di Elisa Vuaran
Fermare Pechino. Capire la Cina per salvare l’Occidente
Autore: Federico Rampini
Editore: Mondadori
Anno edizione: 2021
Genere: Varia
Pagine: 324
Consigliato a chi vuole approfondire le radici delle attuali sfide e tensioni sociali e politiche… e a chi ha letto Per niente al mondo di Ken Follett.
Le due superpotenze che oggi trainano “dell’umana gente le magnifiche e progressive sorti”, gli imponenti Stati Uniti d’America e l’antichissima Cina, sembrano essere in lotta perpetua, ma, nel contesto globalizzato in cui ci troviamo, in realtà si assomigliano in molti più aspetti di quanto si possa pensare, e le prove che si trovano ad affrontare sono tra loro in comune. Le più ovvie sono l’emergenza climatica e quella sanitaria, entrambe indissolubilmente legate alla sfida della ripresa economica e dell’avanzamento tecnologico.
Le sfide riguardano anche altri ambiti, in un modo meno evidente, e a uno sguardo poco attento potrebbe sfuggire il fatto che non sono i problemi a essere diversi, ma soltanto il modo di intenderli e quindi di affrontarli, a partire già dal sistema scolastico: in Cina, dove si fanno ancora molto sentire le radici confuciane, si valorizzano la disciplina, l’armonia e una meritocrazia indirizzata verso l’alto (il merito è quello di aiutare il proprio superiore); in America invece si punta su una democrazia orientata verso il basso, tesa a riconoscere diritti a tutti, andando in realtà a volte a scapito dei principi di uguaglianza e coesione sociale.
Negli ultimi tempi, per esempio, l’Occidente ha preso con forza coscienza del razzismo e delle disuguaglianze che dividono gli Stati Uniti, e i cittadini americani stessi si stanno mobilitando e schierando nel dibattito. Quel che è meno noto è che anche in Cina esistono profonde differenze etniche e culturali, ma in un sistema politico diverso queste non creano le stesse tensioni sociali.
Anche l’immigrazione riguarda entrambi gli Stati, ma mentre in America si propone in modo più o meno fantasioso di elevare muri per impedire incursioni dall’esterno, in Cina questo fenomeno si osserva entro i confini nazionali, con le strazianti storie di chi dalle campagne si vede costretto a lasciare la famiglia e a spostarsi in città per lavoro.
Infine, entrambi gli Stati si trovano a fronteggiare una questione più recente, quella dello strapotere dei colossi: Federico Rampini analizza il parallelismo tra la celebre Amazon di Jeff Bezos e la diffusissima Alibaba di Jack Ma, illustrando luci e ombre del rapporto dei due tecnocrati con l’autorità ufficiale e soprattutto evidenziando i due diversi modi di risolvere lo stesso problema.
Fermare Pechino è un titolo chiaramente provocatorio: non è di certo pensabile qualcosa di simile, ma è fondamentale “capire la Cina”, come recita il sottotitolo, per imparare a conviverci e a collaborare in un’ottica di crescita (o comunque di miglioramento) globale.
Sulla Cina, insomma, non si sa poi molto, soprattutto a causa del controllo delle informazioni in uscita, per cui la parola dell’esperto Rampini, giornalista italiano naturalizzato statunitense, è un prezioso aiuto per interpretare i cambiamenti geopolitici internazionali alla luce di fatti spesso non noti. Quello che emerge è il quadro di una Cina culturalmente molto coesa, che sembrerebbe – per ora, e con evidenti criticità – affermarsi sempre più a scapito degli Stati (non così) Uniti.
Il libro si apre con una lettera di fantasia, in cui i due capi di Stato si fronteggiano apertamente tra il serio e il faceto, ma prosegue poi con pagine ricche di informazioni, che vanno dal maoismo al Covid, dai primi presidenti americani al movimento Black Lives Matter: la lettura è stimolante e adatta a tutti, purché armati di curiosità, pazienza e una matita per sottolineare i passaggi logici fondamentali e i numerosi dati tecnici ed economici presentati a corredo.
Il libro in una citazione
«Capitalismo (meglio se regolato) più ricerca scientifica e innovazione tecnologica è il mix vincente che ha consentito di rendere abitabile il pianeta per sette miliardi di persone, smentendo Malthus. La Cina ha studiato la storia dello sviluppo economico occidentale con più attenzione dei sacerdoti verdi. ‘I poveri erediteranno la terra’ non fa parte del repertorio ideologico del suo presidente (che in questo si distacca dal maoismo). Xi Jinping vuole fare della Cina una potenza ricca come ai tempi dell’Impero Celeste. Quando in effetti dominava il mondo, o almeno la parte del mondo che conosceva.»
2 febbraio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA