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Home » “MI PIACCIONO LE VIOLE”, QUANDO UN BAMBINO VUOLE ESSERE SE STESSO

“MI PIACCIONO LE VIOLE”, QUANDO UN BAMBINO VUOLE ESSERE SE STESSO

la copertina del libro "Mi piacciono le viole" di Elisa Vincenzi (La strada per Babilonia)

Mi piacciono le viole
Autrice: Elisa Vincenzi
Illustratrice: Noemi Collu
Editore: La strada per Babilonia
Età di lettura: da 7 anni
Anno edizione: 2022
Genere: Storie illustrate
Formato: 20 x 0,5 x 20 cm
Pagine: 40

In questo libro trovi unicità, diversità come ricchezza, fedeltà a se stessi.

Consigliato a
adulti che cercano un aiuto per insegnare ai più piccoli come rispettare l’altro.
bambini che cercano il coraggio per esprimersi liberamente.

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di Sonia Vaccaro

Marco è un ragazzino solare di otto anni. Ama andare a scuola, ma oggi all’uscita non sembra felice: cammina a testa bassa e ha l’aria pensierosa. La mamma gli chiede se va tutto bene e lui, con poca convinzione, risponde di sì. Perché Marco è così triste? Cosa è successo?
In classe la maestra Carla ha spiegato le stagioni e mostrato immagini di piante e fiori. Quando Marco ha detto che gli piacciono le viole, qualche compagno gli ha fatto notare che sono “da femmina”. Non è la prima volta che Marco viene deriso dai coetanei.

Restare fedeli a se stessi è molto difficile quando chi ti è attorno ti fa sentire sbagliato. Lo è per gli adulti, figurarsi per i bambini. Marco si chiude in sé perché non riesce a esprimere le proprie preferenze, le proprie scelte, la propria identità. Eppure questa brutta esperienza gli farà capire che la propria unicità è una ricchezza, che avere gusti diversi è possibile. Questo è il messaggio di Mi piacciono le viole, libro di Elisa Vincenzi con illustrazioni di Noemi Collu, pensato per bambini alle prese con l’affermazione della propria personalità e adulti che desiderano educare al rispetto dell’altro.

Attingendo all’esperienza professionale di educatrice, Vincenzi riesce a rapportarsi coi temi dell’omofobia e del bullismo con estrema delicatezza, senza mai citarli esplicitamente e senza cadere nella trappola della concettosità. Quella che ci racconta è una storia di vita quotidiana, in cui genitori e insegnanti hanno un ruolo determinante. In questo caso è la mamma a ricordare a Marco che ognuno è unico ed è giusto che continui a esserlo; la maestra, invece, propone a lui e a tutti i suoi compagni un’attività didattica che valorizza la bellezza della multiforme unicità e la ricchezza che ne deriva. In classe c’è qualcuno che non è contento del compito proposto – ed è bene che Vincenzi lo faccia notare in modo da non creare illusioni – ma alla fine Marco (come tanti altri bambini) torna a sorridere. Rimanere fedeli a se stessi è difficile, ma non impossibile.

Di estrema delicatezza sono intrise anche le illustrazioni di Noemi Collu. Docente di arte e immagine alla scuola secondaria di I livello, Collu sceglie la tecnica dell’acquerello per rappresentare il percorso emotivo di Marco: nei momenti in cui il piccolo si sente più a suo agio con se stesso, prevalgono i colori vivaci e un’atmosfera rassicurante e fiabesca; quando è invece in difficoltà, le tinte si fanno più cupe.

“Cosa ti piace? Cosa non ti piace?”, chiedono Vincenzi e Collu nelle ultime pagine del libro ai loro piccoli lettori, quando – grazie all’esperienza di Marco – hanno sicuramente imparato che non bisogna mai temere di esprimere liberamente se stessi e che “da maschio”, “da femmina” sono catalogazioni fuorvianti. Giunti al termine della storia illustrata, bambini e bambine sono dunque invitati a scrivere e disegnare – proprio come ha fatto Marco a scuola – e così l’esperienza di lettura rimarrà loro ancora più impressa.

Il libro in una citazione
«Una delle sfide più interessanti e difficili è rimanere fedeli a se stessi.»

11 agosto 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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