di Sabrina Bergamini
Il re delle cicatrici. GrishaVerse
Autrice: Leigh Bardugo
Traduttrice: Roberta Verde
Editore: Mondadori
Anno: 2022
Anno prima edizione: 2019 (Inghilterra)
Genere: Fantasy
Pagine: 418
Consigliato a chi ama le storie complesse, ricche di azione e colpi di scena.
Per cominciare, un’avvertenza: le lettrici e i lettori che desiderano approcciare in futuro la trilogia del GrishaVerse composta da Tenebre e ossa (2020), Assedio e tempesta e Rovina e ascesa (2021), oppure la dilogia Sei di corvi e Il regno corrotto (2019), tutti pubblicati da Mondadori, tengano presente che questa recensione non può prescindere da significativi riferimenti agli avvenimenti di tutti e cinque i volumi sopra citati.
Nikolai Lantsov è divenuto sovrano del regno di Ravka dopo la sanguinosa guerra contro l’Oscuro, il potentissimo Grisha accecato dal desiderio di dominare il mondo.
Secondogenito nonché figlio illegittimo del precedente sovrano, Nikolai – che nella precedente trilogia era solo un personaggio secondario – è amato dal suo popolo per l’arguzia e l’innata propensione al comando. Tuttavia, il regno è allo stremo: le casse dello Stato sono vuote, l’esercito è decimato poiché tanti soldati si sono sacrificati per vincere la guerra. Come se non bastasse, in Ravka si sta diffondendo l’uso della jurda parem, una droga che aumenta sì i poteri dei Grisha ma allo stesso tempo crea una dipendenza letale.
La situazione è molto critica, in particolare per Nikolai. È così deturpato dalle cicatrici che, per esempio, è sempre costretto a indossare dei guanti per nascondere le orrende ferite che gli segnano le mani. Però la ferita più profonda del Re delle cicatrici – per l’appunto – alberga nella sua anima: è un mostro che si è parzialmente impossessato di lui e, soprattutto la notte, fuoriesce dal suo corpo trascinandolo in uno stato di follia.
Per fortuna Nikolai può avvalersi di fidatissimi collaboratori, prima fra tutti la generale Zoya Nazyalensky, la potentissima Grisha che guida il suo esercito e appartiene all’Ordine degli evocatori. Oltre a Zoya, anch’ella figura secondaria nella trilogia che qui – come Nikolai – diventa di primo piano, ritroviamo Genya, David, Tolya e Tamar. Ma incontriamo anche nuovi personaggi e, tra questi, Isaak avrà un destino particolarmente interessante.
Per stringere alleanze economicamente e politicamente vantaggiose, viene organizzata una grande festa in modo che Nikolai possa scegliere una sposa adeguata, che assicuri la linea di successione a Ravka. Il mostro che si cela nel suo corpo diventa però sempre più potente: urge una soluzione.
Il giovane monaco Yuri propone un viaggio che, a suo dire, condurrà Nikolai e Zoya presso chi è in grado di compiere un complicato rito di purificazione per liberare il re. Non vedendo altre possibilità, i due decidono di seguire Yuri e insieme raggiungono la Faglia – proprio il luogo in cui è avvenuto lo scontro finale con l’Oscuro – dove incontreranno tre personaggi a dir poco inaspettati.
Le vicende di Nikolai e Zoya non sono le uniche a tenerci incollati alle pagine. A capitoli alternati, leggiamo anche di quelle in cui è coinvolta Nina Zenik, la Grisha protagonista del romanzo Sei di corvi. Tempo prima Nikolai l’ha inviata come spia nella gelida terra di Fjerda, a nord di Ravka, con il compito di soccorrere e liberare i Grisha prigionieri e condannati a morte. I fjerdiani credono infatti che coloro che sono dotati del potere grisha siano stregoni e debbano pertanto essere eliminati quando invece sono esseri umani dotati di straordinarie capacità.
