La mappa delle culture. Come le persone pensano, lavorano e comunicano nei vari Paesi
Autrice: Erin Meyer
Editore: ROI Edizioni
Traduttrice: Micaela Uzzielli
Anno edizione: 2021
Anno prima edizione: 2015 (Usa)
Genere: Società
Pagine: 270
Consigliato a chi desidera espandere i propri orizzonti culturali, nel lavoro ma non solo.
di Elisa Vuaran
Se siete mai stati in India e avete provato a chiedere indicazioni per raggiungere un ristorante, ma vi siete persi prima di riuscire a pranzare, è tutto normale: succede perché in India la comunicazione è “ad alto contesto”, ossia ricca di sottintesi. Se ve lo avessero spiegato prima di partire, avreste saputo che è meglio chiedere da subito indicazioni particolareggiate per evitare di ricevere risposte vaghe con il rischio di rimanere a bocca asciutta.
Simili malintesi possono capitare a un viaggiatore nella vita di tutti i giorni, ma la questione può diventare ancora più frequente e spinosa se siete uomini e donne in affari con persone provenienti da altri Paesi: in gioco potrebbe non esserci più soltanto lo stomaco che brontola, ma il successo di un’importante presentazione, la firma di un fruttuoso contratto lavorativo, e sicuramente la serenità nelle relazioni tra colleghi.
Nato dall’esperienza di vita e di ricerca di Erin Meyer e pensato come manuale per i leader di gruppi di lavoro multiculturali, La mappa delle culture è in realtà una lettura molto piacevole e utile per tutti, ricca di curiosità provenienti da ogni parte del mondo, e aiuta a osservare da una diversa prospettiva le nostre convinzioni. Vi verrebbe mai in mente di far fare il riposino pomeridiano a un lattante all’aperto, al freddo? Nei Paesi del Nordeuropa è un’abitudine consolidata, e i bambini sembrano crescere sani e forti.
Nel comunicare spesso ci sentiamo responsabili di ciò che diciamo, ma non di quel che l’altro percepisce, sia nel contenuto sia nella forma sia nel nostro linguaggio non verbale. Diamo per scontato che il meccanismo di pensiero sia uguale per ognuno. Dopotutto siamo tutti quanti esseri umani! Eppure in Francia per arrivare a una soluzione è prassi comune aprire dibattiti anche molto animati su qualsiasi faccenda, mentre in Cina nessuno si permetterebbe mai di fare qualcosa di simile: un team leader francese che chiedesse su due piedi a un gruppo di lavoro cinese di proporre soluzioni a un problema probabilmente otterrebbe di rimando solo silenzio tombale e qualche imbarazzato cenno di assenso.
Altre situazioni dello stesso genere possono essere scovate analizzando il modo di ricevere un feedback (qualcuno punta tutto sui lati positivi, qualcun altro rimarca quello che non ha funzionato), di relazionarsi con la gerarchia (in qualche Paese più rigida, in altri più rilassata, con il rischio di causare offese e incidenti diplomatici), di costruire la fiducia (ricordatevene quando sarete invitati a ubriacarvi dai vostri colleghi giapponesi): conoscere e saper interpretare questi dettagli può fare la differenza.
Utilizzando parole semplici, schemi riassuntivi graficamente incisivi e numerosissimi esempi tratti dalla vita reale (piuttosto divertenti e difficili da scordare), la Meyer – docente specializzata nello studio delle differenze culturali e della loro conciliazione per la cooperazione in ambito lavorativo – costruisce con il lettore un dialogo efficace e mai noioso, con un importante messaggio di fondo, che sa andare al di là degli immediati risvolti pratici del metodo proposto per mettere in scala le relazioni internazionali.
Siamo tutti quanti esseri umani, e allo stesso tempo siamo tutti unici. Eppure non basta avvicinarsi all’altro pensandolo come un individuo isolato: siamo sì unici, ma non dobbiamo dimenticare che viviamo sempre in relazione con l’altro. La personalità è una sfumatura irripetibile, ma le fondamenta del pensiero poggiano sempre, inconsciamente, sulla cultura di base del proprio Paese d’origine… e a volte abbiamo anche radici in più di un posto!
Il libro in una citazione
«Sì, ogni individuo è differente. E sì, quando lavorate con persone appartenenti ad altre culture, non dovreste fare supposizioni sui tratti individuali in base alla provenienza di una persona. Ma ciò non significa che acquisire cognizioni sui contesti culturali non sia necessario. Se il vostro successo professionale dipende dalla vostra capacità di lavorare proficuamente con persone da tutto il mondo, dovete poter fare affidamento su una valorizzazione delle diversità culturali così come sul rispetto per le differenze individuali. Entrambi sono essenziali.»
25 febbraio 2022
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