di Enzo Palladini
L’uomo che inseguiva il vento
Autore: Ramón Díaz Eterovic
Traduzione: Pierpaolo Marchetti
Editore: elliot
Anno edizione: 2021
Anno prima edizione: 1997 (Cile)
Genere: Gialli & Noir, Romanzo storico
Pagine: 180
Consigliato a chi ama Sepúlveda e le storie ambientate alla fine del mondo.
È il 1914 e in Europa è appena deflagrata la prima guerra mondiale: inglesi e tedeschi si stanno già affrontando a viso aperto su diversi scenari. Dall’altra parte del mondo si potrebbe pensare a zero conseguenze di questa guerra, ma non è così.
Il protagonista, L’uomo che inseguiva il vento, si chiama Yaco Rendic. È scappato da una Croazia martoriata, ha fatto un corso accelerato (nemmeno troppo) per imparare l’arte dello spionaggio in Italia e in Spagna, poi si è imbarcato su un piroscafo ed è arrivato a Punta Arenas, località situata nella Terra del fuoco cilena nonché città natale dell’autore, dove una comunità tedesca e una inglese cominciano a vivere in maniera un po’ meno pacifica da quando è scoppiato il conflitto.
Rendic viene incaricato di portare a termine alcune missioni segrete che gli valgono la stima delle autorità tedesche presenti in quella parte di mondo, dove fa quasi sempre freddo e dove la vita non è esattamente un cumulo di comodità.
Che Rendic sia un uomo senza pace è chiaro fin dalle prime righe del libro, che si fa subito molto coinvolgente per il lettore. Alla sua attività tutt’altro che salutare, per usare un eufemismo, Yaco aggiunge un carico pesantissimo con una storia sentimentale che rischia di trasformarsi nella sua condanna a morte.
Poco dopo essere arrivato a Punta Arenas, il croato inizia a frequentare la Casa Rosada, il più rinomato bordello della città. In un nanosecondo si innamora (ricambiato) di Martina, la più bella delle ragazze che lavorano lì. Un amore complicatissimo, perché la prostituta ha deciso – in maniera più o meno libera – di non legarsi mai troppo a un uomo, mentre Yaco la vorrebbe portare via appena finito il lavoro per i tedeschi. Ma c’è di più: Rendic entra in conflitto con Camargo, il capo della polizia locale, che ritiene di avere dei diritti acquisiti su Martina in virtù di un favore personale che le ha fatto anni prima in un’altra città, salvandola da guai serissimi.
Come andrà a finire la prima guerra mondiale è scritto sui libri di Storia, quella con la S maiuscola. Come finirà la vicenda di Yaco e di Martina è invece più complicato da immaginare, perché il racconto prosegue con una serie di ingredienti ben assortiti: l’amore e la violenza, la corruzione e la purezza, il desiderio di avventura e la necessità di fermarsi in un posto.
L’autore Ramón Díaz Eterovic ha collezionato un numero impressionante di premi in patria, è diventato famoso per una serie di romanzi polizieschi con protagonista il detective Heredia, che sono diventati anche serie televisiva.
Nelle pagine di questo libro non c’è traccia di Heredia e i poliziotti fanno la parte dei cattivi (o almeno questo è il sentimento che ispirano Camargo e i suoi scagnozzi), però ci sono molti altri contenuti. C’è la Storia, quella che ci insegna come una guerra non sia mai circoscritta allo scenario in cui si combatte, ma si ripercuota in tutto il mondo. C’è l’amore, che riesce a essere sincero anche in mezzo all’inferno. C’è il fascino di una donna che tutti vorrebbero, ma che nessuno può avere davvero per sé.
L’uomo che inseguiva il vento è un romanzo di spionaggio, sì, ma anche un romanzo poliziesco, molto ben scritto e molto ben tradotto, con uno stile che riesce a dire tante cose in uno spazio relativamente contenuto, con un ritmo che invita ad andare avanti, veloci come le navi che escono da Punta Arenas per portare viveri agli incrociatori tedeschi.
Il libro in una citazione
«Le donne con un passato sono un gioco difficile.»
22 luglio 2022
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