Nina svolge il suo dovere abilmente, salvando tante vite e inviando i prigionieri al sicuro, in patria. Tuttavia, il suo cuore è a pezzi: è affranta e incapace di elaborare il lutto per la morte del suo amato Matthias. Inoltre, dopo essere stata torturata durante la guerra e sottoposta alla droga jurda parem, si sente del tutto destabilizzata: sente voci che chiedono aiuto e si ritroverà in una fabbrica dove avverranno indicibili orrori. L’autrice riesce a farci empatizzare in maniera magistrale con il dolore di questo personaggio che, finora apparentemente invincibile, rivelerà tutta la sua debolezza. Al lettore attento potrebbe invece risultare un po’ meno convincente la caratterizzazione di Zoya e Nikolai, che compiono talvolta scelte meno coerenti con la propria personalità.
Con Il re delle cicatrici Leigh Bardugo ci riporta nell’universo fantasy del GrishaVerse e lo fa partendo esattamente dal punto in cui si erano concluse le saghe precedenti. Per questo motivo è indispensabile averle lette e anche ricordarle piuttosto bene: il fatto di dare per scontato che si conosca dettagliatamente il mondo Grisha, la sua geografia e la storia di tutti i suoi personaggi rende faticosa la lettura in alcuni passaggi. Un breve riepilogo sarebbe tornato utile.
Nonostante ciò, la scrittura della Bardugo si conferma scorrevole e diversi sono gli elementi che ci fanno apprezzare questo capitolo della storia.
Bellissima l’ambientazione che, come nella precedente trilogia, richiama palesemente l’impero russo dell’Ottocento, sin dalla scelta dei nomi dei personaggi e dalla descrizione dei loro abiti. Molto suggestive, inoltre, le descrizioni dei paesaggi dell’estremo Nord: immense distese di foreste innevate e fiumi congelati.
Interessantissimo lo sviluppo del mostro che si è impossessato di Nikolai. Inizialmente ci viene raccontato come un parassita nascosto, che si palesa solo ogni tanto, una minaccia soprattutto per l’anima e la mente. Con il trascorrere del tempo diviene sempre più forte, violento, rischia di prendere il sopravvento e la sua presenza è del tutto tangibile. Una metafora dell’oscurità che si cela in ognuno di noi quando veniamo in contatto con il male? Sarà intrigante scoprirlo.
Le vicende sono narrate al passato e attraverso quattro punti di vista differenti: quello di Nikolai, di Zoya, di Nina e di Isaak. Ogni pagina ci sorprende con un nuovo colpo di scena ma, proprio quando sembra che le due storie parallele possano incrociarsi, ecco che tutto cambia. Le ultime quaranta pagine riservano una sorpresa dopo l’altra: il ritmo della narrazione accelera all’improvviso e accadono avvenimenti impensabili, alcuni dei quali ci costringono a sperare di avere al più presto tra le mani anche il secondo romanzo della cosiddetta “dilogia di Nikolai”. Non ci resta dunque che leggere La legge dei lupi, già disponibile nell’edizione Mondadori.
Un paio di note per gli estimatori. Nel Re delle cicatrici viene citato frequentemente l’amatissimo personaggio di Alina Starkov, protagonista assoluta della trilogia. Benché non compaia in presa diretta, ne vengono spesso ricordate le gesta eroiche. Merita inoltre una particolare sottolineatura l’accuratezza con cui è stato realizzato il volume. Dalla copertina rigida alla sovraccoperta in blu e oro, meravigliosamente illustrata con il logo del regno di Nikolai, fino alla grafica degli interni, oltretutto corredati di una dettagliata mappa, questa edizione è davvero preziosa e farà bella mostra di sé sulle nostre librerie di casa.
Il libro in una citazione
«Nikolai aveva sempre compreso che lui e Ravka erano una cosa sola. Soltanto non aveva capito in che modo […] Si era sacrificato, aveva combattuto e aveva sanguinato. Aveva passato lunghi giorni senza riposo e notti senza conforto. Tutto per Ravka, tutto per un ideale che non avrebbe mai raggiunto e un paese a cui non sarebbe mai importato.»
2 giugno 2022
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