di Sabrina Colombo
Autori: Oasis
Curatore: Simon Halfon
Traduttore: Riccardo Vianello
Fotografie: Jill Furmanovsky
Editore: Baldini+Castoldi
Anno edizione: 2022
Anno prima edizione: 2021 (Inghilterra)
Genere: Autobiografie
Pagine: 444
Consigliato a chi vuole conoscere il lato più intimo di un artista al di là del fenomeno musicale e mediatico.
Corre il 2014 e Simon Halfon, graphic designer noto per avere ideato le copertine di alcuni fra i più importanti musicisti della scena britannica degli anni Ottanta e Novanta – da Paul Weller agli Style Council, fino a George Michael – si sente proporre da Noel Gallagher la realizzazione di un documentario che celebri i 25 anni dalle date storiche in cui gli Oasis tennero due concerti a Knebworth, il 10 e l’11 agosto 1996, radunando 250mila persone.
Halfon aveva già collaborato con la band di Manchester ideando la copertina dell’album di esordio Definitely Maybe (pubblicato il 29 agosto 1994), che salì subito al primo posto delle classifiche britanniche e li fece conoscere al grande pubblico.
Contrapponendo ottimismo, leggerezza e una buona dose di coraggiosa irriverenza alle più cupe atmosfere del grunge che in quegli anni la faceva da padrone, gli Oasis avrebbero ridefinito il sound degli anni Novanta arrivando a influenzare la parte più talentuosa del britpop contemporaneo.
Per tutto il 2015 Halfon raccoglie le interviste di Liam e Noel, della loro madre Peggie, del loro fratello maggiore Paul, ma anche degli altri componenti della band, Bonehead fra tutti, e di numerosi collaboratori storici, la road manager, il produttore, l’ingegnere del suono. Il risultato è Knebworth 1996, con la regia di Jake Scott, che – uscito il 10 agosto 2021 – ha riscosso successo di pubblico, critica e addetti del settore, aggiudicandosi fra l’altro il record di incassi dei documentari proiettati nelle sale cinematografiche del Regno Unito nell’anno 2021.
Il libro Supersonic si propone di ripercorrere la vita dei due fratelli, attraverso la giustapposizione delle interviste registrate in occasione della preparazione del lungometraggio. Le voci si alternano nel racconto, conferendo alla narrazione un ritmo fresco e coinvolgente. Il tutto è corredato da numerose foto che colgono momenti iconici e altri più intimi dell’epopea degli Oasis.
Ne esce il ritratto vivido e fuor di retorica dei Gallagher: l’infanzia povera di due ragazzi della working class, di origini irlandesi, cresciuti in una casa con il bagno esterno a Longsight, nel quartiere più povero e disagiato di Manchester, la famiglia disfunzionale, la disaffezione per la scuola, la disoccupazione, l’adolescenza turbolenta e poi l’incontro con la musica, la prima band, il successo cercato con pervicace determinazione.
Ne esce anche l’immagine di due fratelli profondamente diversi nel carattere eppure artisticamente complementari: Liam irriverente, narciso, spavaldo e fragile, innamorato della propria immagine, frontman per vocazione sin dalla più tenera età, sempre pronto a distinguersi nelle spacconate. Noel, poco più grande, introverso, umorale, chitarrista autodidatta, perfezionista e autoritario, per diversi anni seguirà gruppi della scena indie di Manchester, affiancandoli nei tour come “roadie”, addetto agli strumenti e tecnico attrezzista.
Quando Noel si unirà al gruppo rock improvvisato da suo fratello Liam, inizierà a comporre musica e parole che faranno la differenza e apriranno alla band le porte del successo mondiale.
Verranno poi i litigi, l’abuso di alcol e droghe, il ruolo sempre più invadente della casa discografica, lo showbiz che li vorrebbe “allineare” dando loro un’immagine cui non sentono di volersi conformare, il rapporto controverso con la stampa, le famose intemperanze, i mobili lanciati dalle camere di albergo durante i tour, le zuffe on stage e fuori dal palco, il declino, e le premesse per andare oltre al fenomeno – planetario eppure non ancora mediatico e “social” nel senso più contemporaneo del termine – dando così inizio a carriere solistiche separate, ancor oggi di altissimo livello.
Supersonic fotografa soprattutto – ed è questo il perno dell’opera – la storia di due anonimi figli del proletariato suburbano, incredibilmente carismatici, nel momento esatto in cui – a un passo dalla gloria – acquistano la consapevolezza, ciascuno secondo la propria sensibilità, che il vento comincia a soffiare nella giusta direzione e i sogni per una volta stanno per trasformarsi in concreti progetti di vita.
Non a caso il titolo del libro coincide con quello del brano della “svolta”: il sound perfetto su cui gira il testo altrettanto perfetto, mix di ironia e strafottenza, interpretato con l’espressività più appropriata a farne l’inno transgenerazionale di chi vuol vivere tutto con la massima intensità:
“I need to be myself
I can’t be someone else
I’m feeling supersonic
Give me gin and tonic
You can have it all but
How much do you want it?”
(Supersonic, 1994, testo e musica di Noel Gallagher)
Il libro in una citazione
«Noel: “Quando canto ‘Champagne Supernova’ con la chitarra acustica durante un soundcheck e ci sono presenti undici persone, va bene, va tutto dannatamente bene, ma non è nulla di straordinario. Quando la canti cinque ore più tardi a Glasgow davanti a dodicimila persone, quello sì che diventa straordinario. E non per via di qualcosa che faccio io. Io la suono allo stesso modo; è l’amore, la vibrazione, la passione e qualsiasi cosa sia, la rabbia e la gioia che arrivano dalla folla.”
Liam: “Sì, ci sentivamo intoccabili. Perfino supersonici.”»
18 ottobre 2022
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