Il giardino di bronzo
Autore: Gustavo Malajovich
Editore: SEM
Traduttore: Pierpaolo Marchetti
Anno edizione: 2019
Anno prima edizione: 2012 (Argentina)
Genere: Gialli & Noir
Pagine: 505
Consigliato a chi ama le storie intricate e non si lascia condizionare dalla tristezza di alcuni passaggi.
di Enzo Palladini
Fabián Danubio è un architetto di Buenos Aires, la cui vita viene sconvolta in pochissimo tempo da due eventi devastanti: la sparizione improvvisa della figlia Moira, 4 anni, e il suicidio della moglie Lila. Moira scompare nel nulla mentre va alla festa di un’amichetta con la baby-sitter Cecilia. Lila invece non regge al trauma e si getta dalla finestra di casa all’alba.
Inizia così una spirale di eventi che piano piano chiarisce i contorni della vicenda. Fabián perde quasi subito la fiducia nel lavoro della polizia (e quello che emergerà in seguito dimostra che il suo atteggiamento è quello giusto): vorrebbe farsi giustizia da solo, ma lungo la sua strada incrocia il detective privato Cesar Doberti. che si offre di aiutarlo gratis e inizia anche a scoprire qualcosa di interessante. Tuttavia sbaglia qualche calcolo e viene ucciso nella stessa maniera in cui è stata uccisa Cecilia, ritrovata sepolta nel cortile di una pensione di periferia.
Fabián si trova varie volte sul punto di arrendersi, ma non riesce mai a togliersi Moira dalla testa. A volte fa un passo avanti, ma subito dopo è costretto a farne tre in meno, fino a quando per una casualità, scopre una pista inattesa: tracce di bronzo sui cadaveri di Cecilia e di Cesar Doberti.
I percorsi di Fabián e del sequestratore di Moira vanno progressivamente avvicinandosi fino a toccarsi. Ci sarà il ricongiungimento tra padre e figlia dopo una sanguinosa colluttazione tra i due uomini. Ma non sarà l’happy ending che tutti si aspettano, perché appena Moira e Fabián tornano insieme a Buenos Aires, iniziano ad affiorare delle verità inquietanti. Molto inquietanti.
La prosa di Malajovich, che nella vita prima di avvicinarsi alla letteratura ha fatto l’architetto, è altamente coinvolgente, con magistrali descrizioni dei luoghi (Buenos Aires e la provincia argentina), dei fatti (molto documentato anche sulla criminologia) e soprattutto dei sentimenti. Una prosa resa molto fruibile al pubblico italiano grazie alla splendida traduzione di Pierpaolo Marchetti.
Il giardino di bronzo, primo episodio di una serie con protagonista Fabián Danubio approdata anche sugli schermi Netflix, racconta una storia ricchissima di dettagli e di colpi di scena, che spinge il lettore a immedesimarsi sempre di più nelle vicissitudini del protagonista, negli alti e bassi del suo umore, nella sua voglia di arrendersi, alla quale segue sempre in breve tempo una reazione uguale e contraria.
Molto interessante la tecnica narrativa, che parte da due punti lontanissimi per poi arrivare a dimostrare che invece quei punti sono praticamente coincidenti. Bastano i primi due capitoli per appassionarsi a una vicenda in cui c’è tutto: amore, odio, violenza, cattiveria, turbe psichiche e mille altri fattori.
Il libro in una citazione
«Ogni persona scomparsa è l’inizio di un urlo impossibile da contenere. La morte almeno è liberatoria, è qualcosa che, sia pure tristemente, offre una risposta. Ma chi scompare è una domanda senza fine.»
17 maggio 2022
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