di Sabrina Bergamini
Il ballo delle pazze
Autrice: Victoria Mas
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Editore: edizioni e/o
Anno edizione: 2021
Anno prima edizione: 2019 (Francia)
Genere: Romanzo storico
Pagine: 192
Consigliato a chi ama le storie insolite, inquietanti, ambientate nel passato.
Siamo nel 1885, a Parigi. Vi è un luogo, l’ospedale della Salpêtrière, dove sono rinchiuse le donne malate di mente, le pazze. Queste un tempo venivano incatenate ed erano chiamate “le isteriche”. A fine Ottocento, vengono trattate con un po’ più di rispetto e la loro condizione è apparentemente migliorata.
Le recluse, ora dette “le alienate”, dormono tutte insieme in un grande salone ma hanno cibo, abiti puliti e soprattutto si avvalgono delle cure del dottor Jean-Martin Charcot, illustre medico che applica la tecnica dell’ipnosi. Lo scienziato, stimato e apprezzato dalla Parigi bene, agisce però in maniera del tutto scorretta sottoponendole a dimostrazioni pubbliche ed esperimenti spesso pericolosi, certamente umilianti. Inoltre – e questo è ciò che sconvolge noi lettori – la maggior parte delle rinchiuse non è realmente ammalata: si tratta perlopiù di donne scomode, un po’ eccentriche, che si sono ribellate al destino deciso per loro dalle famiglie.
Spesso le internate hanno alle spalle storie dolorosissime, cui non hanno saputo reagire in maniera accettabile dai benpensanti. Insomma, ogni donna che non corrisponde all’ideale di madre, figlia, sorella devota e obbediente, viene minacciata di essere rinchiusa per sempre alla Salpêtrière. E una volta che accade, non c’è più speranza, come recita un detto molto diffuso a Parigi: “Alla Salpêtrière si entra e non si esce”.
Tra le ricoverate regna un clima di estrema solidarietà e comprensione, che trasuda sin dalle prime pagine de Il ballo delle pazze e certamente può commuovere il lettore più sensibile.
Thérèse, la più anziana delle pazienti, è internata da vent’anni e trascorre il tempo sferruzzando e confezionando scialli per le altre alienate. La sua storia, che viene rivelata a poco a poco, è struggente. Basti pensare che questa donna – punto di riferimento per tutte le altre, che la considerano una mamma – ritiene l’ospedale il luogo più sicuro dove possa attendere la propria fine.
Louise è un’adolescente e, nonostante la giovanissima età, è già stata duramente provata dalla vita. Eppure non ha perso il desiderio di realizzare i propri sogni e di riscattarsi con un grande amore che spera di poter incontrare proprio tra le mura e i corridoi dell’istituto.
Ogni attività che si svolge all’interno dell’ospedale è coordinata e supervisionata dalla capo infermiera, Geneviève, detta l’Anziana. Inflessibile e ciecamente devota ai medici e alla scienza, Geneviève nasconde un segreto inconfessabile.
La vita delle alienate trascorre giorno dopo giorno tra crisi improvvise – subito sedate ponendo loro sul viso uno straccio imbevuto di etere, un potente anestetico – visite mediche, pranzi e cene nel refettorio. Però da qualche anno, a metà quaresima, un evento straordinario interrompe questa routine monotona. L’istituto ospita infatti un ballo in costume, cui partecipano tutte le alienate e la Parigi aristocratica. Una serata di festa, attesa dalle pazienti con entusiasmo e impazienza e dagli invitati con morbosa curiosità, desiderosi come sono di divertirsi osservando le alienate come fossero fenomeni da baraccone.
È proprio durante le settimane immediatamente precedenti il ballo che inizia la storia narrata da Victoria Mas. Mentre le alienate vivono ore frenetiche per scegliere, modificare, adattare i costumi, in un quartiere lussuoso di Parigi, nella casa di un ricco notaio, sta per avvenire una tragedia.
La giovane Eugénie, figlia minore del notaio, è una ragazza molto intelligente, dall’aspetto attraente e dal temperamento curioso e ribelle. Nasconde però un segreto: da sempre, fin dall’infanzia, possiede il dono di vedere i defunti e di percepirne la voce. Non ha mai pensato di confidarsi col padre, tanto severo, né con la madre, succube del marito. Nemmeno il fratello la comprenderebbe. C’è però l’adorata nonna, da cui si sente protetta e teneramente amata. Una sera Eugénie decide quindi di rivelarle il proprio segreto, ma la nonna la tradisce rivelandolo a sua volta al figlio. Per Eugénie si aprono immediatamente le porte della Salpêtrière.
Da questo momento noi lettori saremo coinvolti in una storia che, in un crescendo di avvenimenti ed emozioni, porterà a un epilogo del tutto inaspettato. Sì, perché i defunti non abbandonano i loro cari, nemmeno se questi sono rinchiusi in un manicomio.
Il ballo delle pazze è l’opera prima di Victoria Mas e in Francia, subito dopo la pubblicazione avvenuta nel 2019, ha riscosso un grande successo. Ne è stato tratto anche un film, distribuito nel settembre 2021 e diretto e interpretato da Mélanie Laurent. Non poteva essere altrimenti.
La trama è coinvolgente e, a tratti, estremamente commovente: i personaggi sono indimenticabili, raccontati con una tale maestria che siamo portati ad odiarne alcuni e ad amarne altri.
La scrittura della Mas è scorrevole e la descrizione della Salpêtrière è così realistica da farci sentire soffocare dalle possenti mura che circondano l’istituto, come se anche noi lettori ne fossimo prigionieri. Sarà difficile non provare angoscia quando inevitabilmente ci immedesimeremo nei panni delle protagoniste. Vorremo urlare insieme a loro ma, a ogni grido, anche noi saremmo considerati alienati. Un incubo che molte donne in passato hanno vissuto realmente.
Il ballo delle pazze è un romanzo insolito, difficile da dimenticare sia per l’ambientazione – che è unica – sia per la dolorosa tematica trattata. È inoltre una denuncia: le realtà scomode, che mettono in crisi le certezze e intaccano il pensiero comune, spesso vengono ignorate o rese invisibili. E i nostri stessi occhi spesso preferiscono non vedere.
Il libro in una citazione
«Le pazze avevano smesso di spaventare, ormai affascinavano. In seguito a quell’interesse era stato istituito da vari anni il ballo di mezza quaresima, il loro ballo […]. Per il tempo di una sera un pezzo di Parigi si recava dalle donne che da quella serata in costume si aspettavano di tutto: uno sguardo, un sorriso, una carezza, un complimento, una promessa, un aiuto, la liberazione.»
26 novembre 2021
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