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Home » “LA VOCE D’ORO DI MUSSOLINI”, BIOGRAFIA DELLA PIONIERA DELLE COMMENTATRICI RADIOFONICHE

“LA VOCE D’ORO DI MUSSOLINI”, BIOGRAFIA DELLA PIONIERA DELLE COMMENTATRICI RADIOFONICHE

La copertina del libro "La voce d'oro di Mussolini" di Sandro Gerbi (Neri Pozza)

La voce d’oro di Mussolini. Storia di Lisa Sergio, la donna che visse tre volte
Autore: Sandro Gerbi
Editore: Neri Pozza
Edizione: 2021
Genere: Biografia
Pagine: 224

Consigliato a chi apprezza le biografie e le storie di donne forti, intelligenti, protagoniste della propria vita.

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di Sabrina Bergamini

Lisa Sergio nasce a Firenze nel 1905. È figlia unica di un padre napoletano, che perderà a soli 10 anni, e di una madre americana. Grazie alle possibilità economiche dei nonni materni le viene impartita un’ottima istruzione e – cosa che farà la sua fortuna – cresce trilingue: parla perfettamente italiano, francese e inglese.

La capacità di esprimersi in maniera impeccabile le consente di farsi strada velocemente nel mondo del giornalismo. Ben presto diviene preziosa collaboratrice del settimanale The Italian Mail e, nel giro di poco tempo, passa alla direzione di un altro giornale in lingua inglese, The Italian Tribune. Proprio per avanzare richiesta di finanziamenti per quest’ultimo, si rivolge a Benito Mussolini, che nel 1927 la riceve in udienza. Un incontro che cambia la sua vita.

Due anni dopo si trasferisce a Roma per seguire Morris, il suo grande amore, ritrovandosi così a vivere nella città ideale per coltivare i propri interessi e le proprie passioni. La morte prematura di Morris è un colpo pesantissimo, ma Lisa non si arrende al dolore.

Grazie all’intercessione del suo caro amico Guglielmo Marconi, il Governo le affida la conduzione di alcune trasmissioni radiofoniche a onda corta dell’EIAR. Lisa racconta agli inglesi ciò che accade nell’Italia fascista e, indubbiamente, dà un notevole contributo all’attività di propaganda del regime. Basti ricordare che quando Mussolini terrà i suoi discorsi più importanti, lei sarà sempre incaricata di farne la traduzione simultanea. La notorietà non tarda a manifestarsi, Lisa diviene celebre in tutta Europa con l’appellativo “the golden voice of Rome”. In pratica, è già la pioniera delle commentatrici radiofoniche.

Frequentando gli ambienti politici, riesce a tessere una rete di relazioni prestigiose e per un breve periodo diventa amante di Galeazzo Ciano, il genero del Duce.

Lisa è molto ambiziosa, ma mira più alla celebrità che alla ricchezza. È una donna attraente e per emergere non esita a sfruttare bellezza e fascino. La sua capacità più spiccata è quella di procurarsi amicizie importanti, tanto da assicurarsi un’ascesa nell’élite culturale dell’epoca.

La sua buona stella viene però oscurata quando, nel 1937, forse troppo sicura di se stessa, si lascia sfuggire alcune dichiarazioni audaci: non solo si vanta della relazione con Ciano, ma fa addirittura trapelare velate critiche contro il regime fascista. Non è dunque difficile comprendere perché venga licenziata e sia costretta a rifugiarsi negli Stati Uniti, dove è completamente sola ma può comunque contare sulle conoscenze del vecchio e caro amico Marconi.

A New York la sua consolidata capacità di ammaliare il prossimo le consente di riappropriarsi della notorietà, dopo aver smesso i panni di fervente fascista e indossato quelli di democratica. Diviene presto amica di moltissime personalità influenti, tra cui la moglie del presidente Eleanor Roosevelt, e la famosa giornalista Dorothy Thompson. Anche sul fronte professionale il successo non tarda ad arrivare: ben presto Lisa inizia a lavorare per la NBC.

Ma non è tutto. La sua vita avventurosa tiene desta l’attenzione di noi lettori fino all’ultima pagina di questo libro, ricco di aneddoti e particolari sorprendenti. Leggiamo infatti di una Lisa protagonista della causa femminista, di una Lisa accusata dall’FBI di essere filocomunista e di una Lisa che si reinventa conferenziera a Washington, dove morirà nel 1989. Senza dimenticare che c’è anche una Lisa autrice dei testi più diversi: da un libro di preghiere a un volume sul restauro di divani, alla biografia di Anita Garibaldi. Quel che è certo è che Lisa aveva un grande desiderio: essere ricordata dalle generazioni future. Prova ne è anche la storia della sua vita che non riuscì a terminare di scrivere.

La voce d’oro di Mussolini è molto più di una biografia. Nel concepirla, il giornalista Sandro Gerbi, firma del Corriere della sera e del Sole 24 Ore nonché studioso di storia contemporanea, è andato molto vicino al documento storico con un continuo e apprezzabile ricorso alle fonti. Non si pensi però che ciò appesantisca la lettura, tutt’altro. Essa risulta piacevolissima e molto intrigante.

Gerbi è talmente efficace nel tratteggiare Lisa Sergio che arriva talvolta a farcela detestare non tanto per aver seppur temporaneamente appoggiato il regime – cosa che risulterebbe piuttosto scontata – quanto per essere stata pura incarnazione di una donna ambiziosa e manipolatrice, che metteva sempre se stessa al centro, desiderosa com’era di raccontare la propria vita a ogni occasione utile, presumibilmente ingigantendo e mistificando la realtà.

In altri frangenti l’autore lascia invece trasparire la propria ammirazione per il carattere volitivo e la tenacia di una donna che è riuscita a emergere in un ambiente, quello della politica e del giornalismo, ai quei tempi quasi del tutto precluso al sesso femminile.

Gerbi si chiede se Lisa Sergio sia riuscita nell’intento di ricavarsi un posto nella storia. Probabilmente no, visto che sono ben pochi coloro che la ricordano nonostante abbia condotto una vita tanto fuori dal comune. La voce d’oro di Mussolini, bel libro sin dalla foto di copertina, ci dà l’opportunità di conoscerla. Non coglierla sarebbe un peccato.

Il libro in una citazione
«Come un’agile libellula – parlando su temi svariati d’attualità – interveniva quale ospite d’onore a pranzi sociali in hotel di lusso; andava nei college più rinomati incitando i giovani a fare sentire la loro voce per ottenere una pace giusta; faceva sentire la propria solidarietà agli ebrei americani per quanto avveniva in Europa; militava nella seppur litigiosa Mazzini Society […] Il suo attivismo era convulso, lo stesso che aveva ormai contagiato l’America in guerra.»

16 novembre 2021
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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