di Elisa Vuaran
Tutti eroi
Autore: Ivan Appio
Editore: Ottocervo
Anno edizione: 2022
Genere: Fumetti & Graphic Novel
Pagine: 164
Consigliato agli amanti del cinema di guerra, della storia e delle tecnologie militari.
Fronte di guerra friulano, 1917: un luogo e una data tragicamente rimasti impressi nella memoria collettiva per il disastro di Caporetto. Questo è lo scenario in cui ci immergiamo con Tutti eroi, graphic novel d’esordio del ventitreenne Ivan Appio, pubblicato da Ottocervo.
Aprendo la prima pagina, mettiamo già i piedi in una soffocante trincea dove, sotto la pioggia, impariamo molto presto a conoscere il burbero maggiore Copetti, i suoi soldati, l’infermiera Teresa. I cadaveri non si contano e chi riesce a sopravvivere si ritrova traumatizzato e allucinato in un clima denso di fango e sangue, dove i disertori non la passano liscia.
È chiaro che la sconfitta è ormai prossima, anche perché il fronte opposto sta usando qualche strana tecnologia per sbaragliare le linee italiane. Il brillante alpino Rossetti, “quello studiato”, vuole venirne a capo sfruttando ogni mezzo a sua disposizione, soprattutto il suo fidatissimo “piccione fotografico” Lusi, antesignano dei droni moderni.
Il titolo Tutti eroi riprende l’emblematica frase apparsa per mano di uno sconosciuto soldato nel 1918 sul muro di una casa diroccata nei pressi dell’ultimo fronte Veneto: “Tutti eroi! O al Piave o tutti accoppati!”, simbolo delle ultime speranze e del sacrificio di una generazione di ragazzi italiani.
L’autore si rende subito riconoscibile per l’uso del colore e il tratto volutamente grezzi, che veicolano immediatamente la sensazione di oppressione e inquietudine che permea le trincee.
I colori di fondo terrosi (sebbene in alcuni passaggi siano poco contrastati e questo non aiuta sempre la lettura) danno l’impressione di osservare le scene attraverso un filtro cinematografico, con un gusto fotografico per la narrazione che spicca anche nella scelta delle inquadrature e nella forte prevalenza delle immagini rispetto alle parole. Il disegno diventa anche veicolo di simbolismo laddove i soldati, disegnati con gambe sottili che rimandano alla loro instabilità, vengono rappresentati come una massa indistinta, colori che si confondono, volti tutti uguali: carne da cannone per i generali, che riacquista dignità attraverso le parole (“Siamo tutti del ’99…”).
Altra caratteristica peculiare è la scelta dichiarata di rappresentare la violenza della guerra senza far esplodere nemmeno un proiettile, affidando invece il racconto della ferocia umana a pochi crudi scambi di battuta e alla soffocante atmosfera generale.
Come l’artista anche la casa editrice è giovane – è nata a Taranto nel 2020 come marchio di Antonio Mandese & figli – e questo è il secondo fumetto che inserisce in catalogo, dimostrando di essere partita col piede giusto.
Valore aggiunto per Tutti eroi è l’appendice al fondo, che comprende tavole tagliate, alcune sequenze di realizzazione dalle bozze alle tinte definitive e soprattutto un apparato fotografico con luoghi, persone e reperti a testimonianza della ricerca storica preparatoria, tra cui anche la foto del muro con la scritta che dà il titolo al fumetto e diversi prodigi tecnologici dell’epoca (come il piccione fotografico e l’aerofono).
Il libro in una citazione
«”Sai perché usano i piccioni per comunicare, al posto dei falchi? I piccioni non hanno paura di niente. […] Te lo ripeto ancora, hai paura?” “Ho paura.” “Bene. Cerca di portare a casa la pelle.”»
6 giugno 2022
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