di Marta Peroni
Caro Pier Paolo
Autrice: Dacia Maraini
Editore: Neri Pozza
Anno edizione: 2022
Genere: Memoir
Pagine: 240
Consigliato a chi vuole conoscere frammenti di vita di grandi scrittori italiani e/o a chi è alla ricerca di un racconto intimo, dedicato a un amico che non c’è più.
Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, Dacia Maraini ha scelto di dedicare al caro amico un libro della stessa sostanza dei sogni e dei ricordi. Un ritratto intimo e delicato, che va a mettere in luce non tanto il Pasolini autore, poeta e regista, quanto la natura privata, l’uomo dolce e mite, silenzioso e pieno di contraddizioni. Un’immagine distante da quella pubblica, spesso controversa, caratterizzata da una rabbia sociale e da un’arte della provocazione che lo hanno portato anche a essere odiato.
Caro Pier Paolo è un intenso e nostalgico memoir, un susseguirsi di lettere, riflessioni e ricordi sparsi che non seguono un quadro ordinato e fisso, che affiorano così, come sogni improvvisi e sfuggevoli, in cui Dacia cerca di attrarre di nuovo a sé quell’amico perso troppo presto, per una morte assurda, di cui ancora oggi non si conoscono i veri motivi e i colpevoli.
Diventiamo così partecipi, insieme a lei, di una scia di frammenti di vita di un tempo; quegli anni Sessanta e Settanta durante i quali gli intellettuali non avevano bisogno di meeting, fiere ed eventi per discorrere di cultura, anzi. Amavano incontrarsi senza appuntamento, nelle piazze o in trattorie romane, forti di quel sentimento di comunità che li univa, con la semplice gioia dell’incontro e del racconto.
Sono tanti i nomi del mondo culturale italiano che la Maraini cita, anche se tra di loro spiccano soprattutto alcune donne, muse e “innamorate”, amiche e madri: da Elsa Morante, con cui Pasolini ha vissuto un legame fervido e appassionato, a Silvana Mauri Ottieri e Laura Betti, e ancora Maria Callas, alla quale era unito da un amore platonico, fino ad arrivare a Susanna, sua madre, con la quale l’uomo ha sempre avuto un legame viscerale. Un intenso rapporto, che lo ha spinto ancor di più ad avere un vero e proprio rifiuto del corpo femminile, non solo perché dichiaratamente omosessuale, ma anche per il timore di compiere un atto sacrilego.
Dacia ci trasporta con sé nei viaggi fatti insieme, a bordo di una Land Rover, attraverso alcuni tra i Paesi più arcaici e poveri, come l’India, lo Yemen, ma soprattutto l’Africa. È a tale continente che l’autrice dedica numerose pagine, narrando le esperienze che lì ha vissuto anche insieme ad Alberto Moravia e Maria Callas. In queste terre, Pier Paolo fuggiva gli itinerari turistici classici, scegliendo sentieri non battuti e sistemazioni forse non così comode, mosso non solo dalla ricerca dei luoghi più adatti ai suoi film, ma anche da quel desiderio di autenticità che, secondo lui, si stava perdendo sempre di più in una società borghese ipocrita e violenta, la cui ricchezza riduceva le persone a “cose”, a semplici oggetti.
Ci sono poi i periodi, troppo brevi, passati insieme a Villa Antonelli, la casa in comune a Sabaudia, chiusi nelle proprie stanze a buttar giù idee di sceneggiature e altri lavori. Le discussioni tra loro e con Alberto Moravia, compagno della Maraini in quegli anni, i momenti più sereni ma anche i conflitti di pensiero su tematiche molto importanti, come l’aborto.
Caro Pier Paolo è un prezioso scrigno di sogni e ricordi che Dacia Maraini – dopo aver a lungo rifiutato di scrivere dell’amico – ha deciso di condividere con noi lettori, offrendoci un ritratto più personale e intimo dell’uomo: gentile, premuroso, affettuoso ma anche solitario e silenzioso (nel senso di un silenzio partecipe, di qualcuno che ti è vicino benché parli poco). Una visione che è in netto contrasto con il Pier Paolo della sfera pubblica: il poeta, lo scrittore, saggista e regista rigido e feroce nelle sue indignazioni e nelle ire ideologiche. L’uomo che, impugnando la sua penna, era pervaso dalla voglia di provocare al punto da divenire abilissimo a suscitare collere, irritazioni e reazioni rabbiose e ricevere così anche più di ottanta denunce per poi andare incontro a una morte violenta, che resta ancora oggi un mistero.
Anche se non avete letto nulla dei lavori di Pier Paolo Pasolini, non avrete problemi ad avvicinarvi a questo testo: la prosa delicata e attenta di Dacia Maraini, che racconta il passato per far riflettere anche sul presente e sul futuro, saprà donarvi un ritratto più personale dell’autore. Leggere questo libro potrà solleticare la vostra curiosità così da spingervi anche a recuperare alcuni dei suoi film o dei suoi scritti, in modo particolare la sua poesia, che è ancora viva anche tra queste pagine.
Il libro in una citazione
«Ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco, io ti immagino ora così, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è più ostile, sgusciato dai sensi di colpa, anche se mai davvero libero dalla ricerca perenne di una madre troppo amata e di un “fanciullo pascoliano che voleva abbracciare la vita ma veniva preso a calci”.»
20 maggio 2022
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