Le parole nei libri
DROBO
«Ma nemmeno un disastro economico mondiale avrebbe potuto rallentare la carriera di un uomo determinato come John Dopyera. Poco dopo il suo addio alla National, fondò infatti la Dobro Manufacturing Company, insieme ad alcuni dei suoi fratelli (si dice che il nome derivi dall’abbreviazione di Dopyera Brothers, “fratelli Dopyera”). Quando la Dobro lanciò sul mercato la propria linea di chitarre resonator, Beauchamp le fece causa per violazione del copyright, pare per una somma di due milioni di dollari. I fratelli Dopyera intentarono causa a loro volta, e riuscirono a farlo escludere dal direttorio della National. Come racconta lo storico della chitarra Matthew Hill: “I fratelli Dopyera si odiavano l’un l’altro, ma odiavano tutti gli altri ancora di più”.»
A tutto volume. Una storia epica dello stile, del suono e della rivoluzione della chitarra elettrica di Brad Tolinski e Alan Di Perna. Traduzione di Tommaso Varvello. Bompiani, 2018. Pagg. 24-25
Credo sia molto interessante scoprire come possa nascere il nome di uno strumento musicale, peraltro poco conosciuto. Il Dobro è una chitarra dal suono molto caratteristico, metallico, simile a quello di una steel guitar e si chiama proprio come chi la lanciò sul mercato. Se non ne avete mai visto uno, date uno sguardo alla copertina dell’album Brothers in arms dei Dire Straits, che ne ritrae un esemplare in tutta la sua unicità.
Stefano Palladini
dobro
s.m. [drò-bo]
La chitarra resofonica (resonator guitar), detta anche impropriamente dobro, è un tipo di chitarra inventato negli Stati Uniti d’America alla fine degli anni Venti, da John Dopyera, emigrante slovacco.
La parola dobro, che significa “buono” in molte lingue slave, è infatti un marchio registrato dalla Gibson Guitar Corporation e dovrebbe essere utilizzata più propriamente per indicare solo le chitarre di questo marchio o comunque della tipologia con ponte spider, tipico della produzione Dobro/Gibson.
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22 settembre 2022
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