di Marta Peroni
Le dame del Faubourg
Autore: Jean Diwo
Editore: 21lettere
Traduttrice: Luisa Rigamonti
Anno edizione: 2021
Genere: Romanzo storico
Pagine: 800
Consigliato agli amanti della Storia francese, narrata però da un punto di vista più quotidiano, attraverso gli occhi, i gesti, l’amore e la vita delle donne e degli uomini di un sobborgo di Parigi.
Le dame del Faubourg è il primo libro di una trilogia che in Francia ha venduto più di un milione di copie. L’autore, Jean Diwo, è nato proprio nel Faubourg Saint-Antoine, il sobborgo di Parigi in cui la storia è ambientata. Ed è qui che seguiamo la vita di due famiglie e dei loro discendenti in un arco temporale che va dal regno di Luigi XI alla vigilia della Rivoluzione francese.
Jean Cottion, dopo aver compiuto il tour della Francia per imparare il mestiere di falegname, con il bastone da compagnon in mano e un fagotto in spalla, giunge dinnanzi alla porta di Pierre Thirion, un rinomato maestro mobiliere del Faubourg Saint-Antoine, per l’ultima tappa del suo viaggio. Jean lavorerà dapprima al suo servizio, per poi ottenere una propria bottega grazie anche all’intercessione della badessa dell’abbazia di Saint-Antoine-des-Champs, Jeanne IV, una delle donne più potenti di Parigi, per la quale i due lavorano. Sarà proprio intorno a questa abbazia, e grazie alla protezione delle varie dame del Faubourg, che la comunità di lavoratori del legno si svilupperà nell’arco di tre secoli, e noi lettori vivremo le vicende di più generazioni nate proprio dall’unione delle famiglie Cottion-Thirion, che faranno conoscere il mobile francese in tutto il mondo.
Con Le dame del Faubourg Jean Diwo ci regala un bellissimo affresco storico, che va a intrecciare la grande Storia di Francia con quella più quotidiana, facendo dialogare tra loro nomi più noti e realmente esistiti con personaggi frutto d’invenzione. Attraverso il punto di vista degli abitanti del Faubourg, possiamo assistere ai rapporti tra clero e politica, alle difficoltà della gente comune, alle epidemie, alle guerre di religione e agli intrighi, ma viviamo anche l’amore, le tragedie, le perdite e i viaggi, soprattutto in Italia, dove i francesi si recano per trarre ispirazione dagli artisti più famosi, carpire nuovi insegnamenti e migliorare la propria arte.
Questo romanzo storico è un vero e proprio omaggio alle donne che non vivono più un passo indietro, relegate all’ombra dei loro uomini, ma partecipano attivamente, con il loro acume, il loro coraggio e la loro intelligenza alla storia e alle vicende, influenzando le scelte e le vite dei loro padri, amanti, fratelli e figli. Non solo mogli, madri, figlie e sorelle, ma anche badesse che vengono fortemente messe in luce, in un’epoca in cui troppo spesso non era consentito loro di risplendere, di dimostrare il loro valore, di alzare la loro voce. Tra queste pagine riescono, invece, a emergere con forza, compiendo scelte in maniera consapevole, anche a costo di sfidare le convenzioni comuni, seguendo il cuore e i propri sogni.
Pur essendo un libro molto corposo (sono circa 800 pagine), lo stile di Diwo non è mai pesante: è diretto, coinvolgente, emotivo, ed evocativo. In questo reame del legno, che è il Faubourg Saint-Antoine, abbiamo la sensazione di sentirne il profumo, di percepire l’odore della segatura fresca e quello acre della colla bollente, di udire i rumori degli scalpelli, il sibilo della pialla, o di altri strumenti utilizzati dagli artigiani. L’autore ci fa quasi vedere con i nostri occhi i gesti ripetitivi, ma anche precisi, attraverso i quali mobilieri, ebanisti e non solo, riescono a far emergere una nuova vita, una differente forma da un semplice pezzo di legno. Con l’avanzare delle epoche è interessante anche scorgere come non ci siano cambiamenti solo dal punto di vista storico e politico, ma anche in relazione agli abiti e ai mobili stessi. Semplici panche o altri oggetti tutti uguali, che fanno della praticità il loro punto di forza, piano piano si arricchiscono di nuove peculiarità grazie all’abilità dei vari protagonisti – noti o inventati – delle vicende. Ed ecco scaturire da quel materiale carico di magia, come viene definito il legno, mobili intarsiati, di lusso, vere e proprie opere d’arte che anche i re stessi vogliono nei loro palazzi.
Come già detto, un altro aspetto molto interessante è l’abilità con cui Diwo intreccia personaggi della Storia, che tutti noi abbiamo in qualche modo studiato, ad altri da lui inventati. Tra queste pagine, infatti, possiamo fare la conoscenza, o perlomeno sentir parlare non solo dagli abitanti del Faubourg, di personalità che vanno dai regnanti di Francia (da Luigi XI a Luigi XVI, passando per il Re Sole e Caterina de Medici) al clero, come il Cardinale Richelieu, giusto per fare un esempio. Troviamo anche vari artisti (alcuni italiani) e intellettuali, come Giambologna e il Tintoretto, Voltaire, Ninon De Lenclos, Jean-Baptiste Colbert, i fratelli Montgolfier e Jean-François Pilâtre de Rozier, senza tralasciare importanti ebanisti delle epoche prese in esame, come André-Charles Boulle, Jean-François Oeben, solo per citarne alcuni.
L’unica pecca sta nel non riuscire ad avvertire, almeno inizialmente, un forte coinvolgimento emotivo per la sorte di alcuni personaggi. È come se i primi anni scorressero troppo in fretta e alcune figure svanissero prima di riuscire concretamente a farti affezionare. Andando avanti, però, nel corso della lettura, Jean Diwo si sofferma su altri personaggi, concede loro più tempo per farsi conoscere, e la lettura diventa più stimolante.
Le dame del Faubourg non è un libro adatto a chi è alla ricerca di un romanzo storico pieno di azione, violenza, o con la presenza di un antagonista che va a ostacolare vite e piani dei protagonisti, creando caos, adrenalina o un vero e proprio senso di pericolo. Siamo di fronte, spesso, a eventi ripetitivi, a una narrazione che coinvolge un numero elevato di personaggi, e si sofferma su scene di vita, di lavoro, amori e tragedie. La si potrebbe definire, quindi, una lettura più lenta, corposa, densa, che richiede il giusto tempo per essere assimilata al meglio; un romanzo che vuole far sprofondare noi lettori non solo nella Storia, ma anche nei singoli aspetti del quotidiano, infarcendo il tutto con aneddoti e curiosità spesso molto interessanti.
La trama di questo primo volume si conclude alla vigilia della Rivoluzione francese, lasciando i personaggi apparentemente sospesi in una scoperta che dona gioia nonostante il pericolo. Conosceremo gli effetti della Grande Storia sulle vite dei “piccoli lavoratori del legno e delle loro dame”, soltanto proseguendo il viaggio con il secondo volume della trilogia, recentemente pubblicato da 21Lettere e intitolato Il letto di acajou.
Il libro in una citazione
«Il profumo della segatura fresca e del truciolo appena asportato dalla lama della pialla, poi, lo avrebbe riconosciuto tra mille. Per lui il legno era come l’aria, il fuoco o l’acqua: un elemento vitale, un materiale carico di magia che la mano dell’artigiano rianimava, restituendo a quelle assi secche la libertà degli alberi nella luce del mattino.»
27 settembre 2022
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