passione che anima alcuni insegnanti, che non hanno perso la speranza di suscitare nei più giovani l’amore per la bellezza e la capacità di riconoscerla in ogni manifestazione del talento umano.
La scrittura in prima persona è frizzante, leggera nello stile e profonda nel contenuto; i capitoli sono brevi, interessanti sotto il profilo antropologico e sociologico, ricchi di citazioni suggestive, non solo frammenti di letteratura latina ma anche stralci di poeti moderni e contemporanei, di dialoghi cinematografici, di canzoni country folk o di dichiarazioni di politici tratte dai media. Di pari passo con il protagonista del romanzo, anche il lettore si affeziona ai ragazzi, si specchia nei loro dolori e nelle loro gioie quotidiane; li sente simili a sé e – soprattutto – realizza che le differenze culturali, geografiche, di censo, religione o ideologia politica sono ben poca cosa laddove si comprenda che siamo tutti accomunati dal possedere un’anima che tende – in definitiva – semplicemente alla felicità.
Il libro in una citazione
«Un trapezista, un aerist, ecco chi sono… volo da un trapezio all’altro nei bordi di Zoom, e Google Meet e Microsoft Team, sapendo che se cado possenti reti elastiche mi faranno rimbalzare tra gli applausi degli spettatori per tornare nuovamente dove sono adesso: a fissare questo autunno bidimensionale riflesso in un gruppo di alunni che ha perso la scuola, quella vera, che è a casa da sei mesi e due settimane, ma trova ancora la forza di accapigliarsi anima e corpo su tutti gli ismi e gli isti di questo mondo.
Comincio a volergli bene a questi ragazzi, mi stanno fregando di nuovo, una lezione alla volta.»
8 novembre 2022
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