di Sabrina Bergamini

Giulia Tofana. Gli amori, i veleni
Autrice: Adriana Assini
Editore: Scrittura & Scritture
Anno edizione: 2017
Genere: Romanzo storico
Pagine: 240
Consigliato a chi ama il romanzo storico, soprattutto quando racconta la storia di una donna forte e spregiudicata.
La storia di Giulia Tofana, donna decisamente fuori dal comune vissuta nel Seicento, ha inizio in Sicilia, in una Palermo corrotta e teatro di grandi contraddizioni, dove la ricchezza sfrenata di pochi nobili e alti prelati si contrappone alla miseria cui sono condannati i poveri.
Negli anni Venti, quando la popolazione è devastata dalla peste, Giulia è una bella e procace prostituta di umilissime origini, analfabeta e sola al mondo, con l’unica eccezione della fedele amica e sorella di latte Girolama Spinola, anch’essa dedita alla prostituzione.
Dotata di una personalità incredibilmente forte e di un’intelligenza e un’arguzia eccezionali, Giulia si distingue da tutte le altre meretrici, tanto che non esiste nessuno in città che non sia affascinato e attratto da lei. Grazie al suo mestiere, donna Tofana non patisce mai la fame e vive piuttosto dignitosamente.
Trafficando incessantemente con arsenico e altre sostanze, Giulia arriva addirittura a mettere a punto una straordinaria invenzione: l’acqua tofana. Da questo momento lei e la sua amica Girolama iniziano ad assaporare anche un poco di ricchezza.
Ma cos’è esattamente l’acqua tofana? Si tratta di un veleno potentissimo, che non dà scampo alla vittima designata e che assicura la morte senza lasciare alcuna traccia, a patto di essere utilizzato in piccolissime dosi. I decessi sono apparentemente dovuti a cause del tutto naturali perché i cadaveri appaiono rosei e di bell’aspetto.
Grazie a questa pozione, tra l’altro particolarmente complessa da preparare, Giulia diviene popolare negli ambienti più loschi della città, non solo nei bassifondi ma anche tra i salotti della Palermo bene. Ogni volta che il rimedio funziona a dovere, Giulia e Girolama si rivolgono alle sante patrone di Palermo per ringraziarle e, intonando inni e preghiere, portano fiori e ceri al loro altare. Questi momenti di ringraziamento per il buon esito degli omicidi sono veramente esilaranti e lasciano trasparire la vera personalità delle due assassine, del tutto amorali e prive di scrupoli. Nonostante ciò, sarà impossibile per noi lettori non provare simpatia per loro.
Un giorno, una cliente – troppo precipitosa nell’utilizzare l’acqua tofana – rischia di mettere in pericolo le avvelenatrici che sono costrette a fuggire da Palermo insieme all’ineffabile e attraente Frate Nicodemo. Ciò per evitare di finire tra le mani della Santa Inquisizione, che in quegli anni miete molte vittime, soprattutto tra le donne. Giulia deve così allontanarsi dall’uomo di cui si è pazzamente innamorata, il Barone Manfredi.
Giunte nella Roma barocca di Urbano VIII, le due amiche sono pronte a iniziare una nuova vita ma, rendendosi conto che anche in quella città la donna è completamente soggiogata dall’uomo, Giulia decide di riprendere a produrre e vendere l’acqua tofana, questa volta riservandone l’utilizzo alle sole donne. Avvelenare mariti violenti o padri dispotici diventa per lei una missione; liberare donne umiliate e sottomesse, un’impagabile soddisfazione e un motivo di orgoglio.
Se da una parte Adriana Assini, autrice di Giulia Tofana. Gli amori, i veleni, non giustifica affatto i delitti perpetrati dall’inquieta protagonista, dall’altra sottolinea in modo efficace la voglia di riscatto e di giustizia che albergava nel cuore di ogni ragazza dell’epoca, desiderosa di vivere una vita migliore e di poter realizzare, almeno in parte, i propri sogni. In questo senso Giulia Tofana – pur perseguendo metodi del tutto condannabili – agiva da paladina dei diritti delle donne.
Lei, Girolama e gli altri personaggi si muovono su uno sfondo accuratamente tratteggiato, con minuzia di particolari storici. Palermo prima e Roma poi ci vengono mostrate perfettamente attraverso lo sguardo dell’autrice: le sue descrizioni impreziosiscono il romanzo e rendono ancora più credibile e appassionante la storia di Giulia.
Ancora una volta abbiamo dunque conferma dell’esperienza che la Assini ha maturato nel genere del romanzo storico con numerosi titoli, pubblicati sempre da Scrittura & Scritture, tra i quali ricordiamo Un caffè con Robespierre, uscito nel 2016 e vincitore, tra gli altri, del Premio L’Unicorno-Rovigo. Dopo Giulia Tofana. Gli amori, i veleni – la prima edizione risale al 2017 – sono arrivati anche Agnese, una Visconti (2018); Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici (2019); La spada e il rosario. Gianluca Squarcialupo e la congiura dei Beati Paoli (2019).
Lo stile della Assini è particolarmente coinvolgente, molto spesso intriso di ironia. Davvero difficile non affezionarsi ai personaggi, di cui ci vengono raccontati non solo le vicende ma anche i pensieri, i sentimenti e gli stati d’animo. Che dire, per esempio del Barone Manfredi, sinceramente innamorato di Giulia ma perennemente indeciso nel dichiarare pubblicamente il suo sentimento? O di Frate Nicodemo, uomo dalla fede radicata, che però non riesce a rinunciare ai piaceri della carne e diviene complice della Tofana? Va rimarcato tuttavia che la prorompente personalità della protagonista oscura del tutto gli altri personaggi, che subiscono senza eccezioni il suo fascino e si trasformano in vere e proprie marionette nelle sue mani. Eppure, nonostante questo e l’orrore dei numerosissimi avvelenamenti, a noi, poveri lettori, non rimane che stare dalla parte di questa fattucchiera, tanto lei sa ammaliarci e convincerci delle sue buone intenzioni. Un personaggio intrigante e pericoloso che non sarà facile dimenticare!
Il libro in una citazione
«“Che c’è di male a fare il bene? Io sono la speranza di tante sventurate che nessun giudice difende, che nessun santo protegge” affermò altera, inveendo contro la stirpe di Adamo, che aveva la sfrontatezza di varare leggi inique, concepite a esclusivo vantaggio di se stessa.»
28 marzo 2022
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